Discontinuity, spontaneity, indefiniteness are terms that we normally consider negative, but which characterize our post-ideological and neoliberal society. The definition of the gig economy – the market for temporary contracts for riders and couriers – has been the starting point for a reflection on the city and urban design, through paths that have identified discontinuity, temporariness, and flexibility as the characteristic features of contemporary architectural research, balancing between professional pragmatism and innovative architectural research, between the desire for emancipation from material constraints and programmatic innovation. For the city of Milan, the Porta Romana district represents a significant case of transformation, which has indeed been defined as "gig urbanism", a project where the expectations, imaginaries, and promises of Milanese urban planning are condensed. The thesis, therefore, starting from some theoretical reflections, chooses (re)design on the applicative case as a critical method of empirical verification and discussion of urban-scale design, posing the question of the masterplan not as a mere sum of specializations, but as a specific moment of urban project.

Discontinuità, estemporaneità, indefinizione sono termini che normalmente consideriamo negativi, ma che caratterizzano la nostra società post-ideologica e neoliberale. La definizione di gig economy – il mercato del contratto a termine dei rider e ciclofattorini – è stata l’incipit di una riflessione sulla città e sul disegno urbano, attraverso percorsi che hanno identificato proprio nella discontinuità, temporaneità e flessibilità i caratteri propri di una ricerca architettonica contemporanea, in bilico tra pragmatismo professionale e ricerca architettonica innovativa, tra desiderio di emancipazione dai condizionamenti materiali e innovazione programmatica. Per la città di Milano lo scalo di Porta Romana rappresenta un caso di trasformazione importante, che è stato appunto definito come “gig urbanism”, progetto dove si condensano aspettative, immaginari e promesse dell’urbanistica milanese. La tesi, dunque, a partire da alcuni spunti di riflessione teorica, sceglie la (ri)progettazione sul caso applicativo come metodo critico di verifica empirica e discussione della progettazione a scala urbana, ponendo la questione del masterplan non come mera sommatoria di specialismi, ma come momento specifico del progetto urbano.

Milano Scalo di Porta Romana: un progetto di gig urbanism? Per una critica delle recenti trasformazioni urbane milanesi

Pepe, Giuseppe Pietro
2022/2023

Abstract

Discontinuity, spontaneity, indefiniteness are terms that we normally consider negative, but which characterize our post-ideological and neoliberal society. The definition of the gig economy – the market for temporary contracts for riders and couriers – has been the starting point for a reflection on the city and urban design, through paths that have identified discontinuity, temporariness, and flexibility as the characteristic features of contemporary architectural research, balancing between professional pragmatism and innovative architectural research, between the desire for emancipation from material constraints and programmatic innovation. For the city of Milan, the Porta Romana district represents a significant case of transformation, which has indeed been defined as "gig urbanism", a project where the expectations, imaginaries, and promises of Milanese urban planning are condensed. The thesis, therefore, starting from some theoretical reflections, chooses (re)design on the applicative case as a critical method of empirical verification and discussion of urban-scale design, posing the question of the masterplan not as a mere sum of specializations, but as a specific moment of urban project.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
9-apr-2024
2022/2023
Discontinuità, estemporaneità, indefinizione sono termini che normalmente consideriamo negativi, ma che caratterizzano la nostra società post-ideologica e neoliberale. La definizione di gig economy – il mercato del contratto a termine dei rider e ciclofattorini – è stata l’incipit di una riflessione sulla città e sul disegno urbano, attraverso percorsi che hanno identificato proprio nella discontinuità, temporaneità e flessibilità i caratteri propri di una ricerca architettonica contemporanea, in bilico tra pragmatismo professionale e ricerca architettonica innovativa, tra desiderio di emancipazione dai condizionamenti materiali e innovazione programmatica. Per la città di Milano lo scalo di Porta Romana rappresenta un caso di trasformazione importante, che è stato appunto definito come “gig urbanism”, progetto dove si condensano aspettative, immaginari e promesse dell’urbanistica milanese. La tesi, dunque, a partire da alcuni spunti di riflessione teorica, sceglie la (ri)progettazione sul caso applicativo come metodo critico di verifica empirica e discussione della progettazione a scala urbana, ponendo la questione del masterplan non come mera sommatoria di specialismi, ma come momento specifico del progetto urbano.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/218977