While a strictly technological domain at its foundation, horology has historically encompassed the Arts and Science alike. The first artisan watchmakers were both skilled artists and capable of great technological innovation, much like the hybrid nature of the Design discipline (Rampino, 2018) being able to bridge between the two paradigms as watchmaking moved in-to the industrial age. If proper Product Design came to establish itself relatively late within the watch industry, its holistic approach to product conception and engineering has, as we will see, proved itself very successful both in the material results and in the conveyance of the valorisations emerging from the re-evaluation of brand identities in the wake of radical technological evolutions. The Design approach to the content-container dichotomy (De Fusco, 2005), itself manifestation of the deeper Analogue-Digital binomial (Chandler, 2007), is especially poignant in offering original solutions within a traditional paradigm which historically kept the latter separated and based its current fortune and identity on the former. Within the vast world of time-keeping devices humanity has conceived through the centuries, this thesis will focus primarily on the portable, “private” timepiece, the watch, as opposed to the “public”, static clock. The motive is twofold: first, while the former is set in the domain of architecture, from the great clocks of medieval bell towers to their “miniaturized” pendulum descendants, the portable watch is shaped by societal customs, from its pocket form to the wristwatch, and its technical execution informed by practices ascribable to Product Design. Secondly, even if the architecture of the mechanical watch has become obsolete, it is still relevant, both in its symbolic implications and, as we will see next, in being the literal founding archetype of the wearable device, its modern smartwatch incarnation being philologically descendant from the mechanical ancestor it radically supersedes.

Sebbene alla sua base dominio strettamente tecnologico, l'orologeria ha storicamente abbracciato sia le arti che la scienza. I primi orologiai artigiani erano sia abili artisti che tecnici capaci di grande innovazione, in grado di creare un ponte tra i due paradigmi nella natura ibrida della disciplina del Design (Rampino, 2018), specialmente mentre l’orologeria si accinge ad entrare nell’era industriale. Se il vero Product Design si è affermato relativamente tardi nel settore, il suo approccio olistico alla concezione e all'ingegnerizzazione del prodotto si è dimostrato di grande successo, nei risultati materiali come nella trasmissione delle valorizzazioni emerse dalla rivalutazione dell'identità delle marche storiche alla luce di radicali evoluzioni tecnologiche. L'approccio del Design alla dicotomia contenuto-contenitore (De Fusco, 2005), essa stessa manifestazione del più profondo binomio Analogico-Digitale (Chandler, 2007), è particolarmente incisivo nell'offrire soluzioni originali all'interno di un paradigma tradizionale, che storicamente ha tenuto separati i primi e ha fondato sul secondo la sua attuale fortuna e identità. All'interno del vasto mondo dei dispositivi di misurazione del tempo che l'umanità ha concepito nel corso dei secoli, questa tesi si concentrerà principalmente sull'orologio portatile e “privato”, l'orologio, in contrapposizione all'orologio “pubblico” e statico. Il motivo è duplice: in primo luogo, mentre quest’ultimo è inquadrato nell'ambito dell'architettura, dai grandi orologi dei campanili medievali ai loro “miniaturizzati” discendenti a pendolo, l'orologio portatile è plasmato dai costumi della società, dall’ orologio da taschino all'orologio da polso, e la sua esecuzione tecnica informata da pratiche riconducibili al Product Design. In secondo luogo, anche se l’architettura dell’orologio meccanico è divenuta obsoleta, essa è ancora attuale, sia nelle sue implicazioni simboliche sia, come vedremo in seguito, in quanto letterale archetipo fondatore del dispositivo indossabile, essendo la sua moderna incarnazione nello “smartwatch” filologicamente discendente dall'antenato meccanico che si propone di sostituire.

Materializing Time: interpretations of the content-container relationship in watch design

POZZI, MICHELE
2022/2023

Abstract

While a strictly technological domain at its foundation, horology has historically encompassed the Arts and Science alike. The first artisan watchmakers were both skilled artists and capable of great technological innovation, much like the hybrid nature of the Design discipline (Rampino, 2018) being able to bridge between the two paradigms as watchmaking moved in-to the industrial age. If proper Product Design came to establish itself relatively late within the watch industry, its holistic approach to product conception and engineering has, as we will see, proved itself very successful both in the material results and in the conveyance of the valorisations emerging from the re-evaluation of brand identities in the wake of radical technological evolutions. The Design approach to the content-container dichotomy (De Fusco, 2005), itself manifestation of the deeper Analogue-Digital binomial (Chandler, 2007), is especially poignant in offering original solutions within a traditional paradigm which historically kept the latter separated and based its current fortune and identity on the former. Within the vast world of time-keeping devices humanity has conceived through the centuries, this thesis will focus primarily on the portable, “private” timepiece, the watch, as opposed to the “public”, static clock. The motive is twofold: first, while the former is set in the domain of architecture, from the great clocks of medieval bell towers to their “miniaturized” pendulum descendants, the portable watch is shaped by societal customs, from its pocket form to the wristwatch, and its technical execution informed by practices ascribable to Product Design. Secondly, even if the architecture of the mechanical watch has become obsolete, it is still relevant, both in its symbolic implications and, as we will see next, in being the literal founding archetype of the wearable device, its modern smartwatch incarnation being philologically descendant from the mechanical ancestor it radically supersedes.
ARC III - Scuola del Design
9-apr-2024
2022/2023
Sebbene alla sua base dominio strettamente tecnologico, l'orologeria ha storicamente abbracciato sia le arti che la scienza. I primi orologiai artigiani erano sia abili artisti che tecnici capaci di grande innovazione, in grado di creare un ponte tra i due paradigmi nella natura ibrida della disciplina del Design (Rampino, 2018), specialmente mentre l’orologeria si accinge ad entrare nell’era industriale. Se il vero Product Design si è affermato relativamente tardi nel settore, il suo approccio olistico alla concezione e all'ingegnerizzazione del prodotto si è dimostrato di grande successo, nei risultati materiali come nella trasmissione delle valorizzazioni emerse dalla rivalutazione dell'identità delle marche storiche alla luce di radicali evoluzioni tecnologiche. L'approccio del Design alla dicotomia contenuto-contenitore (De Fusco, 2005), essa stessa manifestazione del più profondo binomio Analogico-Digitale (Chandler, 2007), è particolarmente incisivo nell'offrire soluzioni originali all'interno di un paradigma tradizionale, che storicamente ha tenuto separati i primi e ha fondato sul secondo la sua attuale fortuna e identità. All'interno del vasto mondo dei dispositivi di misurazione del tempo che l'umanità ha concepito nel corso dei secoli, questa tesi si concentrerà principalmente sull'orologio portatile e “privato”, l'orologio, in contrapposizione all'orologio “pubblico” e statico. Il motivo è duplice: in primo luogo, mentre quest’ultimo è inquadrato nell'ambito dell'architettura, dai grandi orologi dei campanili medievali ai loro “miniaturizzati” discendenti a pendolo, l'orologio portatile è plasmato dai costumi della società, dall’ orologio da taschino all'orologio da polso, e la sua esecuzione tecnica informata da pratiche riconducibili al Product Design. In secondo luogo, anche se l’architettura dell’orologio meccanico è divenuta obsoleta, essa è ancora attuale, sia nelle sue implicazioni simboliche sia, come vedremo in seguito, in quanto letterale archetipo fondatore del dispositivo indossabile, essendo la sua moderna incarnazione nello “smartwatch” filologicamente discendente dall'antenato meccanico che si propone di sostituire.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/219013