Hora Tchiga Nem so de pao: progettazione di un centro polifunzionale nel villaggio di Cacine in Guinea Bissau

In Guinea Bissau 75% of the population lives in small villages scattered throughout the territory. The Cacine sector, in the extreme south of the country, is one of the most disadvantaged areas: among the nine villages that stand on the coasts of the Rio of the same name, it is the one with the largest extension but has just 2000 inhabitants. Its rural nature, combined with the poverty of the population, causes a series of problems, first of all the lack of a water network which forces the inhabitants to build wells to recover drinking water and the absence of a sewerage system which favors the spread of epidemics. Knowing the reality of this land was the first step to better understand what the needs of the place were. The thesis project was born from the collaboration with the Missionary Oblates of Mary Immaculate, whose primary need consisted in the creation of a residence that could host them during the period spent in the village. “Hora Tchiga” which translated from the Creole language means “the time had come to change” reflects the desire of the Oblate Fathers to contribute to the improvement of the living conditions of this community: it is about building “places for people” in which to develop spaces of meeting and relationship as well as residence. It is precisely with the desire to follow this wave of change that the project of the small multifunctional center was born which aims to preserve the identity of the place, interacting with the surrounding reality but at the same time introducing something "innovative". In an attempt to create a bridge between tradition and innovation, a building was designed that preserves the typical characteristics of local buildings but reinterprets their construction techniques by introducing new materials, although always acting with a view to construction simplicity. Propose and design something that was truly feasible in this context, implementing sustainable and concrete choices that can also serve as a "school" for the inhabitants of Cacine; a desire that guided the entire project, naturally defining the volumes, the architectural and structural choices and the technological strategies. The intervention, which aims to be an opportunity for rebirth and development, addresses issues such as the use of passive strategies necessary to guarantee the comfort of internal environments in a tropical monsoon climate, the recovery and reuse of rainwater and the treatment of organic waste.

In Guinea Bissau il 75% della popolazione vive in piccoli villaggi sparsi su tutto il territorio. Il settore di Cacine, nell’estremo sud del Paese, rientra fra le zone più disagiate: tra i nove villaggi che sorgono sulle coste dell’omonimo Rio è quello con la maggiore estensione ma conta appena 2000 abitanti. La sua natura rurale, unita alla povertà della popolazione è causa di una serie di problematiche, prime fra tutte la mancanza di una rete idrica che costringe gli abitanti a realizzare pozzi per il recupero dell’acqua potabile e l’assenza di una rete fognaria che favorisce la propagazione di epidemie. Conoscere la realtà di questa terra è stato il primo passo per meglio comprendere quali fossero le esigenze del luogo. Il progetto di tesi nasce dalla collaborazione con i Missionari Oblati di Maria Immacolata, la cui primaria necessità consisteva nella realizzazione di una residenza che potesse ospitarli durante il periodo trascorso nel villaggio. “Hora Tchiga” che tradotto dalla lingua creola significa “era giunto il momento di cambiare” rispecchia il desiderio dei Padri Oblati di contribuire al miglioramento delle condizioni di vita di questa comunità: si tratta di costruire “luoghi per le persone” in cui sviluppare spazi di incontro e di relazione oltre che di residenza. È proprio con la volontà di seguire questa ventata di cambiamento che nasce il progetto del piccolo centro polifunzionale che si pone l’obiettivo di preservare l’identità del luogo, interagendo con la realtà circostante ma introducendo al tempo stesso qualcosa di “innovativo”. Nel tentativo di creare un ponte fra tradizione e innovazione, è stato progettato un edificio che conserva le caratteristiche tipiche delle costruzioni locali ma ne reinterpreta le tecniche costruttive introducendo materiali nuovi, seppur agendo sempre nell’ottica della semplicità costruttiva. Proporre e progettare qualcosa che fosse realmente fattibile in questo contesto, attuando scelte sostenibili e concrete che potessero servire anche da “scuola” per gli abitanti di Cacine; una volontà che ha guidato l’intero progetto definendone in modo naturale i volumi, le scelte architettoniche e strutturali e le strategie tecnologiche. L’intervento, che vuole configurarsi come un’opportunità di rinascita e sviluppo, affronta tematiche quali l’impiego di strategie passive necessarie a garantire il comfort degli ambienti interni in un clima tropicale monsonico, il recupero ed il riutilizzo delle acque piovane ed il trattamento dei rifiuti organici.