In a context such as Milan's today, in which we face building emergencies, environmental emergencies, and the ongoing consolidation of a highly globalised lifestyle, it is increasingly important to take responsibility for dealing with today's urban voids, remembering to be generous, towards those who will inhabit those places but also towards those who will only pass through them, daily or for once. The railway yards are an opportunity to continue with that experimentation in the field of architecture that Milan has not been afraid to tackle in the past; however, new awareness and renewed principles must be applied today. And so, with the soon-to-be decommissioned Scalo di Porta Genova in the background, a reflection is undertaken that takes its cue from a first-hand experience, one that concerns those who experience an altered sense of belonging, at times rarefied and at times profound, but which even when it manifests itself as strong, does not miss an opportunity to demonstrate its fragility. Thus, the design phase was guided by the need to be part of a community or at least to have the possibility of accessing it. The answer to this need for a model that is both flexible and stable was identified in the creation of a cohousing, as the bearer of inherent values of mutual solidarity and trust. Interpreting the often aleatory and arbitrary nature of the relationships established between individuals, the building elaborated combines the peculiarities of other projects taken as a reference to give life to a system of clusters winding around irregular and dynamic interior streets, in which there is space for the spontaneous creation of community moments.

In un contesto come quello milanese odierno, in cui si affrontano emergenza edilizia, emergenza ambientale e il continuo consolidarsi di uno stile di vita fortemente globalizzato è sempre più importante assumersi la responsabilità di occuparsi degli attuali vuoti urbani, ricordandosi di essere generosi, verso chi abiterà quei luoghi ma anche verso chi li attraverserà soltanto, quotidianamente o per una volta sola. Quella degli scali ferroviari è un’occasione per proseguire con quella sperimentazione in campo architettonico che Milano in passato non ha avuto paura di affrontare; tuttavia, vanno oggi applicate delle nuove consapevolezze e rinnovati principi. È così che, avendo sullo sfondo il presto dismesso Scalo di Porta Genova, si intraprende una riflessione che prende le mosse da un’esperienza vissuta in prima persona, quella che riguarda chi prova la sensazione di vivere un alterato senso di appartenenza, a tratti rarefatto e a tratti profondo, ma che anche quando si palesa come forte non perde occasione di dimostrare la propria fragilità. Dunque, la fase progettuale si è fatta guidare dalla necessità di fare parte di una comunità o quantomeno di avere possibilità di accedervi. La risposta a questo bisogno di un modello che sia al contempo flessibile e stabile è stata individuata nella creazione di un cohousing, in quanto portatore di valori insiti di solidarietà reciproca e fiducia. Interpretando il carattere spesso aleatorio e arbitrario delle relazioni che si instaurano tra gli individui, l’edificio elaborato unisce le peculiarità di altri progetti presi a riferimento per dare vita ad un sistema di cluster che si snodano attorno a delle strade interiori irregolari e dinamiche, in cui dare spazio alla creazione spontanea di momenti comunitari.

Co Rebelot: building community in the new nomadic society

Andreozzi, Riccardo;Dovier, Martina
2022/2023

Abstract

In a context such as Milan's today, in which we face building emergencies, environmental emergencies, and the ongoing consolidation of a highly globalised lifestyle, it is increasingly important to take responsibility for dealing with today's urban voids, remembering to be generous, towards those who will inhabit those places but also towards those who will only pass through them, daily or for once. The railway yards are an opportunity to continue with that experimentation in the field of architecture that Milan has not been afraid to tackle in the past; however, new awareness and renewed principles must be applied today. And so, with the soon-to-be decommissioned Scalo di Porta Genova in the background, a reflection is undertaken that takes its cue from a first-hand experience, one that concerns those who experience an altered sense of belonging, at times rarefied and at times profound, but which even when it manifests itself as strong, does not miss an opportunity to demonstrate its fragility. Thus, the design phase was guided by the need to be part of a community or at least to have the possibility of accessing it. The answer to this need for a model that is both flexible and stable was identified in the creation of a cohousing, as the bearer of inherent values of mutual solidarity and trust. Interpreting the often aleatory and arbitrary nature of the relationships established between individuals, the building elaborated combines the peculiarities of other projects taken as a reference to give life to a system of clusters winding around irregular and dynamic interior streets, in which there is space for the spontaneous creation of community moments.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
9-apr-2024
2022/2023
In un contesto come quello milanese odierno, in cui si affrontano emergenza edilizia, emergenza ambientale e il continuo consolidarsi di uno stile di vita fortemente globalizzato è sempre più importante assumersi la responsabilità di occuparsi degli attuali vuoti urbani, ricordandosi di essere generosi, verso chi abiterà quei luoghi ma anche verso chi li attraverserà soltanto, quotidianamente o per una volta sola. Quella degli scali ferroviari è un’occasione per proseguire con quella sperimentazione in campo architettonico che Milano in passato non ha avuto paura di affrontare; tuttavia, vanno oggi applicate delle nuove consapevolezze e rinnovati principi. È così che, avendo sullo sfondo il presto dismesso Scalo di Porta Genova, si intraprende una riflessione che prende le mosse da un’esperienza vissuta in prima persona, quella che riguarda chi prova la sensazione di vivere un alterato senso di appartenenza, a tratti rarefatto e a tratti profondo, ma che anche quando si palesa come forte non perde occasione di dimostrare la propria fragilità. Dunque, la fase progettuale si è fatta guidare dalla necessità di fare parte di una comunità o quantomeno di avere possibilità di accedervi. La risposta a questo bisogno di un modello che sia al contempo flessibile e stabile è stata individuata nella creazione di un cohousing, in quanto portatore di valori insiti di solidarietà reciproca e fiducia. Interpretando il carattere spesso aleatorio e arbitrario delle relazioni che si instaurano tra gli individui, l’edificio elaborato unisce le peculiarità di altri progetti presi a riferimento per dare vita ad un sistema di cluster che si snodano attorno a delle strade interiori irregolari e dinamiche, in cui dare spazio alla creazione spontanea di momenti comunitari.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/219412