Alpine landscape and snow tourism in a changing climate : Valle d'Aosta as a case study

In recent years, the discussion surrounding the alpine landscape and the ski industry has been characterized by contrasting views regarding the mountains’ future. On one hand, there are emerging proposals for new cable car connections and expansions of ski areas, while on the other hand, the effects of climate change on mid- and low-altitude ski areas are becoming evident, leading to closures and abandonment. Global warming indeed appears to significantly influence alpine regions, with average annual temperatures rising more than twice as fast as the global average. The increasing temperatures in the alpine territory have various effects, including impacts on winter precipitation and reductions in snow cover and duration. Consequently, snow conditions are shifting to higher altitudes. Projections suggest that, if emissions remain unchecked, this shift could reach around 1000 meters by the century’s end. This inevitably poses challenges for winter tourism, which relies heavily on snow availability. While snowmaking has been utilized as an adaptation strategy for ski resorts, its effectiveness is limited. The substantial energy and water demands for artificial snow production, coupled with market stagnation, weak correlation between artificial snow production and tourist numbers, and conflicts over biodiversity and landscape preservation, necessitate a reevaluation of the winter mountain tourism model beyond its current focus on alpine skiing. The thesis project aims to delve into the evolution of the alpine landscape in response to climate change and its implications for the ski industry, examining both its structures and future prospects. The Italian region of Valle d’Aosta has been selected as a case study due to its status as an alpine region emblematic of a culture and economy built around tourism, particularly winter tourism. By analyzing and interpreting the challenges facing alpine skiing and its associated territorial infrastructure the thesis proposal seeks to envision a transformation of sports activities and tourist amenities that better align with the evolving climatic conditions of future winters.

Il dibattito attorno al paesaggio alpino e all’industria dello sci negli ultimi anni vede la presenza di visioni contrastanti sul futuro della montagna. Da un lato lato emergono nuove proposte di collegamenti funiviari e ampliamenti del dominio sciabile, dall’altra si rilevano gli effetti del cambiamento climatico sulle aree sciistiche di media e bassa quota, con la conseguente chiusura e l’abbandono di molte di esse. Il riscaldamento globale sembra in effetti influenzare significativamente le regioni alpine, con un aumento delle temperature medie annue più che doppio rispetto alla media globale. L’aumento delle temperature in territorio alpino comporta diversi effetti, tra cui un impatto sulle precipitazioni invernali e una diminuzione della copertura nevosa e della sua durata, mentre le condizioni di innevamento si spostano verso quote più alte. Le proiezioni indicano che, in una prospettiva di mancato controllo delle emissioni, questo spostamento potrebbe essere di circa 1000 metri entro la fine del secolo. Questo si rifletterebbe inevitabilmente sul turismo invernale basato sullo sci alpino, intrinsecamente dipendente dalla disponibilità di neve. La pratica dello snowmaking, come strategia di adattamento per gli impianti sciistici, avrà effetti limitati. La grande domanda di energia e acqua richiesta dalla produzione di neve artificiale, insieme alla stagnazione del mercato sciistico, alla scarsa correlazione tra produzione di neve artificiale e flussi turistici, e ai conflitti inerenti alla protezione della biodiversità e del paesaggio, sembrano indurre a un ripensamento del modello turistico montano invernale, che vada oltre la monocultura dello sci. Il progetto di tesi si propone di indagare l’evoluzione del paesaggio alpino in relazione ai cambiamenti climatici e al futuro dell’industria dello sci, indagandone strutture e prospettive. Come caso studio, in quanto regione alpina esempio di cultura ed economia fondata sul turismo, in particolar modo quello invernale, è stata scelta la Valle d’Aosta. Analizzate e interpretate le prospettive di crisi dello sci alpino e delle sue strutture territoriali, la proposta è di immaginare un’evoluzione dell’attività sportiva e dell’annessa struttura turistica, in modo da meglio adattarsi alle mutate condizioni climatiche degli inverni futuri.