Sversamento di idrocarburi da serbatoi interrati: possibili approcci alla bonifica

The present study focuses on analyzing a case study involving the remediation of a site contaminated with hydrocarbons due to an accidental spill from an underground tank. Specifically, it examines the initial phases of intervention immediately following the discovery of the incident, including emergency safety operations and preliminary environmental investigations aimed at reconstructing the site's conceptual model and screening potential remediation technologies. Given the site's context and the type of pollutants involved, many identified technologies entail the in situ application of various chemicals, such as chemical oxidation or measures aimed at enhancing biodegradation processes. Often, the selection of one approach over another prioritizes effectiveness in terms of pollutant removal, sometimes neglecting environmental compatibility aspects. In the experimental segment of the study, conducted at the Environmental Engineering Laboratory of Politecnico di Milano, the focus was on identifying and conducting short-term tests to preliminarily assess environmental compatibility aspects and potential effects on the soil caused by a generic chemical that could be employed in the remediation process. Using standard protocols for soil respirometry tests and germination and root elongation assays, the study examined the potential impacts of contamination and chemical treatment on the soil's aerobic respiration activity and its capacity to support the growth and development of cress (Lepidium sativum) seedlings. The results indicate that the presence of both the chemical and hydrocarbons increases the aerobic respiration rate of the soil, suggesting their biodegradability under aerobic conditions. Regarding the soil's ability to support plant growth, the addition of the chemical significantly inhibited root elongation in the days immediately following dosing, although repeating the test approximately 20 days after treatment revealed root growth in the treated soil comparable to that in the untreated soil. This suggests a potential recovery of soil functionality in this aspect, possibly due to the partial biodegradation of the chemical used. In conclusion, this research offers a potential approach to comprehending contaminated site remediation processes and evaluating the impacts of chemicals potentially employed in such processes.

La presente ricerca si concentra sull'analisi di un caso studio di bonifica di un sito con terreni contaminati da idrocarburi, a seguito di uno sversamento accidentale da un serbatoio interrato, seguendo in particolare, nell’ambito di un tirocinio svolto presso Tecnitalia Ingegneria, le fasi iniziali dell’intervento immediatamente successive alla scoperta dell’evento, con le operazioni di messa in sicurezza di emergenza e le indagini ambientali preliminari volte a riscostruire il modello concettuale del sito e lo screening delle possibili tecnologie d’intervento applicabili per la bonifica. In considerazione del contesto del sito e della tipologia di inquinanti, molte delle tecnologie identificate prevedono l’impiego in situ di prodotti chimici con funzioni diverse, ad esempio ossidazione chimica o azione mirata alla promozione di fenomeni di biodegradazione. Sovente la selezione di un approccio piuttosto che un altro si basa sulla valutazione della sola efficacia in termini di rimozione degli inquinanti, lasciando in secondo piano gli aspetti di compatibilità ambientale. Nella parte sperimentale del lavoro, condotta presso il Laboratorio di Ingegneria Ambientale del Politecnico, ci si è quindi focalizzati sull’identificazione e la conduzione di prove di breve durata utili ad una valutazione preliminare di aspetti di compatibilità ambientale e di possibili effetti sul comparto suolo di una generica sostanza chimica potenzialmente utilizzabile nel processo di risanamento. Attraverso l'applicazione di protocolli standard per prove respirometriche in terreno e saggi di germinazione e allungamento radicale sono stati esaminati i possibili effetti della contaminazione e del trattamento con la sostanza chimica sulla attività di respirazione aerobica del suolo e sulla sua capacità di sostenere la crescita e lo sviluppo di piantine di crescione (Lepidium sativum). I risultati mostrano che il tasso di respirazione aerobica del suolo è incrementato in presenza sia della sostanza chimica di test, che di idrocarburi, suggerendo una loro biodegradabilità in condizioni aerobiche. Dall’analisi della capacità di supporto alla crescita delle piante è risultato che l’aggiunta di sostanza chimica determina, nei giorni immediatamente successivi al dosaggio, un’inibizione significativa non tanto della germinazione quanto dell’allungamento radicale. D'altra parte, è stato osservato, ripetendo il test a circa 20 giorni dal trattamento, una crescita radicale nel terreno trattato paragonabile a quella del terreno non trattato, indicando, probabilmente per effetto della parziale biodegradazione della sostanza utilizzata, un recupero della funzionalità del suolo per questo aspetto. In conclusione, questa ricerca offre un possibile approccio per comprendere i processi di bonifica dei siti contaminati e valutare gli impatti delle sostanze chimiche potenzialmente utilizzabili in tali processi.