Depot : una lettura degli spazi come mezzi di archiviazione

The research is prompted by the need to collect and preserve, both personal and collective. As it unfolds, each collection becomes a project, using memory as a tool, and takes on spatial and temporal components defined in the form of an archive. The diversity of media and archival means, in response to various needs, feeds the constant reflection on archiving in the present day. The spatial designer holds on to these interpretations and translates them into his own discipline, in order to reconsider the archiving space so as to implement its varieties and to be able to respond to different storage needs. Beginning with the impatience towards the limitations of the traditional archive space, two new spaces are presented, the digital and the natural landscape, conceived as tools capable of containing and preserving information. A strictly temporal contrast is set up between the two, as one is defined as permanent, while the other is defined as temporary. To these two new types of archive correspond different spatial characteristics, supported by the analysis of a series of case studies. The proposed process is that of a design that tends to abstract rather than concretise. Using a diagram-based approach, the process follows an anthropological point of view according to tendencies and behaviours concerning reliance and recognition in the two types of spaces with features based on suggestions. The two-dimensional diagrams produced during the research serve as the basis for the design of two exhibition pavilions. The exhibition inside them allows the research to be displayed and narrated. The aim of the thesis is to re-read, in a new key, the existing spaces according to their way of keeping information and to open up the possibility of creating new ones.

La ricerca prende ispirazione dall’esigenza di raccolta e conservazione, personale o collettiva. Nel modo di dispiegarsi, ogni raccolta diventa progetto, servendosi della memoria come strumento, e assume componenti spaziali e temporali delineate in forma di archivio. La diversità di supporti e mezzi di archiviazione, in riposta alle varie esigenze, alimenta la costante riflessione sull’archiviazione nel contemporaneo. Il progettista di spazi si aggrappa a queste interpretazioni e le trasla nella propria disciplina, al fine di riconsiderare lo spazio di archiviazione per implementarne la varietà e poter rispondere a bisogni diversi di conservazione. A partire dall’insofferenza nei confronti della limitatezza dello spazio d’archivio tradizionale vengono presentati due spazi nuovi, il digitale e il paesaggio naturale, concepiti come mezzi in grado di contenere e conservare informazioni. Tra i due si innesca una contrapposizione prettamente temporale, poichè uno viene definito come permanente, mentre l’altro come temporaneo. A questi due nuovi tipi d’archivio corrispondono caratteristiche spaziali differenti, supportate dall’analisi di una serie di casi studio. Il percorso proposto è quello di una progettazione che tende ad astrarre piuttosto che a concretizzare. Per via diagrammatica, il processo segue un punto di vista antropologico secondo tendenze e comportamenti relativi all’affidamento e al riconoscimento nei due tipi di spazi con caratteristiche basate su suggestioni. I diagrammi bidimensionali generati durante la ricerca diventano le basi per il progetto di due padiglioni espositivi. Il percorso al loro interno permette di esporre e narrare la ricerca. Obiettivo della tesi è rileggere, in una nuova chiave, gli spazi esistenti secondo il loro modo di mantenere informazioni e di aprire alla possibilità di crearne di nuovi.