The research investigates the history and design of three exhibition designs realized by Luigi Figini (Milan 1903 - Milan 1984) and Gino Pollini (Rovereto 1903 - Milan 1991), which can be temporally attributed to the early stages of their architectural careers: La Casa Elettrica built in the park of Villa Reale in Monza in 1930, Villa-studio per un Artista built in Parco Sempione for the Milan Triennale in 1933, and Sala dei Precursori, set up in Palazzo dell’Arte during the Italian Aeronautics Exhibition in 1934. The thesis addresses a series of objectives. From a historical point of view, it interprets the value of these early years of the architects’ careers within the context of their enduring professional partnership and the nature of their subsequent works. It does so through an inductive research process, starting with an in-depth study of individual case studies to extract general interpretations placing the research as a further contribution to the scientific debate regarding the architects’ work. The exhibition designs are, therefore, studied based on original sources stored at the Figini and Pollini archive (Archivio del ‘900, at Mart in Rovereto) magazine publications, exhibition catalogs, and private archival sources, including the Manusardi family archive, one of their most significant clients. The study of correspondences reveals the political and managerial dynamics that led to the construction of La Casa Elettrica and allows for an assessment of the project’s significance from an internal perspective. The Villa-studio per un Artista is first reconstructed in its technical aspects and then considered within the broader and more complex cultural, political, and architectural context within the research on a Mediterranean house. On the one hand, the paragraph investigates Figini and Pollini’s specific position regarding temporary practical needs such as italian autarky and the interest in promoting their own work. On the other hand, it considers the project as an embryonic condensed form of artistic principles in which they deeply believed, highlighting its prototype nature for subsequent architectural and research endeavors that would systematically materialize in later years. For this purpose, the research includes references to subsequent publications and architectural works, including the book L’elemento Verde e l’Abitazione published by Figini for <> in 1950, and the visit and analyses of the unpublished Villa Manusardi in Cartabbia (1939-52). The study of Sala dei Precursori at the Italian Aeronautics Exhibition (1934), the last of the three case studies, stands out due to its status as a set up conceived within a thematic exhibition, heavily constrained from a design perspective by timing, economic, communicative, and content related factors. The analysis reconstructs a hypothetical path inside the hall and highlights the spatial and graphic expedients used by the architects to enhance the vast quantity of archival documents available and to narrate the early Italian studies on flight and the adventures of the early balloonists. From the study, the experimentation of a broad repertoire of design solutions enriched by the assimilation and personal interpretation of contemporary artistic avant-garde theories becomes evident and manifest. From a methodological perspective, historical research is accompanied by the use of digital technologies and processes of philological virtual reconstruction of the exhibition designs as tools for systematic data collection, study, and analysis of case studies. The approach becomes original in considering the valorization of a specific scope and scale of the project: the ‘lost’ heritage of 20th-century exhibitions. These are temporary architectures for which no physical traces remain, but only photographs, technical drawings, correspondence stored in architectural archives, original sources from magazines and catalogs. The use of three-dimensional modeling software (Rhinoceros) imposes a comparison with the metric and construction characteristics of the projects and facilitates the historian’s assimilation and extrapolation of geometric and spatial concepts (such as proportions and scale) useful for project analysis. The photorealistic graphic rendering (Vray) of the exhibitions presupposes the identification, through historical research of materials, textures, and colors originally used and simulates their relationships with space and light. Therefore, the secondary objective of the research is to test a methodology in which the historian’s role is to analyze, select, organize, and present the documents for the user in a guided manner, identifying and bringing out the intangible values that the exhibition designs carry.

La ricerca indaga la storia e il progetto di tre allestimenti realizzati da Luigi Figini (Milano 1903 - Milano 1984) e Gino Pollini (Rovereto 1903 - Milano 1991), riferibili temporalmente al periodo degli esordi della loro carriera di architetti. Si tratta della Casa Elettrica realizzata nel parco della Villa Reale di Monza nel 1930, della Villa-studio per un Artista costruita nel Parco Sempione per la Triennale di Milano del 1933 e della Sala dei Precursori, allestita nel Palazzo dell’Arte di Milano in occasione della Esposizione dell’Aeronautica Italiana, nel 1934. Dal punto di vista storico, la tesi interpreta il valore di questi primi anni della carriera degli architetti nel contesto del loro durevole sodalizio professionale e del carattere delle loro opere successive. Lo fa attraverso un processo di ricerca induttivo, partendo cioè dallo studio dei singoli casi studio per estrapolare interpretazioni di carattere generale, che mirano ad annoverare la ricerca come ulteriore contributo al dibattito scientifico in merito all’opera degli architetti. Gli allestimenti sono studiati a partire dalle fonti originali custodite nel fondo Figini e Pollini dell’archivio del ‘900 del Mart di Rovereto, dalle pubblicazioni su riviste dell’epoca, dai cataloghi delle mostre e da fonti archivistiche di carattere privato tra le quali l’archivio della famiglia di Gian Marco Manusardi, uno dei loro più significativi committenti. Lo studio delle corrispondenze rivela le dinamiche di carattere politico e gestionale che portarono alla costruzione della Casa Elettrica e consente di valutare la rilevanza del progetto sotto un’inedita prospettiva interna. La Villa Studio per un’Artista è prima ricostruita nei suoi aspetti tecnici e poi inserita nel più ampio fenomeno culturale, politico e architettonico della ricerca sulla casa mediterranea. Da una parte indagando la specifica posizione di Figini e Pollini di fronte alle necessità pratiche temporanee quali l’autarchia nazionale e la volontà di promuovere la propria opera in Italia. Dall’altra considerando il progetto come un embrionale condensato di principi artistici nei quali credevano profondamente e sottolineandone il carattere di prototipo di architetture e ricerche e che si concretizzeranno in maniera sistematica in anni successivi. A questo scopo si fa riferimento a pubblicazioni e architetture realizzate posteriormente, fra le quali il volume l’elemento verde e l’abitazione, pubblicato da Figini per la collana Quaderni <> nel 1950 e la visita e il racconto dell’inedita Villa Manusardi a Cartabbia (1939-52). La Sala dei Precursori alla Mostra dell’Aeronautica, ultimo dei tre casi studio, si distingue per la sua condizione di allestimento realizzato nell’ambito di un’esposizione tematica, fortemente vincolata dal punto di vista progettuale da fattori tempistici, economici, comunicativi e di contenuto. L’analisi ricostruisce un ipotetico percorso all’interno della Sala ed evidenzia gli espedienti spaziali e grafici impiegati dagli architetti per valorizzare la grandissima quantità di documenti d’archivio a disposizione e per raccontare i primi studi italiani sul volo e le vicende dei primi aeronauti ascesi su palloni. Dallo studio si scopre e si manifesta la sperimentazione di un ampio repertorio di soluzioni progettuali arricchite dall’assimilazione e dalla personale interpretazione da parte degli architetti delle teorie delle avanguardie artistiche del momento. Dal punto di vista metodologico, la ricerca storica è affiancata dall’impiego di tecnologie digitali e processi di ricostruzione virtuale filologica degli allestimenti come strumenti per la raccolta sistemica dei dati, lo studio e l’approfondimento dei progetti. L’approccio si rende originale nel prendere in considerazione la valorizzazione di un preciso ambito e scala del progetto, ossia il patrimonio ‘perduto’ degli allestimenti del ‘900. Architetture temporanee delle quali non restano tracce fisiche, ma soltanto fotografie, disegni tecnici, corrispondenze custodite negli archivi di architettura, fonti originali provenienti da riviste e cataloghi. L’impiego del software di modellazione tridimensionale (Rhinoceros) impone un confronto con le caratteristiche metriche e costruttive dei progetti e aiuta lo storico nell’assimilazione ed estrapolazione di concetti geometrici e spaziali - proporzioni, scala - utili a comprendere il progetto. La restituzione grafica (Vray) degli allestimenti presuppone l’individuazione attraverso ricerca storica di materiali, trame, colori originariamente impiegati e ne simula le loro relazioni con i luoghi e con la luce. La ricerca ha quindi come obiettivo secondario quello di testare una metodologia in cui il ruolo dello storico è quello di analizzare, selezionare, organizzare e predisporre i documenti per il fruitore in maniera guidata, identificando e facendo emergere i valori intangibili di cui gli allestimenti sono portatori. Un metodo che cerca di far rivivere quei progetti oggi e quelle vicende che, quasi un secolo fa, portarono Figini e Pollini a realizzarli.

Tre allestimenti di Luigi Figini e Gino Pollini. La Casa Elettrica 1930; Villa Studio per un Artista 1933; Sala dei Precursori 1934. Dal patrimonio archivistico in architettura al tour virtuale

Lopez, Tomas Maria
2023/2024

Abstract

The research investigates the history and design of three exhibition designs realized by Luigi Figini (Milan 1903 - Milan 1984) and Gino Pollini (Rovereto 1903 - Milan 1991), which can be temporally attributed to the early stages of their architectural careers: La Casa Elettrica built in the park of Villa Reale in Monza in 1930, Villa-studio per un Artista built in Parco Sempione for the Milan Triennale in 1933, and Sala dei Precursori, set up in Palazzo dell’Arte during the Italian Aeronautics Exhibition in 1934. The thesis addresses a series of objectives. From a historical point of view, it interprets the value of these early years of the architects’ careers within the context of their enduring professional partnership and the nature of their subsequent works. It does so through an inductive research process, starting with an in-depth study of individual case studies to extract general interpretations placing the research as a further contribution to the scientific debate regarding the architects’ work. The exhibition designs are, therefore, studied based on original sources stored at the Figini and Pollini archive (Archivio del ‘900, at Mart in Rovereto) magazine publications, exhibition catalogs, and private archival sources, including the Manusardi family archive, one of their most significant clients. The study of correspondences reveals the political and managerial dynamics that led to the construction of La Casa Elettrica and allows for an assessment of the project’s significance from an internal perspective. The Villa-studio per un Artista is first reconstructed in its technical aspects and then considered within the broader and more complex cultural, political, and architectural context within the research on a Mediterranean house. On the one hand, the paragraph investigates Figini and Pollini’s specific position regarding temporary practical needs such as italian autarky and the interest in promoting their own work. On the other hand, it considers the project as an embryonic condensed form of artistic principles in which they deeply believed, highlighting its prototype nature for subsequent architectural and research endeavors that would systematically materialize in later years. For this purpose, the research includes references to subsequent publications and architectural works, including the book L’elemento Verde e l’Abitazione published by Figini for <> in 1950, and the visit and analyses of the unpublished Villa Manusardi in Cartabbia (1939-52). The study of Sala dei Precursori at the Italian Aeronautics Exhibition (1934), the last of the three case studies, stands out due to its status as a set up conceived within a thematic exhibition, heavily constrained from a design perspective by timing, economic, communicative, and content related factors. The analysis reconstructs a hypothetical path inside the hall and highlights the spatial and graphic expedients used by the architects to enhance the vast quantity of archival documents available and to narrate the early Italian studies on flight and the adventures of the early balloonists. From the study, the experimentation of a broad repertoire of design solutions enriched by the assimilation and personal interpretation of contemporary artistic avant-garde theories becomes evident and manifest. From a methodological perspective, historical research is accompanied by the use of digital technologies and processes of philological virtual reconstruction of the exhibition designs as tools for systematic data collection, study, and analysis of case studies. The approach becomes original in considering the valorization of a specific scope and scale of the project: the ‘lost’ heritage of 20th-century exhibitions. These are temporary architectures for which no physical traces remain, but only photographs, technical drawings, correspondence stored in architectural archives, original sources from magazines and catalogs. The use of three-dimensional modeling software (Rhinoceros) imposes a comparison with the metric and construction characteristics of the projects and facilitates the historian’s assimilation and extrapolation of geometric and spatial concepts (such as proportions and scale) useful for project analysis. The photorealistic graphic rendering (Vray) of the exhibitions presupposes the identification, through historical research of materials, textures, and colors originally used and simulates their relationships with space and light. Therefore, the secondary objective of the research is to test a methodology in which the historian’s role is to analyze, select, organize, and present the documents for the user in a guided manner, identifying and bringing out the intangible values that the exhibition designs carry.
SCAIONI, MARCO
DAGLIO, LAURA
6-mag-2024
Three exhibition designs by Luigi Figini and Gino Pollini. La Casa Elettrica 1930, Villa-studio per un artista 1933, Sala dei Precursori 1934. From archival Heritage in architecture to virtual tour
La ricerca indaga la storia e il progetto di tre allestimenti realizzati da Luigi Figini (Milano 1903 - Milano 1984) e Gino Pollini (Rovereto 1903 - Milano 1991), riferibili temporalmente al periodo degli esordi della loro carriera di architetti. Si tratta della Casa Elettrica realizzata nel parco della Villa Reale di Monza nel 1930, della Villa-studio per un Artista costruita nel Parco Sempione per la Triennale di Milano del 1933 e della Sala dei Precursori, allestita nel Palazzo dell’Arte di Milano in occasione della Esposizione dell’Aeronautica Italiana, nel 1934. Dal punto di vista storico, la tesi interpreta il valore di questi primi anni della carriera degli architetti nel contesto del loro durevole sodalizio professionale e del carattere delle loro opere successive. Lo fa attraverso un processo di ricerca induttivo, partendo cioè dallo studio dei singoli casi studio per estrapolare interpretazioni di carattere generale, che mirano ad annoverare la ricerca come ulteriore contributo al dibattito scientifico in merito all’opera degli architetti. Gli allestimenti sono studiati a partire dalle fonti originali custodite nel fondo Figini e Pollini dell’archivio del ‘900 del Mart di Rovereto, dalle pubblicazioni su riviste dell’epoca, dai cataloghi delle mostre e da fonti archivistiche di carattere privato tra le quali l’archivio della famiglia di Gian Marco Manusardi, uno dei loro più significativi committenti. Lo studio delle corrispondenze rivela le dinamiche di carattere politico e gestionale che portarono alla costruzione della Casa Elettrica e consente di valutare la rilevanza del progetto sotto un’inedita prospettiva interna. La Villa Studio per un’Artista è prima ricostruita nei suoi aspetti tecnici e poi inserita nel più ampio fenomeno culturale, politico e architettonico della ricerca sulla casa mediterranea. Da una parte indagando la specifica posizione di Figini e Pollini di fronte alle necessità pratiche temporanee quali l’autarchia nazionale e la volontà di promuovere la propria opera in Italia. Dall’altra considerando il progetto come un embrionale condensato di principi artistici nei quali credevano profondamente e sottolineandone il carattere di prototipo di architetture e ricerche e che si concretizzeranno in maniera sistematica in anni successivi. A questo scopo si fa riferimento a pubblicazioni e architetture realizzate posteriormente, fra le quali il volume l’elemento verde e l’abitazione, pubblicato da Figini per la collana Quaderni <> nel 1950 e la visita e il racconto dell’inedita Villa Manusardi a Cartabbia (1939-52). La Sala dei Precursori alla Mostra dell’Aeronautica, ultimo dei tre casi studio, si distingue per la sua condizione di allestimento realizzato nell’ambito di un’esposizione tematica, fortemente vincolata dal punto di vista progettuale da fattori tempistici, economici, comunicativi e di contenuto. L’analisi ricostruisce un ipotetico percorso all’interno della Sala ed evidenzia gli espedienti spaziali e grafici impiegati dagli architetti per valorizzare la grandissima quantità di documenti d’archivio a disposizione e per raccontare i primi studi italiani sul volo e le vicende dei primi aeronauti ascesi su palloni. Dallo studio si scopre e si manifesta la sperimentazione di un ampio repertorio di soluzioni progettuali arricchite dall’assimilazione e dalla personale interpretazione da parte degli architetti delle teorie delle avanguardie artistiche del momento. Dal punto di vista metodologico, la ricerca storica è affiancata dall’impiego di tecnologie digitali e processi di ricostruzione virtuale filologica degli allestimenti come strumenti per la raccolta sistemica dei dati, lo studio e l’approfondimento dei progetti. L’approccio si rende originale nel prendere in considerazione la valorizzazione di un preciso ambito e scala del progetto, ossia il patrimonio ‘perduto’ degli allestimenti del ‘900. Architetture temporanee delle quali non restano tracce fisiche, ma soltanto fotografie, disegni tecnici, corrispondenze custodite negli archivi di architettura, fonti originali provenienti da riviste e cataloghi. L’impiego del software di modellazione tridimensionale (Rhinoceros) impone un confronto con le caratteristiche metriche e costruttive dei progetti e aiuta lo storico nell’assimilazione ed estrapolazione di concetti geometrici e spaziali - proporzioni, scala - utili a comprendere il progetto. La restituzione grafica (Vray) degli allestimenti presuppone l’individuazione attraverso ricerca storica di materiali, trame, colori originariamente impiegati e ne simula le loro relazioni con i luoghi e con la luce. La ricerca ha quindi come obiettivo secondario quello di testare una metodologia in cui il ruolo dello storico è quello di analizzare, selezionare, organizzare e predisporre i documenti per il fruitore in maniera guidata, identificando e facendo emergere i valori intangibili di cui gli allestimenti sono portatori. Un metodo che cerca di far rivivere quei progetti oggi e quelle vicende che, quasi un secolo fa, portarono Figini e Pollini a realizzarli.
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