Obiettivo della tesi è la progettazione di uno spazio polifunzionale a Città di Castello, comune dell’Umbria a circa 50km da Perugia. L’area, ospitava uno dei più importanti e riusciti interventi industriali del dopo-guerra, la Fattoria Autonoma Tabacchi, demolita per la maggior parte durante gli anni 1980-1990 e successivamente interessata da una sistemazione che si è rivelata assai complessa e controversa per il ritrovamento di reperti archeologici d’epoca romana che andranno conservati e integrati con il resto dell’architettura. L’analisi di tipo formale-visuale considera gli effetti di oggetti fisici percettibili, quest’ultimi possono venire classificati in cinque tipi di elementi: percorsi, margini, quartieri, nodi e riferimenti. Identificati i riferimenti maggiori all’interno del contesto vengono individuati una serie di tracciati che uniscono a coppie questi dieci punti definendo cinque direttrici. Questa sintesi rappresenta il sistema dei vettori sul quale lavorare per definire la configurazione planimetrica dello Zenith in accordo con quanto è risultato dall’analisi del contesto e riportato negli obiettivi. L’unione a spirale dei punti individuati all’interno del tessuto urbano sta invece alla base dell’evoluzione che porta alla definizione planivolumetrica dell’edifico a spirale. I disegni realizzati non sono autonomi, ma in sequenza, e in ognuno di essi è possibile leggere la continuazione del precedente, o l’approfondimento o ancora una diversa visuale dello stesso soggetto. I modelli usati in fase di progetto sono tre : plastici, modelli diagrammatici e plastici informatici. Principalmente il diagramma, che in architettura può essere visto come un doppio sistema che opera come una scrittura sia nell’anteriorità sia nell’interiorità dell’architettura stessa agendo da superficie che riceve delle iscrizioni provenienti dalla memoria di ciò che ancora non esiste, cioè la memoria di un potenziale oggetto architettonico. In quanto tale è anche una forma di rappresentazione di un’architettura di tracce. La poetica architettonica è rappresentata dal movimento, termine che, per uscire da ogni equivoco, sostituiamo con quello di tensione.

Tifernum Tiberinum Rebus. Elaborazione euristica dell’area ex FAT a Città di Castello (PG)

BROLIS, GIANLUIGI
2010/2011

Abstract

Obiettivo della tesi è la progettazione di uno spazio polifunzionale a Città di Castello, comune dell’Umbria a circa 50km da Perugia. L’area, ospitava uno dei più importanti e riusciti interventi industriali del dopo-guerra, la Fattoria Autonoma Tabacchi, demolita per la maggior parte durante gli anni 1980-1990 e successivamente interessata da una sistemazione che si è rivelata assai complessa e controversa per il ritrovamento di reperti archeologici d’epoca romana che andranno conservati e integrati con il resto dell’architettura. L’analisi di tipo formale-visuale considera gli effetti di oggetti fisici percettibili, quest’ultimi possono venire classificati in cinque tipi di elementi: percorsi, margini, quartieri, nodi e riferimenti. Identificati i riferimenti maggiori all’interno del contesto vengono individuati una serie di tracciati che uniscono a coppie questi dieci punti definendo cinque direttrici. Questa sintesi rappresenta il sistema dei vettori sul quale lavorare per definire la configurazione planimetrica dello Zenith in accordo con quanto è risultato dall’analisi del contesto e riportato negli obiettivi. L’unione a spirale dei punti individuati all’interno del tessuto urbano sta invece alla base dell’evoluzione che porta alla definizione planivolumetrica dell’edifico a spirale. I disegni realizzati non sono autonomi, ma in sequenza, e in ognuno di essi è possibile leggere la continuazione del precedente, o l’approfondimento o ancora una diversa visuale dello stesso soggetto. I modelli usati in fase di progetto sono tre : plastici, modelli diagrammatici e plastici informatici. Principalmente il diagramma, che in architettura può essere visto come un doppio sistema che opera come una scrittura sia nell’anteriorità sia nell’interiorità dell’architettura stessa agendo da superficie che riceve delle iscrizioni provenienti dalla memoria di ciò che ancora non esiste, cioè la memoria di un potenziale oggetto architettonico. In quanto tale è anche una forma di rappresentazione di un’architettura di tracce. La poetica architettonica è rappresentata dal movimento, termine che, per uscire da ogni equivoco, sostituiamo con quello di tensione.
ARC I - Scuola di Architettura e Società
20-lug-2011
2010/2011
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/22102