Design with(in) uncertainties. Exploring antifragile attitudes from design processes of public space

By adopting the term “uncertainties” as a metonymy for various adverse situations, ranging from global events to mundane circumstances, this research observes that some urban designers, architects, and landscape architects are able to stay with and sometimes even benefit from the various uncertainties that arise in the design processes of public space they are working in. But how do they do it? Currently, the body of research on this topic is limited, particularly when it comes to benefitting from uncertainties. Therefore, this study contributes to addressing this epistemological gap through a series of intertwined interpretative operations concerning matters, concepts, cases, and attitudes. It delves into contemporary design discourses, grasping matters related to coping with uncertainties. It builds a theoretical lens from concepts that question and expand upon antifragility—the ability to thrive within uncertainties (Taleb, 2012). Then, the study qualitatively explores nine cases of design processes of public spaces— Esto no es un solar in Zaragoza, Spain; Prossima Apertura in Aprilia, Italy; Zollverein Park in Essen, Germany; Barking Town Square in London, UK; Piazza Gasparotto in Padua, Italy; Tempelhofer Feld in Berlin, Germany; Westbahnpark in Vienna, Austria; Parc aux Angéliques in Bordeaux, France; and Jubileumsparken in Gothenburg, Sweden—, deepening in particular the case of Jubileumsparken. This empirical exploration aims to understand which ways of doing the designers involved in these processes intentionally or unintentionally adopted to deal with the uncertainties around them. After having constructed these matters, concepts, and cases, the research assembles them into thirteen interpretative categories called antifragile attitudes, which are about i) learning from the past, ii) experimenting with trial and error, iii) making simulations, iv) adjusting the course based on what happens, v) turning adversities into opportunities, vi) gaining wiggle room, vii) introducing trojan horses, viii) making trouble, ix) acting short-term while thinking long-term, x) assessing negotiability, xi) keeping many options open, xii) providing conditions of possibility, xiii) and making room for the unexpected. These attitudes are facets of the practical know-how of our time, and the study frames them with reflections on acceptance, observation, and hope meant as three conditions of possibility for these attitudes to blossom. This research does not offer templates or guidelines for designers because, in dealing with uncertainties, how could “certain” instructions fit all situations and agents? However, with its interpretation of matters, concepts, cases, and antifragile attitudes, this work aims to contribute to the discussion on the relationship between design processes and uncertainties and support designers’ imagination.

Adottando il termine “incertezze” come metonimia di varie situazioni avverse, che vanno da eventi globali a fatti contingenti, questa ricerca osserva che alcuni urbanisti, architetti e paesaggisti sono in grado di convivere e a volte anche di trarre vantaggio dalle varie incertezze che si presentano nei processi di progettazione dello spazio pubblico a cui lavorano. Ma come lo fanno? Attualmente, le ricerche su questo argomento sono limitate, in particolare su come è possibile trarre vantaggio dalle incertezze. Pertanto, questo studio contribuisce a colmare questa lacuna epistemologica attraverso una serie di operazioni interpretative intrecciate che riguardano questioni, concetti, casi e atteggiamenti. Si addentra nel dibattito contemporaneo sulla progettazione, cogliendo le questioni relative alla gestione delle incertezze. Costruisce una lente teorica a partire da concetti che mettono in discussione ed espandono il concetto di antifragilità, ossia la capacità di fare leva sull'incertezza (Taleb, 2012). Quindi, lo studio esplora qualitativamente nove casi di processi progettuali di spazi pubblici: Esto no es un solar a Saragozza, Spagna; Prossima Apertura ad Aprilia, Italia; Zollverein Park a Essen, Germania; Barking Town Square a Londra, Regno Unito; Piazza Gasparotto a Padova, Italia; Tempelhofer Feld a Berlino, Germania; Westbahnpark a Vienna, Austria; Parc aux Angéliques a Bordeaux, Francia; e Jubileumsparken a Göteborg, Svezia, approfondendo in particolare il caso di Jubileumsparken. Questa esplorazione empirica mira a capire quali azioni, intenzionali o meno, i progettisti coinvolti in questi processi abbiano messo in campo per affrontare le incertezze incontrate. Dopo aver costruito questi argomenti, concetti e casi, la ricerca li “assembla” in tredici categorie interpretative chiamate “atteggiamenti antifragili,” che riguardano i) imparare dal passato, ii) sperimentare per tentativi ed errori, iii) fare simulazioni, iv) aggiustare la rotta in base a ciò che accade, v) trasformare le avversità in opportunità, vi) guadagnare margine di manovra, vii) introdurre Trojan horses, viii) destabilizzare, ix) agire a breve termine pensando a lungo termine, x) valutare la negoziabilità, xi) tenere aperte più opzioni, xii) fornire condizioni di possibilità, xiii) e fare spazio all'inaspettato. Questi atteggiamenti sono aspetti del know-how pratico del nostro tempo e lo studio li inquadra con riflessioni sull'accettazione, l'osservazione e la speranza, intese come tre condizioni di possibilità per lo sviluppo di questi atteggiamenti. Questa ricerca non offre modelli o linee guida per i progettisti perché, nell'affrontare le incertezze, come potrebbero istruzioni precisamente determinate adattarsi a tutte le situazioni e a tutti gli agenti? Tuttavia, con la sua interpretazione delle questioni, dei concetti, dei casi e degli atteggiamenti antifragili, questo lavoro intende contribuire alla discussione sul rapporto tra processi di progettazione e incertezze e sostenere l'immaginazione dei progettisti.