Cultural staging : the voice of the fortune teller

A rethinking of cultural places is needed today to ensure an ever greater involvement of the public and a more effective transmission of contents, evaluating which characteristics the new sets of cultural interiors should have: a greater hybridization with new technologies; being gentle to an audience often intimidated by traditional museum spaces; an almost entropic character that allows to generate more culture and more social opportunities. Finally, they should ensure a further democratisation of contents by opening up to the outside world and invading the streets of the city. What is needed is a system with an extremely memorable character, which differs from the traditional white cube. The possible answer to this theme is the metaphor of the fortune teller, an urban narrator who speaks to the occasional passer-by, with a strong pop character coming from the world of circus and luna parks, fed by an artificial intelligence that makes him able to adapt to the needs of the individual interlocutor. An authentic performer on the stage of urban space, who dialogues, answers the questions put to him by users. The idea of working in a city context gives the opportunity to establish a totally unexpected moment of enrichment, making it easier for the public to enjoy and making the experience more attractive and engaging. This gave rise to the idea of designing a seating system in dialogue with the device of the fortune teller, able to adapt to different scenarios and to tell different themes depending on the configuration.

Un ripensamento dei luoghi della cultura é oggi necessario per garantire un sempre maggior coinvolgimento del pubblico e una trasmissione più efficace dei contenuti, valutando quali caratteristiche dovrebbero avere le nuove scenografie degli interni in ambito culturale: una maggior ibridazione con le nuove tecnologie; essere luoghi gentili nei confronti di un pubblico spesso intimorito dai tradizionali spazi museali; un carattere quasi entropico che consenta di generare più cultura e più occasioni di socialità. Infine, dovrebbero garantire un’ulteriore democratizzazione dei contenuti aprendosi al mondo esterno e invadendo le strade della città. Occorre un sistema contraddistinto da un carattere estremamente memorabile, che si distingua dal tradizionale white cube. La possibile risposta a questo tema é la metafora del fortune teller, un narratore urbano che parla al passante occasionale, dal carattere fortemente pop e proveniente dal mondo circense e dei luna park, alimentato da un’intelligenza artificiale che lo rende capace di adattarsi alle esigenze del singolo interlocutore. Un autentico performer nel palcoscenico dello spazio urbano, che dialoga, risponde alle domande che gli sono rivolte dagli utenti. L’idea di lavorare in un contesto cittadino concede l’occasione di istituire un momento totalmente inaspettato di arricchimento, facilitando la fruizione da parte del pubblico e rendendo l’esperienza più attrattiva e coinvolgente. Nasce così l’idea di progettare un sistema di sedute in dialogo con il dispositivo del fortune teller, capace di adattarsi a vari scenari e di raccontare tematiche diverse a seconda della configurazione.