Now open: art and bioskop dian art space project against abandonment

The topic of this project arises from two starting points; One: A city that once was called “Parijs van Java” due to its strong architectural, social, art and cultural characteristics, Bandung is now a city known best as one of the contemporary art centers of Indonesia, together with Yogyakarta and Bali. It is a home to numbers of Indonesia’s top contemporary artists, art galleries, and cultural heritage buildings from the Dutch colonial era. Unfortunately, upon a closer look, the three sectors exist on their own. The artists exist on their own, in their own ateliers, scavenging empty corners to exhibit their works, and even some left the city in their pursue for their art. The galleries stand on their own, with their own events, their own goals and images. The beautiful art deco buildings are left forgotten or misused. There is no connection, system, or infrastructure that embraces them together into an ecosystem of art and culture. There is a very small and limited stage for the artists to integrate better with the local art ecosystem and the city. They are running around in a way similar to ducklings without their mother. And in the past few years, the ducklings are crying for a mother to embrace and nurture them. Two: The notion of “art makes society” and the possibility of how the society, in return, makes art. While art gives life to a society through culture and identity, society, through the city, provides the medium or infrastructure for art to happen and flourish, forming a complex yet interesting symbiosis relationship between art and society. These mediums or infrastructure involve not only the art or the artworks but also the artists and the community. They act as meeting points between the three, where exchange of knowledge, culture, and experiences could happen. Starting from such issues, it is interesting to see how we could address the current situation in Bandung and its art environment from an architectural/design perspective. Perhaps by injecting a facility or infrastructure that act as a container for the city’s art sceneries as well as a podium for the local artists to gather resonate their works to the society. An integrated space with available galleries/exhibition spaces, exhibitions highlighting the local or current contemporary art scene, as well as a meeting space where artists, galleries, and the society could meet and integrate into a stronger and more characterized art ecosystem. At the same time, an approach that involves the existing chain of historical buildings could be also possible through adapting adaptive reuse approach on selected building(s). All in all, an art facility that could intertwine the artists, the galleries, the city, and the society together through exhibitions and art spaces.

Il tema di questo progetto nasce da due punti di partenza; Uno: una città che un tempo era chiamata “Parijs van Java” per le sue forti caratteristiche architettoniche, sociali, artistiche e culturali, Bandung è oggi una città conosciuta soprattutto come uno dei centri d’arte contemporanea dell’Indonesia, insieme a Yogyakarta e Bali. Qui si trovano i migliori artisti contemporanei dell’Indonesia, gallerie d’arte ed edifici del patrimonio culturale dell’epoca coloniale olandese. Purtroppo, a uno sguardo più attento, i tre settori esistono da soli. Gli artisti esistono da soli, nei loro atelier, scovando angoli vuoti per esporre le loro opere, e addirittura alcuni hanno lasciato la città alla ricerca della loro arte. Le gallerie sono autonome, con i loro eventi, i loro obiettivi e le loro immagini. I bellissimi edifici art déco sono stati dimenticati o utilizzati male. Non ci sono connessioni, sistemi o infrastrutture che li uniscano in un ecosistema di arte e cultura. Gli artisti hanno a disposizione un palcoscenico molto piccolo e limitato per integrarsi meglio con l’ecosistema artistico locale e con la città. Si muovono in un modo simile a quello degli anatroccoli senza la madre. Negli ultimi anni, gli anatroccoli hanno chiesto a gran voce una madre che li abbracciasse e li nutrisse. Due: il concetto di “l’arte fa la società” e la possibilità che la società, in cambio, faccia l’arte. Mentre l’arte dà vita a una società attraverso la cultura e l’identità, la società, attraverso la città, fornisce il mezzo o l’infrastruttura affinché l’arte si realizzi e fiorisca, formando un complesso ma interessante rapporto di simbiosi tra arte e società. Questi mezzi o infrastrutture non coinvolgono solo l’arte o le opere, ma anche gli artisti e la comunità. Agiscono come punti d’incontro tra i tre, dove possono avvenire scambi di conoscenze, cultura ed esperienze. Partendo da questi temi, è interessante vedere come si potrebbe affrontare la situazione attuale di Bandung e del suo ambiente artistico da una prospettiva architettonica e progettuale. Forse inserendo una struttura o un’infrastruttura che funga da contenitore per le scenografie artistiche della città e da podio per gli artisti locali per far risuonare le loro opere alla società. Uno spazio integrato con gallerie/ spazi espositivi disponibili, mostre che mettano in evidenza la scena artistica contemporanea locale o attuale, nonché uno spazio di incontro in cui artisti, gallerie e società possano incontrarsi e integrarsi in un ecosistema artistico più forte e caratterizzato. Allo stesso tempo, un approccio che coinvolga la catena di edifici storici esistenti potrebbe essere possibile anche attraverso l’adattamento di un approccio di riuso adattivo su uno o più edifici selezionati. In definitiva, una struttura artistica che potrebbe intrecciare gli artisti, le gallerie, la città e la società attraverso mostre e spazi artistici.