Every day to get around, we experience different modes of transport: among many, my choice is the bicycle. Despite the many urban limitations, this choice allows me to feel part of a community and to experience the city from a unique perspective.From the very first bicycle trips, I clearly perceived the difficulties and criticalities of urban cycling. Everyone talks about sustainable mobility but there are still many physical and cultural obstacles to cycling being adopted by a critical mass of citizens. This prompted me to explore the topic in more depth and get in touch with the vast world of activism and associations promoting sustainable mobility. My curiosity led me to examine the issue from the perspective of communication design and to define the initial research question: how can design improve the communication of associations involved in cycle activism? Starting from this assumption, meeting and analysing activist associations and movements allowed me to discover the heterogeneity of their nature and the amount of effort dissipated in order to claim safer streets, often in opposition to institutions apparently unsupportive of this transformation. The first piece of evidence that emerged is that this constant opposition affects the quality of communication of these associations, which is mainly addressed to places of political power, thus being uninvolving and fragmented for ordinary people. The second evidence is that currently the influence of these organisations is still limited. The demands made on institutions are not fully understood by those outside the circle of cycling advocates, as these measures undermine established habits, such as daily car use. This underlines a significant challenge in promoting real changes in urban mobility. Despite the many benefits of the bicycle, it continues to be the subject of prejudice and negative associations, making it difficult for it to be fully recognised as an innovative means of transport.This evidence led me to reformulate the research question as: "What strategies can associations adopt to promote cycling more effectively? "From the very beginning of the research path, bibliographic analysis, feminist studies, data collected and the analysis of international case studies dealing with the topic "women and cycling" highlighted the gender issue as a relevant topic by identifying it among the main needs of associations. When analysing the communication of these organisations, the thesis was confirmed: it emerged that, due to organisational and budget limitations, the promotion of urban cycling often addresses issues in a biased manner, including the issue of inclusiveness. This results in communication that is often stereotyped and lacks attention to the emerging problem of the gender gap. The fact that women cycle less than men is an obvious limitation in the growth of cycling in urban contexts and beyond. This problem was further explored through an online survey, which confirmed the initial findings and highlighted additional barriers and identified the needs of women who do not cycle. From these observations, it emerged that communication strategies must aim to facilitate a cultural change, which is necessary to close the gender gap.The research question was redefined as follows: "What strategies can associations promoting cycling adopt to close the gender gap? "The aim of this research was to explore the role of communication design within associations, looking for solutions to make the promotion of urban cycling more inclusive and engaging. This is particularly decisive for a female audience that continues to encounter obstacles and difficulties in adopting this means of transport. To explore this question in even more detail, I chose to turn to an association, FIAB - Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta (Italian Federation for the Environment and Bicycle), which immediately emerged as a key stakeholder in this issue at the national level. I analysed their communication systems and conducted an interview to define their needs. This process culminated in a co-design phase in which the evidence gathered was used to develop communication strategies based on the needs of the federation and the target female audience. This made it possible to outline responses to bridge the gender gap and achieve further goals of the association, such as engaging new members and increasing participation within the organisation.The reflections that emerged during the co-design, together with a survey and research on the representation of women in cycling, led to the drafting of practical guidelines. This guide is designed to help associations improve their communication, focusing on storytelling in order to increase women's involvement. The final objective is to stimulate reflection on communication methods and the importance of integrating design into the internal processes of organisations, in order to foster a more inclusive and participatory urban mobility.

Ogni giorno per spostarci facciamo esperienza di diverse modalità di trasporto: tra le tante la mia scelta ricade sulla bicicletta. Nonostante le tante limitazioni urbane, questa scelta mi consente di sentirmi parte di una comunità e di vivere la città da una prospettiva unica. Fin dai primi spostamenti in bicicletta, ho percepito chiaramente le difficoltà e le criticità del ciclismo urbano. Tutti parlano di mobilità sostenibile ma esistono ancora molti ostacoli fisici e culturali affinché la bicicletta possa essere adottata da una massa critica di cittadini. Questo mi ha spinto a esplorare il tema più a fondo e a entrare in contatto con il vasto mondo dell’attivismo e delle associazioni che promuovono la mobilità sostenibile. La mia curiosità mi ha portato ad esaminare la questione dal punto di vista del design della comunicazione e a definire la domanda di ricerca iniziale: Come può il design migliorare la comunicazione delle associazioni impegnate nel cicloattivismo? Partendo da questo presupposto, l’incontro e l’analisi con associazioni e movimenti attivisti mi hanno permesso di scoprire l’eterogeneità della loro natura e la quantità di impegno dissipato per rivendicare strade più sicure, spesso in opposizione a istituzioni apparentemente poco favorevoli a questa trasformazione. La prima evidenza emersa è che questa costante opposizione influisce sulla qualità della comunicazione di queste associazioni, la quale è principalmente indirizzata ai luoghi di potere politico, risultando quindi poco coinvolgente e frammentaria per le persone comuni. La seconda evidenza è che attualmente l’influenza di queste organizzazioni è ancora limitata. Le richieste avanzate alle istituzioni non sono pienamente comprese da coloro che non fanno parte della cerchia dei sostenitori della bicicletta, poiché queste misure minano abitudini consolidate, come l’utilizzo quotidiano dell’auto. Questo sottolinea una sfida significativa nel promuovere cambiamenti effettivi nella mobilità urbana. Nonostante i numerosi benefici della bicicletta, essa continua ad essere oggetto di pregiudizi e associazioni negative, rendendo difficile il suo pieno riconoscimento come mezzo di trasporto innovativo. Questa evidenza mi ha portato a riformulare la domanda di ricerca in: Quali strategie possono adottare le associazioni per promuovere la mobilità in bicicletta in modo più efficace? Fin dall’inizio del percorso di ricerca l’analisi bibliografica, gli studi femministi, i dati raccolti e l’analisi di casi studio internazionali che trattano il tema “donne e bicicletta” hanno evidenziato la questione di genere come un tema rilevante identificandolo tra i principali bisogni delle associazioni. Analizzando la comunicazione di queste organizzazioni, la tesi è stata confermata: è emerso che, a causa di limitazioni organizzative e di budget, la promozione del ciclismo urbano affronta spesso le tematiche in modo parziale, compresa la questione dell’inclusività. Questo fa sì che la comunicazione risulti spesso stereotipata e poco attenta al problema emergente del divario di genere. Il fatto che le donne vadano meno in bicicletta rispetto gli uomini è una evidente limitazione nella crescita del suo utilizzo nei contesti urbani e non solo. Questo problema è stato approfondito tramite un sondaggio online, che ha confermato i risultati iniziali e messo in luce ulteriori barriere e identificato i bisogni delle donne che non utilizzano la bicicletta. Da queste osservazioni, è emerso che le strategie di comunicazione devono mirare a facilitare un cambiamento culturale, necessario per colmare il divario di genere. La domanda di ricerca si è così ridefinita: Quali strategie possono adottare le associazioni che promuovono la mobilità in bicicletta per colmare il divario di genere? Lo scopo di questa ricerca è stato esplorare il ruolo del design della comunicazione all’interno delle associazioni, cercando soluzioni per rendere la promozione della mobilità urbana in bicicletta più inclusiva e coinvolgente. Questo è particolarmente decisivo per un pubblico femminile che continua a incontrare ostacoli e difficoltà nell’adozione di questo mezzo di trasporto. Per approfondire la questione ancor più nel dettaglio ho scelto di rivolgermi ad un’associazione, FIAB - Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta che è emersa fin da subito come uno stakeholder fondamentale per il tema a livello nazionale. Ho analizzato i loro sistemi comunicativi e condotto un’intervista per definire i loro bisogni. Questo processo è culminato in una fase di co-design in cui le evidenze raccolte sono state utilizzate per sviluppare strategie comunicative basate sulle necessità della federazione e del pubblico femminile di riferimento. Ciò ha permesso di delineare risposte capaci di colmare il divario di genere e di raggiungere ulteriori obiettivi dell’associazione, come coinvolgere nuovi associati e aumentare la partecipazione all’interno dell’organizzazione. Le riflessioni emerse durante la co-progettazione, insieme a un sondaggio e a ricerche sulla rappresentazione delle donne in bicicletta, hanno portato alla redazione di linee guida pratiche. Questa guida è pensata per aiutare le associazioni a migliorare la propria comunicazione, focalizzandosi sulla narrazione, al fine di aumentare il coinvolgimento delle donne. L’obiettivo finale è stimolare una riflessione sulle modalità comunicative e sull’importanza di integrare il design nei processi interni delle organizzazioni, per favorire una mobilità urbana più inclusiva e partecipativa.

Cicloattivismo, associazionismo e inclusività: linee guida per una promozione della bicicletta in grado di colmare il divario di genere

Mazzina, Barbara
2023/2024

Abstract

Every day to get around, we experience different modes of transport: among many, my choice is the bicycle. Despite the many urban limitations, this choice allows me to feel part of a community and to experience the city from a unique perspective.From the very first bicycle trips, I clearly perceived the difficulties and criticalities of urban cycling. Everyone talks about sustainable mobility but there are still many physical and cultural obstacles to cycling being adopted by a critical mass of citizens. This prompted me to explore the topic in more depth and get in touch with the vast world of activism and associations promoting sustainable mobility. My curiosity led me to examine the issue from the perspective of communication design and to define the initial research question: how can design improve the communication of associations involved in cycle activism? Starting from this assumption, meeting and analysing activist associations and movements allowed me to discover the heterogeneity of their nature and the amount of effort dissipated in order to claim safer streets, often in opposition to institutions apparently unsupportive of this transformation. The first piece of evidence that emerged is that this constant opposition affects the quality of communication of these associations, which is mainly addressed to places of political power, thus being uninvolving and fragmented for ordinary people. The second evidence is that currently the influence of these organisations is still limited. The demands made on institutions are not fully understood by those outside the circle of cycling advocates, as these measures undermine established habits, such as daily car use. This underlines a significant challenge in promoting real changes in urban mobility. Despite the many benefits of the bicycle, it continues to be the subject of prejudice and negative associations, making it difficult for it to be fully recognised as an innovative means of transport.This evidence led me to reformulate the research question as: "What strategies can associations adopt to promote cycling more effectively? "From the very beginning of the research path, bibliographic analysis, feminist studies, data collected and the analysis of international case studies dealing with the topic "women and cycling" highlighted the gender issue as a relevant topic by identifying it among the main needs of associations. When analysing the communication of these organisations, the thesis was confirmed: it emerged that, due to organisational and budget limitations, the promotion of urban cycling often addresses issues in a biased manner, including the issue of inclusiveness. This results in communication that is often stereotyped and lacks attention to the emerging problem of the gender gap. The fact that women cycle less than men is an obvious limitation in the growth of cycling in urban contexts and beyond. This problem was further explored through an online survey, which confirmed the initial findings and highlighted additional barriers and identified the needs of women who do not cycle. From these observations, it emerged that communication strategies must aim to facilitate a cultural change, which is necessary to close the gender gap.The research question was redefined as follows: "What strategies can associations promoting cycling adopt to close the gender gap? "The aim of this research was to explore the role of communication design within associations, looking for solutions to make the promotion of urban cycling more inclusive and engaging. This is particularly decisive for a female audience that continues to encounter obstacles and difficulties in adopting this means of transport. To explore this question in even more detail, I chose to turn to an association, FIAB - Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta (Italian Federation for the Environment and Bicycle), which immediately emerged as a key stakeholder in this issue at the national level. I analysed their communication systems and conducted an interview to define their needs. This process culminated in a co-design phase in which the evidence gathered was used to develop communication strategies based on the needs of the federation and the target female audience. This made it possible to outline responses to bridge the gender gap and achieve further goals of the association, such as engaging new members and increasing participation within the organisation.The reflections that emerged during the co-design, together with a survey and research on the representation of women in cycling, led to the drafting of practical guidelines. This guide is designed to help associations improve their communication, focusing on storytelling in order to increase women's involvement. The final objective is to stimulate reflection on communication methods and the importance of integrating design into the internal processes of organisations, in order to foster a more inclusive and participatory urban mobility.
ARC III - Scuola del Design
16-lug-2024
2023/2024
Ogni giorno per spostarci facciamo esperienza di diverse modalità di trasporto: tra le tante la mia scelta ricade sulla bicicletta. Nonostante le tante limitazioni urbane, questa scelta mi consente di sentirmi parte di una comunità e di vivere la città da una prospettiva unica. Fin dai primi spostamenti in bicicletta, ho percepito chiaramente le difficoltà e le criticità del ciclismo urbano. Tutti parlano di mobilità sostenibile ma esistono ancora molti ostacoli fisici e culturali affinché la bicicletta possa essere adottata da una massa critica di cittadini. Questo mi ha spinto a esplorare il tema più a fondo e a entrare in contatto con il vasto mondo dell’attivismo e delle associazioni che promuovono la mobilità sostenibile. La mia curiosità mi ha portato ad esaminare la questione dal punto di vista del design della comunicazione e a definire la domanda di ricerca iniziale: Come può il design migliorare la comunicazione delle associazioni impegnate nel cicloattivismo? Partendo da questo presupposto, l’incontro e l’analisi con associazioni e movimenti attivisti mi hanno permesso di scoprire l’eterogeneità della loro natura e la quantità di impegno dissipato per rivendicare strade più sicure, spesso in opposizione a istituzioni apparentemente poco favorevoli a questa trasformazione. La prima evidenza emersa è che questa costante opposizione influisce sulla qualità della comunicazione di queste associazioni, la quale è principalmente indirizzata ai luoghi di potere politico, risultando quindi poco coinvolgente e frammentaria per le persone comuni. La seconda evidenza è che attualmente l’influenza di queste organizzazioni è ancora limitata. Le richieste avanzate alle istituzioni non sono pienamente comprese da coloro che non fanno parte della cerchia dei sostenitori della bicicletta, poiché queste misure minano abitudini consolidate, come l’utilizzo quotidiano dell’auto. Questo sottolinea una sfida significativa nel promuovere cambiamenti effettivi nella mobilità urbana. Nonostante i numerosi benefici della bicicletta, essa continua ad essere oggetto di pregiudizi e associazioni negative, rendendo difficile il suo pieno riconoscimento come mezzo di trasporto innovativo. Questa evidenza mi ha portato a riformulare la domanda di ricerca in: Quali strategie possono adottare le associazioni per promuovere la mobilità in bicicletta in modo più efficace? Fin dall’inizio del percorso di ricerca l’analisi bibliografica, gli studi femministi, i dati raccolti e l’analisi di casi studio internazionali che trattano il tema “donne e bicicletta” hanno evidenziato la questione di genere come un tema rilevante identificandolo tra i principali bisogni delle associazioni. Analizzando la comunicazione di queste organizzazioni, la tesi è stata confermata: è emerso che, a causa di limitazioni organizzative e di budget, la promozione del ciclismo urbano affronta spesso le tematiche in modo parziale, compresa la questione dell’inclusività. Questo fa sì che la comunicazione risulti spesso stereotipata e poco attenta al problema emergente del divario di genere. Il fatto che le donne vadano meno in bicicletta rispetto gli uomini è una evidente limitazione nella crescita del suo utilizzo nei contesti urbani e non solo. Questo problema è stato approfondito tramite un sondaggio online, che ha confermato i risultati iniziali e messo in luce ulteriori barriere e identificato i bisogni delle donne che non utilizzano la bicicletta. Da queste osservazioni, è emerso che le strategie di comunicazione devono mirare a facilitare un cambiamento culturale, necessario per colmare il divario di genere. La domanda di ricerca si è così ridefinita: Quali strategie possono adottare le associazioni che promuovono la mobilità in bicicletta per colmare il divario di genere? Lo scopo di questa ricerca è stato esplorare il ruolo del design della comunicazione all’interno delle associazioni, cercando soluzioni per rendere la promozione della mobilità urbana in bicicletta più inclusiva e coinvolgente. Questo è particolarmente decisivo per un pubblico femminile che continua a incontrare ostacoli e difficoltà nell’adozione di questo mezzo di trasporto. Per approfondire la questione ancor più nel dettaglio ho scelto di rivolgermi ad un’associazione, FIAB - Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta che è emersa fin da subito come uno stakeholder fondamentale per il tema a livello nazionale. Ho analizzato i loro sistemi comunicativi e condotto un’intervista per definire i loro bisogni. Questo processo è culminato in una fase di co-design in cui le evidenze raccolte sono state utilizzate per sviluppare strategie comunicative basate sulle necessità della federazione e del pubblico femminile di riferimento. Ciò ha permesso di delineare risposte capaci di colmare il divario di genere e di raggiungere ulteriori obiettivi dell’associazione, come coinvolgere nuovi associati e aumentare la partecipazione all’interno dell’organizzazione. Le riflessioni emerse durante la co-progettazione, insieme a un sondaggio e a ricerche sulla rappresentazione delle donne in bicicletta, hanno portato alla redazione di linee guida pratiche. Questa guida è pensata per aiutare le associazioni a migliorare la propria comunicazione, focalizzandosi sulla narrazione, al fine di aumentare il coinvolgimento delle donne. L’obiettivo finale è stimolare una riflessione sulle modalità comunicative e sull’importanza di integrare il design nei processi interni delle organizzazioni, per favorire una mobilità urbana più inclusiva e partecipativa.
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