LA PANORAMICA ZEGNA. Strategia e dispositivi architettonici per lo sviluppo del turismo esperienziale nel paesaggio

Travel, in the field of architecture, has always had a special status. It is a powerful tool of knowledge able to trigger the personal and interpretative reworking of a given place, without which there could be no ideative-compositional process at the basis of the architectural project. For these reasons the journey becomes the leitmotif of this thesis work: a journey to discover a landscape that is set in the Biella Alps, entirely crossed by the provincial road 232, better known as Panoramica Zegna. Strongly wanted by its namesake founder, it unfolds making accessible a place that, previously unexplored and little frequented, becomes a popular destination for the tourist sector. Approaching a landscape, however, is not easy. Unlike territory, this is defined as a space produced, not to be produced, which assumes its own specific identity only in relation to those who observe it, experience and live. For this reason, it is inconceivable to think of using the same analytical tools of analysis of the territory. That’s when the journey comes into play, as the first tool of knowledge through which to get in touch with the landscape. To come into contact means to touch, listen, smell, taste as well as look. Perception in its totality, therefore, assumes a leading role in this phase of approach to the place.. Similarly, slow time becomes one of the means able to determine the accuracy of the cognitive phase, with the slowness you want to rediscover the rhythms of nature through the proper times of man, and not technology. Travel, landscape, perception and time are the four macro-themes that the thesis project, in its first part, wants to address from a theoretical point of view, relying on the words of experts to try to define them, in their genesis and in their development, and their possible implications. The second part, of a more applied nature, translates these reflections into a territorial strategy that develops along the Trivero-Rosazza stretch of the Panoramica, involving the places it crosses. The aim is to promote a model of experiential tourism, in which the visitor is not limited to being a passive observer but becomes an active and integral part of the landscape. This approach is more specific at a later stage, in the redevelopment of a precise stretch: the area that orbits the top of the Monticchio, which extends from the parking lot of Cascina Lunga to the mountain ridge. The project will include a series of point devices at three different scales - landscape, architecture and eco-design. Among these, the main element is represented by the bivouac: not a simple refuge, but a symbolic place of arrival, re-connection and rediscovery of the relationship between man and nature. The conclusions of this thesis highlight how these interventions represent the beginning of a new way of living and perceiving the landscape. The aim is to rediscover the Zegna Oasis through a deeper and more conscious experience, in which the body, thanks to its slowness, becomes the main tool for restoring a dialogue with nature. The hope is that this project can open the way to a new tourism philosophy, that of experiential tourism, which is based on the sensitive and responsible relationship towards the environment.

Il viaggio, nell’ambito dell’architettura, ha sempre avuto uno statuto speciale. Esso è un potentissimo strumento di conoscenza in grado di innescare la rielaborazione personale e interpretativa di un dato luogo, senza la quale non potrebbe sussistere alcun processo ideativo-compositivo, alla base del progetto di architettura. Per queste ragioni il viaggio diventa il leitmotiv del presente lavoro di tesi: un viaggio alla scoperta di un paesaggio che si innesta sulle Alpi Biellesi, interamente attraversato dalla strada provinciale 232, più nota come Panoramica Zegna. Fortemente voluta dal suo omonimo fondatore, essa si dispiega rendendo accessibile un luogo che, prima inesplorato e poco frequentato, diviene meta ambita per il settore turistico. Approcciarsi a un paesaggio, tuttavia, non è cosa semplice. Diversamente dal territorio questo viene definito come uno spazio prodotto, e non da produrre, che assume una sua specifica identità solo in relazione a chi lo osserva, esperisce e vive. Per questo motivo, è inconcepibile pensare di adoperare i medesimi strumenti analitici di analisi del territorio. Ecco allora che entra in gioco il viaggio, come primo strumento di conoscenza attraverso il quale entrare in contatto con il paesaggio. Entrare in contatto, significa toccare, ascoltare, odorare, assaporare oltre che guardare. La percezione nella sua totalità, dunque, assume un ruolo da protagonista in questa fase di approccio al luogo. Allo stesso modo, il tempo lento diviene uno dei mezzi in grado di determinare l’accuratezza della fase conoscitiva, con la lentezza si vuole riscoprire i ritmi della natura attraverso i tempi propri dell’uomo, e non della tecnologia. Viaggio, paesaggio, percezione e tempo sono i quattro macro-temi che il progetto di tesi, in una sua prima parte, vuole affrontare da un punto di vista teoretico, affidandosi alle parole di esperti per provare a definirli, nella loro genesi e nei loro sviluppi, nonché nelle loro possibili implicazioni. La seconda parte, di natura più applicativa, traduce queste riflessioni in una strategia territoriale che si sviluppa lungo il tratto Trivero-Rosazza della Panoramica, coinvolgendo i luoghi che essa attraversa. L’obiettivo è promuovere un modello di turismo esperienziale, in cui il visitatore non si limita a essere un osservatore passivo, ma diventa parte attiva e integrante del paesaggio. Questo approccio trova maggiore specificazione in un secondo momento, nella riqualificazione di un tratto preciso: l’area che orbita attorno alla cima del Monticchio, che si estende dal parcheggio di Cascina Lunga sino alla cresta montuosa. Qui si prevede la progettazione di una serie di dispositivi puntuali articolati a tre diverse scale – paesaggio, architettura ed eco-design. Tra questi, l’elemento principale è rappresentato dal bivacco: non un semplice rifugio, ma un luogo simbolico di arrivo, ri-connessione e riscoperta della relazione uomo-natura. Le conclusioni di questa tesi sottolineano come questi interventi rappresentino l’inizio di una nuova modalità di vivere e percepire il paesaggio. L’obiettivo è riscoprire l’Oasi Zegna attraverso un’esperienza più profonda e consapevole, in cui il corpo, grazie alla lentezza, diventa lo strumento principale per ristabilire un dialogo con la natura. L’auspicio è che questo progetto possa aprire la strada a una nuova filosofia turistica, quella del turismo esperienziale, che trova fondamento nel rapporto sensibile e responsabile nei confronti dell’ambiente.