An analysis of the financial status of the Italian municipalities, the responsibility of local government taxation and new laws in conjunction with the general overview of the state of urban planning, with undeniable evidence that shows precisely this word - “planning” - is undergoing a shift in meaning. The precarious state of balance, the multiplication of decision-makers and stakeholders, the transience of temporal and spatial particularly, the necessity to leverage private capital, the need for active participation and not limited to listening, they tend to move the contents of the plan to the strategies, complex programs, projects, appraisals and policies. All things that involve more than the urban management planning in the strict sense, the capacity of director of public interventions that their mechanical implementation. This is the potential element of weakness that can turn a good plan in a bad plan or, conversely, the element of force that can operate a perfectly ordinary plane. If you look at the world, particularly Europe, we find that the “vision” are more or less the same, that large projects are alike, that the techniques do not differ much, which, in conclusion, are not the major strategies that differ but the timeliness and efficiency of urban management and the proper functioning of the administration. And these are precisely the issues you face in the thesis, not so much trying to reform a law, but to find sustainable strategies for the implementation and management of a plan after its adoption, and then try to ensure that PGT does not remain a “Plan of paper.”

Dall’analisi dello stato finanziario del comuni italiani, della competenza delle amministrazioni locali e delle nuove imposizioni legislative unitamente al panorama generale dello stato della pianificazione urbanistica, emerge con innegabile evidenza che proprio questa parola – “pianificazione” – sta subendo uno slittamento di significato. La precarietà degli stati di equilibrio, la moltiplicazione dei decisori e degli stakeholders, la labilità dei confini spaziali e soprattutto temporali, la necessità imprescindibile di far leva sul capitale privato, le esigenze di una partecipazione attiva e non limitata all’ascolto, tendono a spostare il contenuto del piano verso le strategie, i programmi complessi, i progetti, le valutazioni ex ante e le politiche. Tutte cose che chiamano in causa la gestione urbanistica più che la pianificazione in senso stretto, la capacità di regia pubblica degli interventi più che la loro meccanica attuazione. Questo è il potenziale elemento di debolezza che può trasformare un buon piano in un piano pessimo o, viceversa, l’elemento di forza che può far funzionare ottimamente un piano ordinario. Se guardiamo al mondo, particolarmente all’Europa, constatiamo che le “vision” sono più o meno le stesse, che i grandi progetti si rassomigliano, che le tecniche non differiscono molto, che, in conclusione, non sono le grandi strategie che differiscono, ma la tempestività e l’efficienza della gestione urbanistica e il buon funzionamento dell’amministrazione. E sono proprio questi argomenti che si affrontano nella tesi, cercando non tanto di riformare una legge, ma di trovare strategie sostenibili per l’attuazione e la gestione di un piano dopo la sua adozione, cercare di far sì quindi che un PGT non rimanga un “Piano di carta”.

Dopo il piano : un programma di gestione delle scelte e dei progetti

LAITI, GIORGIA;FATUZZO, LEONARDO
2010/2011

Abstract

An analysis of the financial status of the Italian municipalities, the responsibility of local government taxation and new laws in conjunction with the general overview of the state of urban planning, with undeniable evidence that shows precisely this word - “planning” - is undergoing a shift in meaning. The precarious state of balance, the multiplication of decision-makers and stakeholders, the transience of temporal and spatial particularly, the necessity to leverage private capital, the need for active participation and not limited to listening, they tend to move the contents of the plan to the strategies, complex programs, projects, appraisals and policies. All things that involve more than the urban management planning in the strict sense, the capacity of director of public interventions that their mechanical implementation. This is the potential element of weakness that can turn a good plan in a bad plan or, conversely, the element of force that can operate a perfectly ordinary plane. If you look at the world, particularly Europe, we find that the “vision” are more or less the same, that large projects are alike, that the techniques do not differ much, which, in conclusion, are not the major strategies that differ but the timeliness and efficiency of urban management and the proper functioning of the administration. And these are precisely the issues you face in the thesis, not so much trying to reform a law, but to find sustainable strategies for the implementation and management of a plan after its adoption, and then try to ensure that PGT does not remain a “Plan of paper.”
ARC I - Scuola di Architettura e Società
21-lug-2011
2010/2011
Dall’analisi dello stato finanziario del comuni italiani, della competenza delle amministrazioni locali e delle nuove imposizioni legislative unitamente al panorama generale dello stato della pianificazione urbanistica, emerge con innegabile evidenza che proprio questa parola – “pianificazione” – sta subendo uno slittamento di significato. La precarietà degli stati di equilibrio, la moltiplicazione dei decisori e degli stakeholders, la labilità dei confini spaziali e soprattutto temporali, la necessità imprescindibile di far leva sul capitale privato, le esigenze di una partecipazione attiva e non limitata all’ascolto, tendono a spostare il contenuto del piano verso le strategie, i programmi complessi, i progetti, le valutazioni ex ante e le politiche. Tutte cose che chiamano in causa la gestione urbanistica più che la pianificazione in senso stretto, la capacità di regia pubblica degli interventi più che la loro meccanica attuazione. Questo è il potenziale elemento di debolezza che può trasformare un buon piano in un piano pessimo o, viceversa, l’elemento di forza che può far funzionare ottimamente un piano ordinario. Se guardiamo al mondo, particolarmente all’Europa, constatiamo che le “vision” sono più o meno le stesse, che i grandi progetti si rassomigliano, che le tecniche non differiscono molto, che, in conclusione, non sono le grandi strategie che differiscono, ma la tempestività e l’efficienza della gestione urbanistica e il buon funzionamento dell’amministrazione. E sono proprio questi argomenti che si affrontano nella tesi, cercando non tanto di riformare una legge, ma di trovare strategie sostenibili per l’attuazione e la gestione di un piano dopo la sua adozione, cercare di far sì quindi che un PGT non rimanga un “Piano di carta”.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/22664