Essiccatoi post tabacco. Un progetto per la Bassa veronese

Traveling through the territory of the Bassa Veronese, the tobacco drying sheds reveal themselves as recurring structures that together contribute to the formation of a system that shapes the landscape. These buildings are the manifestation of what, throughout the 20th century, was one of the most profitable resources for farmers in the province of Verona. Tobacco cultivation, initiated and managed directly by the State, was incentivized through subsidies for the construction of rational and properly equipped buildings, with the goal of maximizing the economic value of tobacco and ensuring its optimal transformation through the curing process stages. Based on specific data regarding the relationship between humidity, temperature, and air movement, the construction of curing spaces was harmonized with the various drying processes, leading to the definition of dimensions and proportions that determined the volumetric characteristics specific to each type. The spread of technical literature and manuals on drying shed typologies, combined with the recommendation to use local materials and construction techniques, led to the definition of regional types that, while maintaining the same technical requirements, were characterized by contextual formal adaptations. In order to protect farmers from the risks associated with introducing this new crop, an "alternative project" was often proposed, allowing the buildings to be repurposed for different uses if conditions changed. However, starting in the 1970s, these buildings, tied to an obsolete technology, fell into disuse. In light of the current state of decay and the early transformations that have paid little attention to the qualities of these buildings, this thesis proposes an intervention project that will allow this heritage to be re-adapted for use. The typological analysis conducted reveals that the contextual adaptations to the normative model are the most significant qualitative elements of these architectures and that, for them to endure as a system in the landscape, it is necessary to preserve them through transformations that do not alter their substance. Based on the seriality of the manuals that shaped these buildings, a widespread detailed project is proposed, applied to the entire heritage of drying sheds, allowing for the introduction of a series of technological upgrades necessary to make these buildings habitable. Through the unity of language, the systemic character of the curing spaces is preserved, as it is tied to an accidental value that is now dominant: shaping the landscape.

Percorrendo il territorio della Bassa veronese, gli essiccatoi per il tabacco si rivelano come delle presenze ripetute che, insieme, contribuiscono alla costruzione di un sistema strutturante il paesaggio. Questi edifici sono la manifestazione di quella che nel corso del Novecento è stata una delle risorse più redditizie per gli agricoltori della provincia di Verona. La coltivazione del tabacco, avviata e gestita direttamente dallo Stato, fu incentivata attraverso sovvenzioni per la costruzione di fabbricati razionali e adeguatamente attrezzati, al fine di massimizzare il valore economico del tabacco e garantirne una trasformazione ottimale attraverso le fasi del processo di cura. A partire da dati specifici sul rapporto tra umidità, temperatura e movimento dell’aria, la costruzione dei locali di cura è stata armonizzata rispetto ai diversi processi di essiccazione, fino alla definizione di misure e proporzioni che hanno determinato le caratteristiche volumetriche specifiche di ciascuna tipologia. La diffusione di una letteratura tecnica e manualistica sui modelli tipologici di essiccatoio, accompagnata dal suggerimento di utilizzare materiali e tecniche costruttive locali, ha portato alla definizione di tipologie regionali che, pur mantenendo invariati i requisiti tecnici, risultano caratterizzate da adattamenti formali contestuali. Al fine di tutelare gli agricoltori dai rischi legati all’introduzione della nuova coltivazione, veniva spesso previsto un “progetto alternativo” che garantiva la possibilità di riconvertire i fabbricati a usi diversi, qualora le condizioni dovessero cambiare. Tuttavia, a partire dagli anni Settanta, questi edifici, legati ad una tecnologia ormai obsoleta, cadono in disuso. Alla luce delle attuali condizioni di degrado e delle prime trasformazioni poco attente alle qualità di questi edifici, la tesi propone un progetto di intervento che permetta a questo patrimonio di essere nuovamente adeguato all’utilizzo. L’analisi tipologica condotta rivela che gli adattamenti contestuali rispetto al modello normativo sono gli elementi qualitativi più significativi di queste architetture e che, affinché possano resistere come sistema nel paesaggio, è necessario conservali tramite trasformazioni con non ne alterino la consistenza. Fondandosi sulla serialità manualistica che ha costruito questi edifici, viene dunque proposto un progetto di dettaglio diffuso, applicato all’intero patrimonio degli essiccatoi, che consenta di introdurre in ciascun modello tipologico una serie di adeguamenti tecnologici necessari per rendere questi edifici abitabili. Attraverso l’unità di linguaggio, il carattere sistemico dei locali di cura viene preservato in quanto legato ad un valore accidentale che è oggi dominante: costruire il paesaggio.