Re-Architecture : reconstruction of models : models of reconstruction

The research moves from a strong statement: reconstruction is the preferable intervention in the face of a state of latency of form in architecture. This consideration reveals an attitude that has always been present in architectural practice but whose necessity has become more and more pressing due to the continuous formal upheavals, both natural and anthropic, which threaten the work of architecture. Such a clear position must be proven through a treatment that analyses the theoretical and practical implications of a design approach seen as authentic architectural practice, overcoming narrow disciplinary compartmentalisation. In this sense, the research proposes, on the one hand, a phenomenological approach through the systematisation of a cognitive apparatus on the reconstruction project up to the proposal of operational models of reference and, on the other, the monographic in-depth study of the case study of Verona. This monumental palimpsest has perpetuated its formal continuity over the centuries through numerous interventions on the existing and notable reconstruction cases, no longer seen as extra-ordinary moments in the city’s development but reintegrated in a critical narration of the design reasons and formal outcomes. The two parts share a methodological approach that selects the most relevant cases for discussion within the vast resource of reconstructive projects, analysed through common comparative tools. The two parts weave a reciprocal relationship in which one becomes a test bed for the other. The twofold fi nal outcome aims at demonstrating the reintegration of reconstruction as the primary modus operandi to the latency of form: the development of a gnoseological system with which to defi ne the effi cacy of the reconstructive project and the in-depth study of a precise case with the intent not only to corroborate the defi ned system but also to outline a new vision of logical-syntactic continuity.

La ricerca affronta il tema della ricostruzione come intervento preferibile di fronte ad uno stato di latenza di forma dell’architettura. Questa considerazione rileva in realtà un atteggiamento da sempre presente nella pratica architettonica ma la cui necessità si è fatta sempre più pressante in seguito a continui stravolgimenti formali, sia di origine naturale sia antropica, cui è sottoposta l’opera di architettura. Una posizione così chiara deve essere provata attraverso una trattazione che analizzi le implicazioni teoriche e pratiche di un approccio progettuale visto come autentica pratica architettonica, superando ristrettive compartimentazioni disciplinari. In questo senso la ricerca propone, da una parte, un approccio fenomenologico attraverso la sistematizzazione di un apparato conoscitivo sul progetto di ricostruzione fino alla proposta di modelli operativi di riferimento e, dall’altra, l’approfondimento monografico del caso studio di Verona, palinsesto monumentale che ha perpetuato la sua continuità formale nei secoli attraverso numerosi interventi sull’esistente e casi notevoli di ricostruzione, non più visti come momenti extra-ordinari dello sviluppo della città ma reintegrati in una narrazione critica delle ragioni progettuali e degli esiti formali. Le due parti sono accomunate da un approccio metodologico che seleziona, all’interno della vasta risorsa di progetti ricostruttivi, i casi più rilevanti ai fini della discussione, analizzati attraverso comuni strumenti di comparazione. Le due parti intessono un rapporto vicendevole in cui l’una diventa banco di prova dell’altra. L’esito finale volto a dimostrare il reintegro della ricostruzione come principale modus operandi alla latenza di forma è duplice: lo sviluppo di un sistema gnoseologico con cui definire l’efficacia del progetto ricostruttivo e l’approfondimento di un caso preciso con l’intento, non solo di avvalorare il sistema definito ma, inoltre, di delineare una nuova visione di continuità logico-sintattica.