La tesi è una ricerca sul concetto di reversibilità quale legante di cinque racconti, che definisce obiettivi, traccia orientamenti e fornisce una serie di linee guida in riferimento alla cultura del progetto presente e futura. L'evoluzione della scienza dei materiali ha condotto a una concezione di materia del tutto simile a un sistema vivente. Dal livello nanometrico fino alla scala territoriale si analizzano le potenzialità della progettazione di sistemi dinamici sviluppati in un approccio bottom up. Il concetto di reversibilità viene poi analizzato nell'ambito dei modelli di produzione e consumo ponendo l'accento su una progettazione che reintegri i materiali nei cicli, elimini il concetto di rifiuto e aspiri a un processo di ricomposizione delle attività locali. Il principio di adattamento dinamico bottom up trova una risposta nella produzione diffusa e anonima di oggetti re-inventati. La progettazione indaga le potenzialità dell’immaginazione come pratica diffusa che permette di osservare gli oggetti in termini di trasformazione e non esclusivamente in termini di fabbricazione, e riflette sulle capacità evolutive del territorio e delle cose. Il concetto di reversibilità è collegato ad un discorso sul tempo. Laddove la velocità dei consumi erode il senso delle cose e cancella la storia, la progettazione vede gli oggetti come ponti temporali tra passato e futuro stratificati nel tempo. Si estende il campo d'interesse del progetto dal prodotto finito all'interazione con l'utente, interazione vista come un dialogo diretto alla fisicità dell'utente, all’immaginazione, aperto alle evocazioni e ai cambiamenti nel tempo. Apertura che viene sottolineata nel principio di accettazione del difetto come motore di innovazione. L’errore in natura ricopre il ruolo di agente del mutamento nel processo evolutivo: nel progetto l'approssimazione per gradi può essere applicata alle nuove forme di produzione personali, per una produzione di soluzioni ad hoc a livello locale. In questo senso il designer assume un ruolo di interprete e facilitatore dei bisogni specifici e dei significati del nostro tempo. La reversibilità potrebbe diventare oggi la linea guida delle nuove correnti progettuali che vogliano guardare al di là della pura progettazione utilitaristica/strumentale, in un’ottica evoluzionistica.

Le forme della reversibilità. Che cos'è la reversibilità, perché ci appartiene, dove ci può condurre

CHINI, CAROLINA
2010/2011

Abstract

La tesi è una ricerca sul concetto di reversibilità quale legante di cinque racconti, che definisce obiettivi, traccia orientamenti e fornisce una serie di linee guida in riferimento alla cultura del progetto presente e futura. L'evoluzione della scienza dei materiali ha condotto a una concezione di materia del tutto simile a un sistema vivente. Dal livello nanometrico fino alla scala territoriale si analizzano le potenzialità della progettazione di sistemi dinamici sviluppati in un approccio bottom up. Il concetto di reversibilità viene poi analizzato nell'ambito dei modelli di produzione e consumo ponendo l'accento su una progettazione che reintegri i materiali nei cicli, elimini il concetto di rifiuto e aspiri a un processo di ricomposizione delle attività locali. Il principio di adattamento dinamico bottom up trova una risposta nella produzione diffusa e anonima di oggetti re-inventati. La progettazione indaga le potenzialità dell’immaginazione come pratica diffusa che permette di osservare gli oggetti in termini di trasformazione e non esclusivamente in termini di fabbricazione, e riflette sulle capacità evolutive del territorio e delle cose. Il concetto di reversibilità è collegato ad un discorso sul tempo. Laddove la velocità dei consumi erode il senso delle cose e cancella la storia, la progettazione vede gli oggetti come ponti temporali tra passato e futuro stratificati nel tempo. Si estende il campo d'interesse del progetto dal prodotto finito all'interazione con l'utente, interazione vista come un dialogo diretto alla fisicità dell'utente, all’immaginazione, aperto alle evocazioni e ai cambiamenti nel tempo. Apertura che viene sottolineata nel principio di accettazione del difetto come motore di innovazione. L’errore in natura ricopre il ruolo di agente del mutamento nel processo evolutivo: nel progetto l'approssimazione per gradi può essere applicata alle nuove forme di produzione personali, per una produzione di soluzioni ad hoc a livello locale. In questo senso il designer assume un ruolo di interprete e facilitatore dei bisogni specifici e dei significati del nostro tempo. La reversibilità potrebbe diventare oggi la linea guida delle nuove correnti progettuali che vogliano guardare al di là della pura progettazione utilitaristica/strumentale, in un’ottica evoluzionistica.
ARC III - Scuola del Design
20-lug-2011
2010/2011
Tesi di laurea Magistrale
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