The cosmetics and beauty industry represents a powerful cultural force worldwide, shaping and reflecting social standards of beauty and identity. Recent decades have seen a growing demand for inclusivity within this industry, emphasizing the need to represent the full spectrum of human diversity. This shift toward inclusivity is not just a commercial trend, but a profound social movement aimed at promoting representation, empowerment, and acceptance. However, the significance of inclusive beauty goes beyond aesthetic considerations; it critically intersects with psychological resilience, especially in contexts of displacement and trauma. The project that stems from this theoretical background, Ikne, highlights how the act of engaging in beauty practices can provide a sense of normalcy, control, and self-worth to those experiencing situations of fragility, with a focus on first reception centers. Ikne integrates an analog component, the beauty kit and the emotional diary, with the support of a digital platform. Users are involved in a new ritual of beauty and self-awareness, tested during a self-exploration workshop held as a pilot test in an intercultural center in Naples, where daily painted canvases become tangible traces of a path of personal growth and self-esteem. Then, through the digital platform, the uploaded canvases are transformed into heatmaps, contributing to an awareness campaign and visual data collection that makes the project accessible to a wider audience and offers valuable insights into users' emotional states. The value of the project lies in its ability to combine the aesthetics of make-up with emotional expression, proposing not only a therapeutic tool but also a means of social communication. The model developed was designed to be adaptable to different contexts, from hospitals to traditional retail channels, where it can serve as a catalyst for a conscious and transformative beauty routine. In doing so, the project promotes a holistic experience in which self-care becomes an act of resilience and empowerment.

L'industria della cosmesi e della bellezza rappresenta una potente forza culturale a livello mondiale, che plasma e riflette gli standard sociali di bellezza e identità. Negli ultimi decenni si è assistito a una crescente richiesta di inclusività all'interno di questo settore, sottolineando la necessità di rappresentare l'intero spettro della diversità umana. Questo spostamento verso l'inclusività non è solo una tendenza commerciale, ma un profondo movimento sociale volto a promuovere la rappresentazione, l'emancipazione e l'accettazione. Tuttavia, il significato della “bellezza inclusiva” va oltre le mere considerazioni estetiche; si interseca criticamente con la resilienza psicologica, soprattutto in contesti di sfollamento e trauma. Il progetto che nasce da questo background teorico, Ikne, mette in evidenza come l'atto di impegnarsi in pratiche di bellezza possa fornire un senso di normalità, controllo e autostima a coloro che vivono situazioni di fragilità, con particolare attenzione ai centri accoglienza per rifugiati. Ikne integra una componente analogica, il kit di bellezza e il diario emozionale, con il supporto di una piattaforma digitale. Gli utenti sono coinvolti in un nuovo rituale di bellezza e consapevolezza di sé, sperimentato durante un laboratorio di auto-esplorazione svoltosi come test pilota in un centro interculturale di Napoli, dove le tele dipinte quotidianamente diventano tracce tangibili di un percorso di crescita personale e di autostima. Poi, attraverso la piattaforma digitale, le tele caricate vengono trasformate in heatmap, contribuendo a una campagna di sensibilizzazione e a una raccolta di dati visivi che rende il progetto accessibile a un pubblico più ampio e offre preziosi insight sugli stati emotivi degli utenti. Il valore del progetto risiede nella sua capacità di combinare l'estetica del make-up con l'espressione emotiva, proponendo non solo uno strumento terapeutico ma anche un mezzo di comunicazione sociale. Il modello sviluppato è stato pensato per essere adattabile a diversi contesti, dagli ospedali ai canali di vendita tradizionali, dove può fungere da catalizzatore per una routine di bellezza consapevole e trasformativa. In questo modo, il progetto promuove un'esperienza olistica in cui la cura di sé diventa un atto di resilienza e di empowerment.

Ikne : a beauty ritual for emotional healing

FRASCÀ, CHIARA
2023/2024

Abstract

The cosmetics and beauty industry represents a powerful cultural force worldwide, shaping and reflecting social standards of beauty and identity. Recent decades have seen a growing demand for inclusivity within this industry, emphasizing the need to represent the full spectrum of human diversity. This shift toward inclusivity is not just a commercial trend, but a profound social movement aimed at promoting representation, empowerment, and acceptance. However, the significance of inclusive beauty goes beyond aesthetic considerations; it critically intersects with psychological resilience, especially in contexts of displacement and trauma. The project that stems from this theoretical background, Ikne, highlights how the act of engaging in beauty practices can provide a sense of normalcy, control, and self-worth to those experiencing situations of fragility, with a focus on first reception centers. Ikne integrates an analog component, the beauty kit and the emotional diary, with the support of a digital platform. Users are involved in a new ritual of beauty and self-awareness, tested during a self-exploration workshop held as a pilot test in an intercultural center in Naples, where daily painted canvases become tangible traces of a path of personal growth and self-esteem. Then, through the digital platform, the uploaded canvases are transformed into heatmaps, contributing to an awareness campaign and visual data collection that makes the project accessible to a wider audience and offers valuable insights into users' emotional states. The value of the project lies in its ability to combine the aesthetics of make-up with emotional expression, proposing not only a therapeutic tool but also a means of social communication. The model developed was designed to be adaptable to different contexts, from hospitals to traditional retail channels, where it can serve as a catalyst for a conscious and transformative beauty routine. In doing so, the project promotes a holistic experience in which self-care becomes an act of resilience and empowerment.
ARC III - Scuola del Design
11-dic-2024
2023/2024
L'industria della cosmesi e della bellezza rappresenta una potente forza culturale a livello mondiale, che plasma e riflette gli standard sociali di bellezza e identità. Negli ultimi decenni si è assistito a una crescente richiesta di inclusività all'interno di questo settore, sottolineando la necessità di rappresentare l'intero spettro della diversità umana. Questo spostamento verso l'inclusività non è solo una tendenza commerciale, ma un profondo movimento sociale volto a promuovere la rappresentazione, l'emancipazione e l'accettazione. Tuttavia, il significato della “bellezza inclusiva” va oltre le mere considerazioni estetiche; si interseca criticamente con la resilienza psicologica, soprattutto in contesti di sfollamento e trauma. Il progetto che nasce da questo background teorico, Ikne, mette in evidenza come l'atto di impegnarsi in pratiche di bellezza possa fornire un senso di normalità, controllo e autostima a coloro che vivono situazioni di fragilità, con particolare attenzione ai centri accoglienza per rifugiati. Ikne integra una componente analogica, il kit di bellezza e il diario emozionale, con il supporto di una piattaforma digitale. Gli utenti sono coinvolti in un nuovo rituale di bellezza e consapevolezza di sé, sperimentato durante un laboratorio di auto-esplorazione svoltosi come test pilota in un centro interculturale di Napoli, dove le tele dipinte quotidianamente diventano tracce tangibili di un percorso di crescita personale e di autostima. Poi, attraverso la piattaforma digitale, le tele caricate vengono trasformate in heatmap, contribuendo a una campagna di sensibilizzazione e a una raccolta di dati visivi che rende il progetto accessibile a un pubblico più ampio e offre preziosi insight sugli stati emotivi degli utenti. Il valore del progetto risiede nella sua capacità di combinare l'estetica del make-up con l'espressione emotiva, proponendo non solo uno strumento terapeutico ma anche un mezzo di comunicazione sociale. Il modello sviluppato è stato pensato per essere adattabile a diversi contesti, dagli ospedali ai canali di vendita tradizionali, dove può fungere da catalizzatore per una routine di bellezza consapevole e trasformativa. In questo modo, il progetto promuove un'esperienza olistica in cui la cura di sé diventa un atto di resilienza e di empowerment.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/229963