Progettazione partecipata in carcere : sperimentazioni nella Casa Circondariale Francesco Di Cataldo - San Vittore

This thesis complements the Methexis research project, whose goal is to reconstruct a model map of interventions that incentivize design and participation in self-care and regeneration processes. Building on this premise, the opportunities offered by participatory design are highlighted, particularly in a fragile context such as prisons. The research traces the historical-evolutionary framework of the prison system to the re-educative conception of punishment, which has always been promulgated by the italian Constitution but rarely practiced. Following the ECHR condemnation imposed on Italy in 2013, with Table 1 - “Space of punishment: architecture and prison” there is a reintroduction of the architectural quality of prison spaces. Through the analysis of some of the most relevant experiences, starting with Table 1, it is substantiated that the participatory approach is fundamental to realize spaces that are not only containers, but able to promote the social reintegration of prisoners. Design processes and design methodologies are then studied, which prove to be different for each experience. The thesis work is centered on an active participatory process: through experimentation with co-design involving prison residents, we arrive at proposing a project for the redevelopment of the spaces of San Vittore. This is conceived as an open project : the design solutions developed are intended to be the beginning of a broader transformative process, to be a research tool and not the final outcome of an argument. May the interdisciplinary collaboration proposed here bode well for architectural practice, so that the pool of knowledge and awareness of the experience of participatory design in prison may be expanded.

La presente tesi si affianca al progetto di ricerca Methexis, il cui obiettivo è ricostruire un modello-mappa degli interventi che incentivano progettualità e partecipazione in processi di auto-cura e rigenerazione. Partendo da questo presupposto, vengono evidenziate le opportunità che offre la progettazione partecipata, in particolare in un contesto fragile come quello carcerario. La ricerca ripercorre il quadro storico-evolutivo del sistema penitenziario, fino ad arrivare alla concezione rieducativa della pena, da sempre promulgata dalla Costituzione italiana, ma quasi mai praticata. In seguito alla condanna della CEDU inflitta all’Italia nel 2013, con il Tavolo 1 - “Spazio della pena: architettura e carcere” si assiste a una reintroduzione della qualità architettonica degli spazi carcerari. Attraverso l’analisi di alcune delle esperienze più rilevanti, a partire dal Tavolo 1, si sostanzia che l’approccio partecipativo è fondamentale per realizzare spazi che non siano solo contenitori, ma in grado di promuovere la reintegrazione sociale dei detenuti. Vengono quindi studiati i processi progettuali e le metodologie di progettazione, che si dimostrano diversi per ciascuna esperienza. Il lavoro di tesi è incentrato su un processo partecipato attivo: attraverso la sperimentazione di una co-progettazione che vede il coinvolgimento degli abitanti del carcere, si arriva a proporre un progetto di riqualificazione degli spazi di San Vittore. Questo è concepito come un progetto aperto: le soluzioni progettuali sviluppate vogliano essere l’inizio di un processo trasformativo più ampio, che siano uno strumento di ricerca e non l’esito finale di un ragionamento. La collaborazione interdisciplinare qui proposta possa essere di buon auspicio per la pratica architettonica, affinché possa essere ampliata la rosa delle conoscenze e la consapevolezza dell’esperienza della progettazione partecipata in carcere.