The Nile has served as Egypt’s lifeline since the dawn of civilization, a relationship reflected in the evolving urban fabric of Cairo, the capital city. Although the capital Cairo as we know today was established in 969 CE, the area has hosted ancient national capitals, whose remnants are still visible today. In recent years, however, many residents have sought to escape the challenges of the metropolitan heart, brought on by rapid population growth and urban sprawl, by moving to new satellite cities in search of a better quality of life. This trend has led them to abandon their ties to the city and its waterfront. These satellite cities have come to symbolize wealth and higher social status, largely due to abundant green spaces, exclusivity and privacy provided by gated communities. Consequently, a cultural gap is growing both physically and socially, spreading environmental injustice among the city. Changing the perception of the city’s heart requires revitalizing its lifeline, the waterfronts. This demands a holistic approach that prioritizes community engagement and the utilization of nature-based solutions. Hence, this thesis proposes the application of community-centric placemaking strategies to reconnect residents with their waterfront, fostering a sense of belonging and enhancing well-being, cultural identity, and space perception. Simultaneously, nature-based solutions address degraded lands, water quality, and biodiversity issues, directly improving the community’s quality of life.

Il Nilo ha rappresentato la linfa vitale dell’Egitto fin dagli albori della civiltà, una relazione riflessa nel tessuto urbano in continua evoluzione del Cairo, la capitale. Sebbene il Cairo, come lo conosciamo oggi, sia stato fondato nel 969 D.C., l’area ha ospitato antiche capitali nazionali, i cui resti sono ancora visibili. Negli ultimi anni, tuttavia, molti residenti hanno cercato di sfuggire alle sfide del cuore metropolitano, aggravate dalla rapida crescita demografica e dall’espansione urbana, trasferendosi in nuove città satellite alla ricerca di una migliore qualità della vita. Questa tendenza ha portato all’abbandono dei legami con la città e il suo lungofiume. Queste città satellite sono diventate simbolo di ricchezza e status sociale elevato, soprattutto grazie agli ampi spazi verdi, all’esclusività e alla privacy garantite dai complessi residenziali recintati. Di conseguenza, si sta ampliando un divario culturale, sia fisico che sociale, che diffonde ingiustizie ambientali nella città. Cambiare la percezione del cuore della città richiede di rivitalizzare la sua linfa vitale, i lungofiumi. Ciò richiede un approccio olistico che dia priorità al coinvolgimento della comunità e all’uso di soluzioni basate sulla natura. Pertanto, questa tesi propone l’applicazione di strategie di placemaking incentrate sulla comunità per riconnettere i residenti con il loro lungofiume, promuovendo un senso di appartenenza e migliorando il benessere, l’identità culturale e la percezione dello spazio. Allo stesso tempo, le soluzioni basate sulla natura affrontano i problemi delle terre degradate, della qualità dell’acqua e della biodiversità, migliorando direttamente la qualità della vita della comunità.

Shores of change : a multidisciplinary revitalization of Cairo's Nile waterfront through NBS and placemaking

Mekkawi, Huda Mohamed Abdou Ahmed
2023/2024

Abstract

The Nile has served as Egypt’s lifeline since the dawn of civilization, a relationship reflected in the evolving urban fabric of Cairo, the capital city. Although the capital Cairo as we know today was established in 969 CE, the area has hosted ancient national capitals, whose remnants are still visible today. In recent years, however, many residents have sought to escape the challenges of the metropolitan heart, brought on by rapid population growth and urban sprawl, by moving to new satellite cities in search of a better quality of life. This trend has led them to abandon their ties to the city and its waterfront. These satellite cities have come to symbolize wealth and higher social status, largely due to abundant green spaces, exclusivity and privacy provided by gated communities. Consequently, a cultural gap is growing both physically and socially, spreading environmental injustice among the city. Changing the perception of the city’s heart requires revitalizing its lifeline, the waterfronts. This demands a holistic approach that prioritizes community engagement and the utilization of nature-based solutions. Hence, this thesis proposes the application of community-centric placemaking strategies to reconnect residents with their waterfront, fostering a sense of belonging and enhancing well-being, cultural identity, and space perception. Simultaneously, nature-based solutions address degraded lands, water quality, and biodiversity issues, directly improving the community’s quality of life.
PROTASONI, SARA
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
10-dic-2024
2023/2024
Il Nilo ha rappresentato la linfa vitale dell’Egitto fin dagli albori della civiltà, una relazione riflessa nel tessuto urbano in continua evoluzione del Cairo, la capitale. Sebbene il Cairo, come lo conosciamo oggi, sia stato fondato nel 969 D.C., l’area ha ospitato antiche capitali nazionali, i cui resti sono ancora visibili. Negli ultimi anni, tuttavia, molti residenti hanno cercato di sfuggire alle sfide del cuore metropolitano, aggravate dalla rapida crescita demografica e dall’espansione urbana, trasferendosi in nuove città satellite alla ricerca di una migliore qualità della vita. Questa tendenza ha portato all’abbandono dei legami con la città e il suo lungofiume. Queste città satellite sono diventate simbolo di ricchezza e status sociale elevato, soprattutto grazie agli ampi spazi verdi, all’esclusività e alla privacy garantite dai complessi residenziali recintati. Di conseguenza, si sta ampliando un divario culturale, sia fisico che sociale, che diffonde ingiustizie ambientali nella città. Cambiare la percezione del cuore della città richiede di rivitalizzare la sua linfa vitale, i lungofiumi. Ciò richiede un approccio olistico che dia priorità al coinvolgimento della comunità e all’uso di soluzioni basate sulla natura. Pertanto, questa tesi propone l’applicazione di strategie di placemaking incentrate sulla comunità per riconnettere i residenti con il loro lungofiume, promuovendo un senso di appartenenza e migliorando il benessere, l’identità culturale e la percezione dello spazio. Allo stesso tempo, le soluzioni basate sulla natura affrontano i problemi delle terre degradate, della qualità dell’acqua e della biodiversità, migliorando direttamente la qualità della vita della comunità.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/230583