Smilitarizzare il paesaggio in Sardegna. Liberare spazi di immaginazione

The thesis examines the impact of military installations on the Sardinian landscape, analyzing the complex interrelations between territory, military power and civil resistance and how the physical and imaginative inaccessibility of some territories threatens the right to land. The study retraces the history of the establishment of military bases in Sardinia, mapping their geographical distribution and analyzing the strategic and political logics that have determined their positioning on the island. Particular attention is paid to the evolution of the antimilitarist movements in Sardinia, which represent a model of manifestation of living and evolving dissent. The research develops a critical analysis of military technologies and their civilian use, in particular retraces the history of cartography in relation to war practices and sheds light on the political significance of creating maps, how this is not about the objective representation of reality but rather a tool to impose a program on the world. The case study of Sardinia is paradigmatic to understand these aspects that change not only the morphology of the territory, but also social dynamics, economic and political of a region, highlighting how the landscape can become an instrument for investigation and reflection on issues of social and climate justice. The form in which research is developed has a documentary basis consisting of cartographic elaborations and techniques represented in the form of illustrated stories, with the aim of experimenting different ways of narrating the content of maps. This study concludes with a description of possible scenarios that leave open questions about the future of irretrievably contaminated spaces.

La tesi esamina l'impatto delle installazioni militari sul paesaggio sardo, analizzando le complesse interrelazioni tra territorio, potere militare e resistenza civile e come l’inaccessibilità fisica ed immaginativa di alcuni territori minacci il diritto alla terra. Lo studio ripercorre la storia dell'insediamento delle basi militari in Sardegna, mappandone la distribuzione geografica e analizzando le logiche strategiche e politiche che ne hanno determinato il posizionamento nel territorio insulare. Particolare attenzione è rivolta all'evoluzione dei movimenti antimilitaristi sardi, che rappresentano un modello di manifestazione del dissenso vivo ed in evoluzione. La ricerca sviluppa un’analisi critica delle tecnologie militari e del loro uso civile, in particolare si ripercorre la storia della cartografia in relazione alle pratiche belliche e si fa luce sul significato politico del creare mappe, di come questo non riguardi la rappresentazione oggettiva della realtà ma piuttosto uno strumento per imporre un programma sul mondo. Il caso studio della Sardegna è paradigmatico per comprendere questi aspetti che modificano non solo la morfologia del territorio, ma anche dinamiche sociali, economiche e politiche di una regione evidenziando come il paesaggio può farsi strumento di indagine e riflessione su tematiche di giustizia sociale e climatica. La forma in cui viene sviluppata la ricerca ha una base documentale costituita da elaborazioni cartografiche e tecniche rappresentate sotto forma di racconto illustrato, con l’obiettivo di sperimentare diversi modi di narrare il contenuto delle mappe. Questo studio si conclude con descrizione di scenari possibili che lasciano questioni aperte sul futuro di spazi irrimediabilmente contaminati.