On cold November mornings, the Po Valley disappears, shrouded in dense, oppressive fog. The mist submerges every town, street and individual, erasing the boundaries of the landscape. Living in the plain thus becomes an immersive, almost totalising experience, in which spatial references dissolve. This natural veil accentuates the few distinctive signs of the territory, highlighting the traces left by man: an asphalt road, an isolated house, an embankment. In this context, the agricultural landscape of the Po Valley takes on unique connotations, and the nursery activity of Canneto sull’Oglio is set against this backdrop, reinforcing the idea of a linear, almost abstract territory that extends indefinitely beyond the horizon. The project explores the relationship between architecture and landscape, with a focus on proportionality and human perception in an environment that appears disorienting and out of scale. Through a careful analysis of local rural architecture, the archetype of the Po Valley courtyard emerges as an essential model of anthropisation of the Lombardy countryside, particularly in the Mantuan and Cremonese areas. The proposal offers a contemporary reinterpretation of it, adapting this traditional archetype to the needs of a specialisation school dedicated to nursery gardening. The complex is harmoniously integrated into the landscape, emerging as an artefact deeply connected to the historical, cultural and natural system. Architecture thus becomes a tool to give the padana plain a new meaning, redefining the relationship between man and land, built and natural, in a subtle balance between heritage and vision.

Durante le fredde mattine di novembre, la pianura padana scompare, avvolta da una nebbia densa e opprimente. La foschia sommerge ogni città, strada e individuo, cancellando i confini del paesaggio. Abitare in pianura diventa così un’esperienza immersiva, quasi totalizzante, in cui i riferimenti spaziali si dissolvono. Questo velo naturale accentua i pochi segni distintivi del territorio, mettendo in risalto le tracce lasciate dall’uomo: una strada asfaltata, una casa isolata, un argine. In questo contesto, il paesaggio agricolo della pianura padana assume connotati unici, e l’attività vivaistica di Canneto sull’Oglio si innesta su questo sfondo, rafforzando l’idea di un territorio lineare, quasi astratto, che si estende indefinitamente oltre l’orizzonte. Il progetto esplora la relazione tra architettura e paesaggio, con un’attenzione particolare alla proporzionalità e alla percezione umana in un ambiente che appare disorientante e fuori scala. Attraverso un’analisi attenta dell’architettura rurale locale, emerge l’archetipo della corte padana come modello essenziale di antropizzazione delle campagne lombarde, in particolare nelle aree mantovane e cremonesi. La proposta ne offre una reinterpretazione contemporanea, adattando questo archetipo tradizionale alle esigenze di una scuola di specializzazione dedicata al vivaismo. Tale complesso si integra armoniosamente nel paesaggio, emergendo come un manufatto profondamente connesso al sistema storico, culturale e naturale. L’architettura diventa così uno strumento per restituire alla pianura padana un nuovo significato, ridefinendo il rapporto tra uomo e terra, costruito e naturale, in un equilibrio sottile tra eredità e visione.

Linee nella nebbia : architetture vivaistiche tra eredità e visione

Groppi, Pietro
2023/2024

Abstract

On cold November mornings, the Po Valley disappears, shrouded in dense, oppressive fog. The mist submerges every town, street and individual, erasing the boundaries of the landscape. Living in the plain thus becomes an immersive, almost totalising experience, in which spatial references dissolve. This natural veil accentuates the few distinctive signs of the territory, highlighting the traces left by man: an asphalt road, an isolated house, an embankment. In this context, the agricultural landscape of the Po Valley takes on unique connotations, and the nursery activity of Canneto sull’Oglio is set against this backdrop, reinforcing the idea of a linear, almost abstract territory that extends indefinitely beyond the horizon. The project explores the relationship between architecture and landscape, with a focus on proportionality and human perception in an environment that appears disorienting and out of scale. Through a careful analysis of local rural architecture, the archetype of the Po Valley courtyard emerges as an essential model of anthropisation of the Lombardy countryside, particularly in the Mantuan and Cremonese areas. The proposal offers a contemporary reinterpretation of it, adapting this traditional archetype to the needs of a specialisation school dedicated to nursery gardening. The complex is harmoniously integrated into the landscape, emerging as an artefact deeply connected to the historical, cultural and natural system. Architecture thus becomes a tool to give the padana plain a new meaning, redefining the relationship between man and land, built and natural, in a subtle balance between heritage and vision.
TINAZZI, CLAUDIA
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
11-dic-2024
2023/2024
Durante le fredde mattine di novembre, la pianura padana scompare, avvolta da una nebbia densa e opprimente. La foschia sommerge ogni città, strada e individuo, cancellando i confini del paesaggio. Abitare in pianura diventa così un’esperienza immersiva, quasi totalizzante, in cui i riferimenti spaziali si dissolvono. Questo velo naturale accentua i pochi segni distintivi del territorio, mettendo in risalto le tracce lasciate dall’uomo: una strada asfaltata, una casa isolata, un argine. In questo contesto, il paesaggio agricolo della pianura padana assume connotati unici, e l’attività vivaistica di Canneto sull’Oglio si innesta su questo sfondo, rafforzando l’idea di un territorio lineare, quasi astratto, che si estende indefinitamente oltre l’orizzonte. Il progetto esplora la relazione tra architettura e paesaggio, con un’attenzione particolare alla proporzionalità e alla percezione umana in un ambiente che appare disorientante e fuori scala. Attraverso un’analisi attenta dell’architettura rurale locale, emerge l’archetipo della corte padana come modello essenziale di antropizzazione delle campagne lombarde, in particolare nelle aree mantovane e cremonesi. La proposta ne offre una reinterpretazione contemporanea, adattando questo archetipo tradizionale alle esigenze di una scuola di specializzazione dedicata al vivaismo. Tale complesso si integra armoniosamente nel paesaggio, emergendo come un manufatto profondamente connesso al sistema storico, culturale e naturale. L’architettura diventa così uno strumento per restituire alla pianura padana un nuovo significato, ridefinendo il rapporto tra uomo e terra, costruito e naturale, in un equilibrio sottile tra eredità e visione.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/230813