The research examines how interactions and relationships among various actors along the edges of the world have shaped and transformed the identity of the “world of the edge” itself. The edge is the meeting place and intersection of different elements—water and land. Its identity is inherently plural, defined by constant change, shifting with the tides, belonging at times to the land, at times to the sea. This is a place of compromise, yet also of tension and conflict. Typically, we think of the edge as a starting point; however, this research reverses that assumption, considering it instead as an arrival point, exploring the reasons for alteration, exchange, and occupation at this specific location. The approach is rhizomatic—both vertical and transversal, beginning at a single point and extending into infinite directions. By unraveling the varied relationships along the edge, we deepen our understanding of its identity and its associated anthropic, social, political, and environmental implications. Relation unfolds through a series of intersecting trajectories, clashing and expanding in an apparently boundless network. It is self-generating and self-contained, manifesting the aesthetic of a Chaos that defies systemic simplification, in which each smallest detail is as complex as the entirety. This Chaos, however, conceals an “order” in constant flux, where the position of each part within it resists absolute generalization, moving instead toward an imaginative construction of Relation. In this way, the edge becomes the very space where Relation takes place. Only through the complete dispersal of unity can we explore how the edge has become the most frequented point of human occupation, the most intensively shaped and transformed, thus gaining an understanding of Relation itself. The culmination of this research, like knowledge on this subject, is ultimately a poetics.

La ricerca indaga come il rapporto e la relazione tra diversi attori lungo i margini del mondo ha plasmato e alterato l’identità stessa del “mondo del bordo”. Il bordo costituisce il punto di incontro e sovrapposizione tra elementi di natura diversa: l’acqua e la terra. La sua identità è intrinsecamente molteplice, determinata dal cambiamento continuo: oscilla con le maree, appartenendo ora alla terra, ora al mare. E’ il luogo del compromesso ma al tempo stesso della tensione e del conflitto. Si è soliti pensare al bordo come un punto di partenza. Nella ricerca si ribalta questo presupposto e si considera come approdo, indagando il motivo dell’alterazione, scambio, e occupazione di quel determinato punto. L’approccio pertanto è di tipo rizomatico: verticale e trasversale allo stesso tempo, nasce da un punto e va in profondità in infinite direzioni. Attraverso lo srotolamento delle diverse relazioni sul bordo si concorre a comprendere l’identità del bordo stesso e le derivanti implicazioni antropiche, sociali, politiche e ambientali. La Relazione si estrinseca attraverso una serie di traiettorie che si succedono, contrastano, esplodono, in una trama apparentemente infinita. Essa si genera da sé stessa e si conclude in sé stessa, costituisce l’estetica manifesta di un Caos che non è riducibile ad alcuna semplificazione sistemica e il cui minimo dettaglio è altrettanto complesso quanto l’insieme. Il Caos nasconde in realtà un “ordine” in continuo mutamento in cui la posizione di ciascuna parte al suo interno rifiuta la generalizzazione dell’assoluto, andando verso la costruzione immaginaria della Relazione. Il bordo in questo senso diventa il luogo entro cui la Relazione avviene. Solo attraverso l’esplosione completa dell’unità è possibile indagare come il bordo è diventato il punto più battuto dall’occupazione umana, il più intensamente modellato e trasformato, quindi comprendere la Relazione. Il culmine della ricerca, così come della conoscenza in merito, costituisce nient’altro che una poetica.

Intra : identità del mezzo. La Relazione come immagine del bordo

Lucchina, Gaia;Dell'Acqua, Monica
2023/2024

Abstract

The research examines how interactions and relationships among various actors along the edges of the world have shaped and transformed the identity of the “world of the edge” itself. The edge is the meeting place and intersection of different elements—water and land. Its identity is inherently plural, defined by constant change, shifting with the tides, belonging at times to the land, at times to the sea. This is a place of compromise, yet also of tension and conflict. Typically, we think of the edge as a starting point; however, this research reverses that assumption, considering it instead as an arrival point, exploring the reasons for alteration, exchange, and occupation at this specific location. The approach is rhizomatic—both vertical and transversal, beginning at a single point and extending into infinite directions. By unraveling the varied relationships along the edge, we deepen our understanding of its identity and its associated anthropic, social, political, and environmental implications. Relation unfolds through a series of intersecting trajectories, clashing and expanding in an apparently boundless network. It is self-generating and self-contained, manifesting the aesthetic of a Chaos that defies systemic simplification, in which each smallest detail is as complex as the entirety. This Chaos, however, conceals an “order” in constant flux, where the position of each part within it resists absolute generalization, moving instead toward an imaginative construction of Relation. In this way, the edge becomes the very space where Relation takes place. Only through the complete dispersal of unity can we explore how the edge has become the most frequented point of human occupation, the most intensively shaped and transformed, thus gaining an understanding of Relation itself. The culmination of this research, like knowledge on this subject, is ultimately a poetics.
MONACELLA, ROSALEA
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
11-dic-2024
2023/2024
La ricerca indaga come il rapporto e la relazione tra diversi attori lungo i margini del mondo ha plasmato e alterato l’identità stessa del “mondo del bordo”. Il bordo costituisce il punto di incontro e sovrapposizione tra elementi di natura diversa: l’acqua e la terra. La sua identità è intrinsecamente molteplice, determinata dal cambiamento continuo: oscilla con le maree, appartenendo ora alla terra, ora al mare. E’ il luogo del compromesso ma al tempo stesso della tensione e del conflitto. Si è soliti pensare al bordo come un punto di partenza. Nella ricerca si ribalta questo presupposto e si considera come approdo, indagando il motivo dell’alterazione, scambio, e occupazione di quel determinato punto. L’approccio pertanto è di tipo rizomatico: verticale e trasversale allo stesso tempo, nasce da un punto e va in profondità in infinite direzioni. Attraverso lo srotolamento delle diverse relazioni sul bordo si concorre a comprendere l’identità del bordo stesso e le derivanti implicazioni antropiche, sociali, politiche e ambientali. La Relazione si estrinseca attraverso una serie di traiettorie che si succedono, contrastano, esplodono, in una trama apparentemente infinita. Essa si genera da sé stessa e si conclude in sé stessa, costituisce l’estetica manifesta di un Caos che non è riducibile ad alcuna semplificazione sistemica e il cui minimo dettaglio è altrettanto complesso quanto l’insieme. Il Caos nasconde in realtà un “ordine” in continuo mutamento in cui la posizione di ciascuna parte al suo interno rifiuta la generalizzazione dell’assoluto, andando verso la costruzione immaginaria della Relazione. Il bordo in questo senso diventa il luogo entro cui la Relazione avviene. Solo attraverso l’esplosione completa dell’unità è possibile indagare come il bordo è diventato il punto più battuto dall’occupazione umana, il più intensamente modellato e trasformato, quindi comprendere la Relazione. Il culmine della ricerca, così come della conoscenza in merito, costituisce nient’altro che una poetica.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/231049