The layers of time: adaptive reuse of Archeological Museum of Tbilisi

The exploration of the adaptive reuse of the Former Archaeological Museum in Tbilisi, a structure whose history is as layered and complex as the city itself. Originally conceived as water reservoirs. It was also said to irrigate a planned vineyard in Dighomi Park, the building’s purpose evolved over time, yet its potential remained unrealized. The vision shifted in the 1970s to transform the space into an archaeological museum, inspired by the nearby settlement of Treligori—a place deeply intertwined with Georgia’s ancient heritage. However, the museum was left unfinished in the 1990s, symbolizing an era of halted progress and unrealized ambition. Georgia is not only the birthplace of wine but a nation where viticulture forms the backbone of its cultural identity. This project taps into that heritage, reimagining the building as a wine museum that preserves the country’s winemaking traditions while providing a contemporary space for education, production, and cultural exchange. By embracing adaptive reuse, the thesis demonstrates how architectural interventions can contribute to both urban regeneration and sustainable development. The design honors the building’s brutalist forms—monumental and raw—while introducing modern, elegant interventions that facilitate new uses. The project seamlessly integrates wine production facilities, creating an architectural dialogue between the past and future. This transformation is not only about the building’s physical form but also about its socio-economic impact. The museum, once dormant, will become a hub for cultural tourism, offering job opportunities and fostering connections between the wine industry and educational institutions such as the nearby agronomic university. It is an example of how architecture can revitalize a community while respecting its historical and cultural roots. At the heart of this thesis is the belief that adaptive reuse is more than a preservation method—it is an opportunity to create spaces where history and modernity coexist dynamically. The project represents the next chapter in the building’s journey, connecting the stories of its past with the potential of its future, and re-establishing it as a vibrant symbol of Georgia’s evolving identity.

L'esplorazione del riutilizzo adattivo dell'ex Mu seo archeologico di Tbilisi, una struttura la cui storia è stratificata e complessa come la città stessa. Originariamente concepito come ris erva d’acqua. Si diceva anche che irrigasse un vigneto pianificato nel parco Dighomi, lo scopo dell'edificio si è evoluto nel tempo, ma il suo potenziale è rimasto irrealizzato. La visi one è cambiata negli anni ‘70 per trasformare lo spazio in un museo archeologico, ispirato al vicino insediamento di Treligori, un luogo pro fondamente intrecciato con l’antica eredità della Georgia. Tuttavia, il museo è rimasto incompiuto negli anni '90, a simboleggiare un'era di progresso interrotto e ambizione irrealizzata. La Georgia non è solo la culla del vino, ma una nazione in cui la viticoltura costituisce la spina dorsale della sua identità culturale. Questo pro getto attinge a quell’eredità, reimmaginando l’edificio come un museo del vino che preser va le tradizioni vinicole del paese offrendo al contemporaneo uno spazio contemporaneo perl’is truzione, la produzione e lo scambio culturale. Abbracciando il riutilizzo adattivo, la tesi dimostra come gli interventi architettonici possano con tribuire sia alla rigenerazione urbana che allo sviluppo sostenibile. Il design onora il e forme brutaliste dell’edificio, monumentale li e grezze, introducendo al contempo in terventi moderni ed eleganti che facilitano nuovi usi. Il progetto integra perfettamente le strutture di produzione del vino, creando un dialogo architettonico tra passato e futuro. Questa trasformazione non riguarda solo la forma fisica dell’edificio, ma anche il suo im patto socioeconomico. Il museo, un tempo po inattivo, diventerà un polo per il turismo culturale, offrendo opportunità di lavoro e promuovendo connessioni tra l’industria del vino e istituzioni educative come la vicina università agronomica. È un esempio di come l'architettura possa rivitalizzare una comunità rispettandone le radici storiche e culturali. Al centro di questa tesi c’è la convinzione che il riutilizzo adattivo sia più di un metodo di conservazione: è un’opportunità per creare spazi in cui storia e modernità coesistono dinamicamente. Il progetto rappresenta il prossimo capitolo nel viaggio dell'edificio, collegando le storie del suo passato con il potenziale del suo futuro e ristabilendolo come un simbolo vibrante dell'identità in evoluzione della Georgia.