Investigating artificial life: a semiotic interpretation of social robots

This thesis explores how social robots gain their social agency and become active actors in a human social context through a semiotic framework. Then, it points out the “dual reality” of social robots, where they exist as an artifact and a social actor creating an “illusion of life” to fulfill their social roles in human environments, emphasizing the need to acknowledge their materiality to gain social agency. Applying Actor-Network Theory (ANT), this study shows that the agency of social robots is relational, and co-constructed through interactions with a network of human and non-human actors, including the robot’s fictional layer, users, and creators.  This thesis also investigates the factors, that make a robot “social” and does a comparative mapping analysis to identify critical parameters. This mapping framework reveals the limitations of morphology as a parameter to analyze the embodiment of social robots. Later employing Embodiment Theory, it introduces the concept of  “sociomorphic embodiment” and explores its significance. Central to this research is a novel embodiment-interaction quality mapping framework, which classifies social robots based on their sociomorphic embodiment and interaction quality. Unlike conventional categorizations based solely on morphology or intent of use, this framework captures a refined spectrum of roles, identifying social robust as Companions, Enrichers, Collaborators, and Assistants.  Further, the framework of embodiment-interaction quality is extended to distinguish social robots from purely functional robots such as Roomba, later classifying them as “Substitution Robot” due to their functional embodiment and limited interaction. This framework is also translated to innovation direction mapping, offering insights into strategic pathways for companies in designing role-specific social robots that align with user needs and company goals. The success of Sony’s Aibo and the failure of Amazon’s Astro are presented as case studies to illustrate the framework’s practical implications while highlighting key learnings for the future of social robots. The thesis, further, integrates embodiment-interaction quality mapping into a privacy and regulatory framework for social robots. In sum, this research provides a foundational tool for conceptualizing and designing social robots that not only fulfill functional needs but also contribute to a more human-technology-centered future

Questa tesi esplora il modo in cui i robot sociali acquisiscono la loro agenzia sociale e diventano attori attivi in ​​un contesto sociale umano attraverso un quadro semiotico. Poi, sottolinea la “doppia realtà” dei robot sociali, dove esistono come artefatto e attore sociale che crea una “illusione di vita” per adempiere ai loro ruoli sociali negli ambienti umani, sottolineando la necessità di riconoscere la loro materialità per ottenere vantaggi sociali. agenzia. Applicando la teoria della rete di attori (ANT), questo studio mostra che l’azione dei robot sociali è relazionale e co-costruita attraverso le interazioni con una rete di attori umani e non umani, incluso lo strato immaginario del robot, gli utenti e i creatori. Questa tesi indaga anche i fattori che rendono un robot “sociale” e fa un’analisi di mappatura comparativa per identificare i parametri critici. Questo quadro di mappatura rivela i limiti della morfologia come parametro per analizzare l'incarnazione dei robot sociali. Successivamente, utilizzando la teoria dell'incarnazione, introduce il concetto di "incarnazione sociomorfa" ed esplora il suo significato. Al centro di questa ricerca c’è un nuovo quadro di mappatura della qualità dell’incarnazione-interazione, che classifica i robot sociali in base alla loro incarnazione sociomorfa e alla qualità dell’interazione. A differenza delle categorizzazioni convenzionali basate esclusivamente sulla morfologia o sull'intento d'uso, questo quadro cattura uno spettro raffinato di ruoli, identificando i social robusti come compagni, arricchenti, collaboratori e assistenti. Inoltre, il quadro della qualità dell’incarnazione-interazione viene esteso per distinguere i robot sociali dai robot puramente funzionali come Roomba, classificandoli successivamente come “robot sostitutivi” a causa della loro incarnazione funzionale e dell’interazione limitata. Questo quadro si traduce anche in una mappatura della direzione dell’innovazione, offrendo approfondimenti sui percorsi strategici per le aziende nella progettazione di robot sociali specifici per ruolo che si allineano con le esigenze degli utenti e gli obiettivi aziendali. Il successo di Aibo di Sony e il fallimento di Astro di Amazon sono presentati come casi di studio per illustrare le implicazioni pratiche del quadro evidenziando al contempo gli insegnamenti chiave per il futuro dei robot sociali. La tesi, inoltre, integra la mappatura della qualità dell'incarnazione-interazione in un quadro normativo e sulla privacy per i robot sociali. In sintesi, questa ricerca fornisce uno strumento fondamentale per concettualizzare e progettare robot sociali che non solo soddisfano i bisogni funzionali ma contribuiscono anche a un futuro più incentrato sulla tecnologia umana