The decreasing public support to the arts and culture after the 2008 global financial crisis increases the need to secure funds from alternative sources, in particular from private business organizations. Indeed, Corporate Support to the Arts (CSA) is becoming more and more pervasive in the business environment, shaping the connection between corporate and cultural worlds. The main issue emerging from extant literature questions whether firms transparently communicate these kinds of artistic support in their official channels. Despite their significance, there is a noticeable lack of emphasis on the topic of CSA disclosure and whether companies tend to report consistently their initiatives in non-financial reports. Given the relevance of this context, this Master Thesis sheds light on the widespread debate about the features of corporate donors and addresses the underexplored relationship of CSA disclosure and cultural donations in the field of business engagement in the arts, answering to the research objective: “Which are the profiles of companies that disclose CSA and how do they disclose about CSA?”. Through an in-depth literature review, a conceptual framework has been developed to identify the main features which can impact the companies’ behaviour in CSA belonging to three categories: economic, organizational and philanthropic. Among these, the variable of CSA disclosure has been computed as the probability of discussing art-related themes in sustainability reports. The framework is used to empirically examine patterns of CSA by listed companies operating in the Italian market which donated at least once via the Art Bonus platform, an initiative launched by the Italian government to subsidize cultural institutions. The set of companies analysed entails firms with available sustainability reports over the years 2017-2023, providing an extended timeframe for the analysis. Through the application of Seeded-LDA to statistically determine topics from the content of companies’ reports, the results revealed the presence of an art-related topic that discusses the multiple types of corporate support to local cultural heritage. Results also show a significant variability in the art-related topic presence in reports of companies across sectors and overtime. Indeed, financial institutions, the biggest maecenates, and fashion brands are the most transparent in disclosing their art donations in sustainability reports and declare more in the corresponding year of the activity. Surprisingly, the trend of CSA disclosure, increasing in recent years, doesn’t match the one of cultural donations by firms, which strongly downsized during the Covid-19 period due to more pressing activities, but showing a steady behaviour in the last two years. Afterwards, the cluster analysis on companies’ features leads to the identification of three main groups of corporate donors, leading to the elaboration of three overarching typologies of CSA strategy that complete the research. In particular: (i) the first cluster, labelled as high-reputation investors, engages in consistent art donations to maintain high reputation across external stakeholders but they neglect CSA topic in their reports; (ii) the second, the small donors, don’t show a specific reason behind their donations but more transparently report CSA initiatives, perceiving a small altruistic behaviour emerging from their CSA strategy; (iii) the third cluster represents the loudmouthed donors, who engage in significant art donations due to the need of mitigating the perception of increased risk of bankruptcy by the public, but suggesting also a philanthropic approach since the consistent CSA disclosure matches their corporate giving to art. The Master Thesis advances academic knowledge by highlighting the underexplored relationship between CSA disclosure and donations developing multiple implications. Indeed, the four different groups of companies have been identified according to the extent of CSA disclosure and donations: small transparent maecenates, large communicative donors, non-transparent large donors and marginal CSA investors. The dissertation broadens the scope of studies on CSA moving beyond the traditional focus on the reasons behind art donations to the perspective of how they are reported and disclosed by companies in non-financial reports. It also provides implications for the three actors involved in CSA: business companies, cultural institutions and policymakers.

Il calo del sostegno pubblico alle arti e alla cultura dopo la crisi finanziaria globale del 2008 ha aumentato la necessità di garantire fondi alternativi, in particolare da organizzazioni aziendali private. Di fatto, il supporto aziendale alle arti (Corporate Support to the Arts o CSA) sta diventando sempre più pervasivo nell’ambiente aziendale, modellando la connessione tra il mondo corporate e quello culturale. La principale questione emersa dalla letteratura esistente riguarda se le imprese comunichino in modo trasparente questi tipi di supporto artistico nei loro canali ufficiali. Nonostante la rilevanza, vi è una evidente mancanza di enfasi sul tema della divulgazione del CSA e sulla tendenza delle aziende a riportare con costanza le proprie iniziative nei report non finanziari. Dati il contesto e la sua importanza, questa Tesi di Laurea Magistrale fa luce sul dibattito diffuso circa le caratteristiche dei donatori aziendali e affronta la relazione poco esplorata tra divulgazione di CSA e donazioni culturali nel campo dell’impegno aziendale nelle arti, rispondendo alla domanda di ricerca: “Quali sono i profili delle aziende che divulgano il CSA e come lo comunicano?” Attraverso una revisione approfondita della letteratura, è stato sviluppato uno schema concettuale per identificare le principali caratteristiche che possono influenzare il comportamento delle aziende nel CSA, suddivise in tre categorie: economiche, organizzative e filantropiche. Tra queste, la variabile della divulgazione di CSA è stata calcolata come probabilità di discutere temi legati all’arte nei report di sostenibilità. Tale schema è stato utilizzato per esaminare empiricamente i modelli di CSA da parte delle società quotate operanti nel mercato italiano che hanno effettuato almeno una donazione tramite la piattaforma Art Bonus, un’iniziativa lanciata dal governo italiano per sovvenzionare le istituzioni culturali. L'insieme di aziende analizzate include quelle con report di sostenibilità disponibili per gli anni 2017-2023, offrendo un ampio arco temporale per l’analisi. Attraverso l’applicazione della Seeded-LDA per determinare statisticamente gli argomenti nei contenuti dei report, i risultati hanno rivelato la presenza di un argomento correlato all’arte che discute i molteplici tipi di sostegno aziendale al patrimonio culturale locale. I risultati evidenziano anche una significativa variabilità nella presenza dell’argomento artistico nei report delle aziende in vari settori e nel tempo. Infatti, istituti finanziari, i maggiori mecenati, e brand di moda sono i più trasparenti nel divulgare le proprie donazioni artistiche nei report di sostenibilità e dichiarano maggiormente nell’anno corrispondente all’attività. Sorprendentemente, la tendenza della CSA disclosure, in aumento negli ultimi anni, non corrisponde a quella delle donazioni culturali da parte delle aziende, che sono drasticamente diminuite durante il periodo Covid-19 per priorità più urgenti, ma mostrano un andamento stabile negli ultimi due anni. Successivamente, l'analisi dei cluster delle caratteristiche delle aziende porta all'identificazione di tre principali gruppi di donatori aziendali, consentendo l'elaborazione di tre tipologie generali di strategie di CSA che completano la ricerca. In particolare: (i) il primo cluster, denominato investitori ad alta reputazione, si impegna in donazioni costanti nel campo dell'arte per mantenere un’elevata reputazione tra gli stakeholder, ma trascura il tema della CSA nei propri report; (ii) il secondo cluster, i piccoli donatori, non mostra una ragione specifica dietro le proprie donazioni, ma riporta in modo più trasparente le iniziative di CSA, lasciando emergere un comportamento leggermente altruistico nella loro strategia di CSA; (iii) il terzo cluster rappresenta i donatori “chiacchieroni”, che effettuano donazioni significative nel campo dell'arte per mitigare la percezione pubblica di un aumento del rischio di fallimento, suggerendo al contempo un approccio filantropico, dato che la consistente divulgazione di CSA corrisponde al loro impegno nel supportare l'arte. La Tesi di Laurea Magistrale contribuisce alla conoscenza accademica evidenziando la relazione poco esplorata tra divulgazione del CSA e donazioni, sviluppando molteplici implicazioni. Infatti, sono stati identificati quattro diversi gruppi di aziende in base al livello di divulgazione del CSA e delle donazioni: piccoli mecenati trasparenti, grandi donatori comunicativi, grandi donatori non trasparenti e investitori marginali di CSA. La dissertazione amplia la portata degli studi sulla CSA, andando oltre il tradizionale focus sulle ragioni dietro le donazioni artistiche per esplorare la prospettiva di come queste siano riportate e divulgate dalle aziende nei report non finanziari. Inoltre, fornisce implicazioni per i tre attori coinvolti nel CSA: aziende, istituzioni culturali e policymakers.

Corporate support to the Arts: exploring reporting patterns in the landscape of italian donors

BORGONOVO, FABIO
2023/2024

Abstract

The decreasing public support to the arts and culture after the 2008 global financial crisis increases the need to secure funds from alternative sources, in particular from private business organizations. Indeed, Corporate Support to the Arts (CSA) is becoming more and more pervasive in the business environment, shaping the connection between corporate and cultural worlds. The main issue emerging from extant literature questions whether firms transparently communicate these kinds of artistic support in their official channels. Despite their significance, there is a noticeable lack of emphasis on the topic of CSA disclosure and whether companies tend to report consistently their initiatives in non-financial reports. Given the relevance of this context, this Master Thesis sheds light on the widespread debate about the features of corporate donors and addresses the underexplored relationship of CSA disclosure and cultural donations in the field of business engagement in the arts, answering to the research objective: “Which are the profiles of companies that disclose CSA and how do they disclose about CSA?”. Through an in-depth literature review, a conceptual framework has been developed to identify the main features which can impact the companies’ behaviour in CSA belonging to three categories: economic, organizational and philanthropic. Among these, the variable of CSA disclosure has been computed as the probability of discussing art-related themes in sustainability reports. The framework is used to empirically examine patterns of CSA by listed companies operating in the Italian market which donated at least once via the Art Bonus platform, an initiative launched by the Italian government to subsidize cultural institutions. The set of companies analysed entails firms with available sustainability reports over the years 2017-2023, providing an extended timeframe for the analysis. Through the application of Seeded-LDA to statistically determine topics from the content of companies’ reports, the results revealed the presence of an art-related topic that discusses the multiple types of corporate support to local cultural heritage. Results also show a significant variability in the art-related topic presence in reports of companies across sectors and overtime. Indeed, financial institutions, the biggest maecenates, and fashion brands are the most transparent in disclosing their art donations in sustainability reports and declare more in the corresponding year of the activity. Surprisingly, the trend of CSA disclosure, increasing in recent years, doesn’t match the one of cultural donations by firms, which strongly downsized during the Covid-19 period due to more pressing activities, but showing a steady behaviour in the last two years. Afterwards, the cluster analysis on companies’ features leads to the identification of three main groups of corporate donors, leading to the elaboration of three overarching typologies of CSA strategy that complete the research. In particular: (i) the first cluster, labelled as high-reputation investors, engages in consistent art donations to maintain high reputation across external stakeholders but they neglect CSA topic in their reports; (ii) the second, the small donors, don’t show a specific reason behind their donations but more transparently report CSA initiatives, perceiving a small altruistic behaviour emerging from their CSA strategy; (iii) the third cluster represents the loudmouthed donors, who engage in significant art donations due to the need of mitigating the perception of increased risk of bankruptcy by the public, but suggesting also a philanthropic approach since the consistent CSA disclosure matches their corporate giving to art. The Master Thesis advances academic knowledge by highlighting the underexplored relationship between CSA disclosure and donations developing multiple implications. Indeed, the four different groups of companies have been identified according to the extent of CSA disclosure and donations: small transparent maecenates, large communicative donors, non-transparent large donors and marginal CSA investors. The dissertation broadens the scope of studies on CSA moving beyond the traditional focus on the reasons behind art donations to the perspective of how they are reported and disclosed by companies in non-financial reports. It also provides implications for the three actors involved in CSA: business companies, cultural institutions and policymakers.
CARLONI, ELEONORA
RIVA, PAOLA
ING - Scuola di Ingegneria Industriale e dell'Informazione
11-dic-2024
2023/2024
Il calo del sostegno pubblico alle arti e alla cultura dopo la crisi finanziaria globale del 2008 ha aumentato la necessità di garantire fondi alternativi, in particolare da organizzazioni aziendali private. Di fatto, il supporto aziendale alle arti (Corporate Support to the Arts o CSA) sta diventando sempre più pervasivo nell’ambiente aziendale, modellando la connessione tra il mondo corporate e quello culturale. La principale questione emersa dalla letteratura esistente riguarda se le imprese comunichino in modo trasparente questi tipi di supporto artistico nei loro canali ufficiali. Nonostante la rilevanza, vi è una evidente mancanza di enfasi sul tema della divulgazione del CSA e sulla tendenza delle aziende a riportare con costanza le proprie iniziative nei report non finanziari. Dati il contesto e la sua importanza, questa Tesi di Laurea Magistrale fa luce sul dibattito diffuso circa le caratteristiche dei donatori aziendali e affronta la relazione poco esplorata tra divulgazione di CSA e donazioni culturali nel campo dell’impegno aziendale nelle arti, rispondendo alla domanda di ricerca: “Quali sono i profili delle aziende che divulgano il CSA e come lo comunicano?” Attraverso una revisione approfondita della letteratura, è stato sviluppato uno schema concettuale per identificare le principali caratteristiche che possono influenzare il comportamento delle aziende nel CSA, suddivise in tre categorie: economiche, organizzative e filantropiche. Tra queste, la variabile della divulgazione di CSA è stata calcolata come probabilità di discutere temi legati all’arte nei report di sostenibilità. Tale schema è stato utilizzato per esaminare empiricamente i modelli di CSA da parte delle società quotate operanti nel mercato italiano che hanno effettuato almeno una donazione tramite la piattaforma Art Bonus, un’iniziativa lanciata dal governo italiano per sovvenzionare le istituzioni culturali. L'insieme di aziende analizzate include quelle con report di sostenibilità disponibili per gli anni 2017-2023, offrendo un ampio arco temporale per l’analisi. Attraverso l’applicazione della Seeded-LDA per determinare statisticamente gli argomenti nei contenuti dei report, i risultati hanno rivelato la presenza di un argomento correlato all’arte che discute i molteplici tipi di sostegno aziendale al patrimonio culturale locale. I risultati evidenziano anche una significativa variabilità nella presenza dell’argomento artistico nei report delle aziende in vari settori e nel tempo. Infatti, istituti finanziari, i maggiori mecenati, e brand di moda sono i più trasparenti nel divulgare le proprie donazioni artistiche nei report di sostenibilità e dichiarano maggiormente nell’anno corrispondente all’attività. Sorprendentemente, la tendenza della CSA disclosure, in aumento negli ultimi anni, non corrisponde a quella delle donazioni culturali da parte delle aziende, che sono drasticamente diminuite durante il periodo Covid-19 per priorità più urgenti, ma mostrano un andamento stabile negli ultimi due anni. Successivamente, l'analisi dei cluster delle caratteristiche delle aziende porta all'identificazione di tre principali gruppi di donatori aziendali, consentendo l'elaborazione di tre tipologie generali di strategie di CSA che completano la ricerca. In particolare: (i) il primo cluster, denominato investitori ad alta reputazione, si impegna in donazioni costanti nel campo dell'arte per mantenere un’elevata reputazione tra gli stakeholder, ma trascura il tema della CSA nei propri report; (ii) il secondo cluster, i piccoli donatori, non mostra una ragione specifica dietro le proprie donazioni, ma riporta in modo più trasparente le iniziative di CSA, lasciando emergere un comportamento leggermente altruistico nella loro strategia di CSA; (iii) il terzo cluster rappresenta i donatori “chiacchieroni”, che effettuano donazioni significative nel campo dell'arte per mitigare la percezione pubblica di un aumento del rischio di fallimento, suggerendo al contempo un approccio filantropico, dato che la consistente divulgazione di CSA corrisponde al loro impegno nel supportare l'arte. La Tesi di Laurea Magistrale contribuisce alla conoscenza accademica evidenziando la relazione poco esplorata tra divulgazione del CSA e donazioni, sviluppando molteplici implicazioni. Infatti, sono stati identificati quattro diversi gruppi di aziende in base al livello di divulgazione del CSA e delle donazioni: piccoli mecenati trasparenti, grandi donatori comunicativi, grandi donatori non trasparenti e investitori marginali di CSA. La dissertazione amplia la portata degli studi sulla CSA, andando oltre il tradizionale focus sulle ragioni dietro le donazioni artistiche per esplorare la prospettiva di come queste siano riportate e divulgate dalle aziende nei report non finanziari. Inoltre, fornisce implicazioni per i tre attori coinvolti nel CSA: aziende, istituzioni culturali e policymakers.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/231517