No man is an island : a transformation to a co-living/working space in Beijing Hutong

As a microcosm of Chinese society, Beijing serves as a model for understanding the diverse social paradigms and imaginaries shaping urbanization in China. This paper adopts a historicist and sociological perspective to retrospectively examine the evolution of Beijing across distinct historical periods, analyzing the forces that influenced its formation while highlighting inherent tensions and contradictions. The study seeks to reveal how ostensibly rational and coherent architecture and urban structures are, in fact, complex deposits formed by interactions among power, individual desires, and historical contingencies at different stages. Against this backdrop, the paper critically analyzes Beijing’s contemporary built environment, showing how its hybrid urban form—infused with elements of late capitalism and imperial-like structures—minimizes urban activity to exert social regulation and control. Further, the study posits a hypothetical new architectural paradigm, proposing an architectural response that supports the interaction within society. The research concludes by offering an experimental framework for urban design and planning that may foster robust communities, enable resident participation, negotiatiom, communication and agreement on spatial use to reach self-organization, and promote meaningful social interactions.

In quanto microcosmo della società cinese, Pechino funge da modello per comprendere i diversi paradigmi sociali e gli immaginari che danno forma all'urbanizzazione in Cina. Questo articolo adotta una prospettiva storicistica e sociologica per esaminare retrospettivamente l'evoluzione di Pechino attraverso periodi storici distinti, analizzando le forze che hanno influenzato la sua formazione e mettendo in evidenza tensioni e contraddizioni intrinseche. Lo studio cerca di rivelare come l'architettura e le strutture urbane apparentemente razionali e coerenti siano, in realtà, complessi depositi formati dalle interazioni tra potere, desideri individuali e contingenze storiche in diverse fasi. In questo contesto, il documento analizza criticamente l'ambiente costruito contemporaneo di Pechino, mostrando come la sua forma urbana ibrida - infusa di elementi del tardo capitalismo e di strutture di tipo imperiale - minimizzi l'attività urbana per esercitare la regolazione e il controllo sociale. Inoltre, lo studio ipotizza un nuovo paradigma architettonico, proponendo una risposta architettonica che supporti l'interazione all'interno della società. La ricerca si conclude offrendo un quadro sperimentale per la progettazione e la pianificazione urbana che può favorire comunità solide, consentire la partecipazione dei residenti, la negoziazione, la comunicazione e l'accordo sull'uso dello spazio per raggiungere l'auto-organizzazione e promuovere interazioni sociali significative.