This thesis explores the often overlooked potential of the Italian rural landscape, particularly in the South, in a post-pandemic era that has challenged established daily practices, such as commuting to work. For millennia, living and working spaces coincided, and their separation, which occurred with industrialization, generated a series of problems and conflicts, including forms of discrimination. If the evolution of work has always generated new spaces and architectures, what frontiers can we explore now that we have experienced remote work? The pandemic accelerated the development of digital infrastructures, giving rise to smart working and digital nomads. Although many of these practices were abandoned with the return to normalcy, it is necessary to deepen their implications. This new way of working could indeed reverse an urbanization process that has become unsustainable, both from an environmental point of view and in terms of workers’ psycho-physical well-being. Living and working spaces could potentially be brought closer together again. In light of these considerations it is legitimate to ask whether it is possible to learn from the mistakes of the past, avoiding the creation of architectures destined for obsolescence. Is it possible to recover forgotten productive architectural typologies in the rural landscape of Southern Italy, restoring a balance between life and work? And how can this process benefit the territory that hosts the workers of the future? This thesis proposes a possible answer through a project to recover the Masseria Li Castelli, an abandoned rural building in Manduria, in the province of Taranto. The project aims to create a hub for a community of Southworkers, combining the local wine-making tradition — represented by vino Primitivo — with the needs of digital nomads.

Il presente lavoro di tesi esplora le potenzialità spesso trascurate del paesaggio rurale italiano, in particolare del Sud, in un’epoca post-pandemica che ha messo in discussione pratiche quotidiane consolidate, come recarsi al lavoro. Per millenni, gli spazi di vita e di lavoro hanno coinciso, e la loro separazione, avvenuta con l’industrializzazione, ha generato una serie di problematiche e conflitti, incluse forme di discriminazione. Se l’evoluzione del lavoro ha sempre generato nuovi spazi e architetture, quali frontiere possiamo esplorare ora che abbiamo sperimentato il lavoro a distanza? La pandemia ha accelerato lo sviluppo di infrastrutture digitali, dando vita allo smart working e alla figura dei nomadi digitali. Sebbene molte di queste pratiche siano state abbandonate con il ritorno alla normalità, è necessario approfondirne le implicazioni. Questo nuovo modo di lavorare potrebbe infatti invertire un processo di urbanizzazione ormai insostenibile, sia dal punto di vista ambientale che del benessere psico-fisico dei lavoratori, riavvicinando potenzialmente gli spazi di vita e di lavoro. È lecito chiedersi se sia possibile imparare dagli errori del passato, evitando di creare architetture destinate all’obsolescenza. È possibile recuperare tipologie architettoniche produttive dimenticate nel paesaggio rurale del Sud Italia, ripristinando un equilibrio tra vita e lavoro? E come può questo processo beneficiare il territorio che ospita i lavoratori del futuro? Questa tesi propone una possibile risposta attraverso un progetto di recupero della masseria Li Castelli, un edificio rurale abbandonato a Manduria, in provincia di Taranto. Il progetto mira a creare una comunità di Southworkers, coniugando la tradizione vitivinicola locale — rappresentata dal Primitivo — con le esigenze dei nomadi digitali.

Terra primitive : ripensare il rurale

Cappadona, Giulia;Buccolieri, Chiara;Colombo, Valeria
2023/2024

Abstract

This thesis explores the often overlooked potential of the Italian rural landscape, particularly in the South, in a post-pandemic era that has challenged established daily practices, such as commuting to work. For millennia, living and working spaces coincided, and their separation, which occurred with industrialization, generated a series of problems and conflicts, including forms of discrimination. If the evolution of work has always generated new spaces and architectures, what frontiers can we explore now that we have experienced remote work? The pandemic accelerated the development of digital infrastructures, giving rise to smart working and digital nomads. Although many of these practices were abandoned with the return to normalcy, it is necessary to deepen their implications. This new way of working could indeed reverse an urbanization process that has become unsustainable, both from an environmental point of view and in terms of workers’ psycho-physical well-being. Living and working spaces could potentially be brought closer together again. In light of these considerations it is legitimate to ask whether it is possible to learn from the mistakes of the past, avoiding the creation of architectures destined for obsolescence. Is it possible to recover forgotten productive architectural typologies in the rural landscape of Southern Italy, restoring a balance between life and work? And how can this process benefit the territory that hosts the workers of the future? This thesis proposes a possible answer through a project to recover the Masseria Li Castelli, an abandoned rural building in Manduria, in the province of Taranto. The project aims to create a hub for a community of Southworkers, combining the local wine-making tradition — represented by vino Primitivo — with the needs of digital nomads.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
11-dic-2024
2023/2024
Il presente lavoro di tesi esplora le potenzialità spesso trascurate del paesaggio rurale italiano, in particolare del Sud, in un’epoca post-pandemica che ha messo in discussione pratiche quotidiane consolidate, come recarsi al lavoro. Per millenni, gli spazi di vita e di lavoro hanno coinciso, e la loro separazione, avvenuta con l’industrializzazione, ha generato una serie di problematiche e conflitti, incluse forme di discriminazione. Se l’evoluzione del lavoro ha sempre generato nuovi spazi e architetture, quali frontiere possiamo esplorare ora che abbiamo sperimentato il lavoro a distanza? La pandemia ha accelerato lo sviluppo di infrastrutture digitali, dando vita allo smart working e alla figura dei nomadi digitali. Sebbene molte di queste pratiche siano state abbandonate con il ritorno alla normalità, è necessario approfondirne le implicazioni. Questo nuovo modo di lavorare potrebbe infatti invertire un processo di urbanizzazione ormai insostenibile, sia dal punto di vista ambientale che del benessere psico-fisico dei lavoratori, riavvicinando potenzialmente gli spazi di vita e di lavoro. È lecito chiedersi se sia possibile imparare dagli errori del passato, evitando di creare architetture destinate all’obsolescenza. È possibile recuperare tipologie architettoniche produttive dimenticate nel paesaggio rurale del Sud Italia, ripristinando un equilibrio tra vita e lavoro? E come può questo processo beneficiare il territorio che ospita i lavoratori del futuro? Questa tesi propone una possibile risposta attraverso un progetto di recupero della masseria Li Castelli, un edificio rurale abbandonato a Manduria, in provincia di Taranto. Il progetto mira a creare una comunità di Southworkers, coniugando la tradizione vitivinicola locale — rappresentata dal Primitivo — con le esigenze dei nomadi digitali.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/231652