Partendo da una ricerca in ambito artistico, architettonico e di design, la tesi esplora il concetto di vuoto nella storia e nella società contemporanea indagando come l’uomo si sia posto in passato e come si ponga tutt’oggi nei confronti della vacuità e di ciò che ne deriva. La ricerca prende avvio da un breve studio dell’horror vacui nella storia e nell’arte per poi incentrarsi su quegli artisti che hanno fatto – più o meno coscientemente - del vuoto il soggetto delle loro opere. La ricerca si articola in otto capitoli, ognuno incentrato su una diversa declinazione del vuoto: presenza di un’assenza, far vedere il vuoto, infinito: vuoto senza limiti, entrare nel vuoto, sospensione nel vuoto, bianco: vuoto cromatico, sentire il vuoto, attesa: vuoto temporale. Da presenza di un’assenza prende poi avvio la fase progettuale, che si sviluppa all’interno della Piazza Jacopo della Quercia a Siena. L’assenza della navata che avrebbe dovuto costituire, secondo i progetti, il Grande Duomo (mai completato), diventa un pretesto per sviluppare otto interventi che lasceranno parlare il vuoto latente di questo spazio. In particolare i progetti vertono sulla pavimentazione della piazza - che tutt’oggi presenza la tracce di quest’assenza – e si configurano come otto progetti alternativi, otto esercizi progettuali alla pari degli Esercizi di stile di Raymond Queneau. Il risultato è una gamma di progetti che si sviluppano in un forte rapporto dialogico con la piazza e che enfatizzano le potenzialità del vuoto già presente in essa. Una dimostrazione di come il vuoto non sia sinonimo di nulla, ma di come, al contrario, esso si possa ritrovare in una serie di immagini che lo descrivono.
Ufficialmente niente. Sul vuoto, nel vuoto
GUFFANTI, PAMELA;TOMMASI, SARA
2010/2011
Abstract
Partendo da una ricerca in ambito artistico, architettonico e di design, la tesi esplora il concetto di vuoto nella storia e nella società contemporanea indagando come l’uomo si sia posto in passato e come si ponga tutt’oggi nei confronti della vacuità e di ciò che ne deriva. La ricerca prende avvio da un breve studio dell’horror vacui nella storia e nell’arte per poi incentrarsi su quegli artisti che hanno fatto – più o meno coscientemente - del vuoto il soggetto delle loro opere. La ricerca si articola in otto capitoli, ognuno incentrato su una diversa declinazione del vuoto: presenza di un’assenza, far vedere il vuoto, infinito: vuoto senza limiti, entrare nel vuoto, sospensione nel vuoto, bianco: vuoto cromatico, sentire il vuoto, attesa: vuoto temporale. Da presenza di un’assenza prende poi avvio la fase progettuale, che si sviluppa all’interno della Piazza Jacopo della Quercia a Siena. L’assenza della navata che avrebbe dovuto costituire, secondo i progetti, il Grande Duomo (mai completato), diventa un pretesto per sviluppare otto interventi che lasceranno parlare il vuoto latente di questo spazio. In particolare i progetti vertono sulla pavimentazione della piazza - che tutt’oggi presenza la tracce di quest’assenza – e si configurano come otto progetti alternativi, otto esercizi progettuali alla pari degli Esercizi di stile di Raymond Queneau. Il risultato è una gamma di progetti che si sviluppano in un forte rapporto dialogico con la piazza e che enfatizzano le potenzialità del vuoto già presente in essa. Una dimostrazione di come il vuoto non sia sinonimo di nulla, ma di come, al contrario, esso si possa ritrovare in una serie di immagini che lo descrivono.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/23181