Bee's landing: adaptive reuse of baite as a naturhus model for ecological regeneration

The Italian Alps are facing an alarming rate of rural depopulation, with 60-85% of certain regions experiencing abandonment. This decline has left numerous traditional alpine structures, particularly baite—historic dry-stone huts—neglected, despite their architectural resilience and sustainable construction. As part of Italy’s broader initiative to revitalize its rural heritage, adaptive reuse presents a viable strategy for repurposing these structures while addressing environmental and socio-economic concerns. This thesis explores the potential of adaptive reuse in the context of baite, focusing on their integration into the natural landscape through sustainable design principles. Through a multidisciplinary approach, the study investigates methodologies of energy-efficient retrofitting, ensuring that these structures can be reimagined without compromising their historical integrity. By analyzing case studies and architectural frameworks that balance human needs with environmental sustainability, this research aims to establish a foundation for redefining the role of abandoned alpine structures. The study highlights the broader implications of adaptive reuse, including its potential to revitalize rural communities, support ecological initiatives, and contribute to sustainable tourism. Ultimately, this research advocates for a thoughtful and regenerative approach to architecture, where abandoned baite can transition from relics of the past to meaningful assets for the future, bridging heritage, nature, and sustainable living.

Le Alpi italiane stanno affrontando un tasso allarmante di spopolamento rurale, con il 60-85% di alcune regioni che sperimentano l'abbandono. Questo declino ha lasciato numerose strutture tradizionali alpine, in particolare le baite—storiche capanne in pietra secca—trascurate, nonostante la loro resilienza architettonica e costruzione sostenibile. Come parte dell'iniziativa più ampia dell'Italia per rivitalizzare il suo patrimonio rurale, il riutilizzo adattivo rappresenta una strategia valida per riconvertire queste strutture affrontando al contempo preoccupazioni ambientali e socio-economiche. Questa tesi esplora il potenziale del riutilizzo adattivo nel contesto delle baite, concentrandosi sulla loro integrazione nel paesaggio naturale attraverso principi di progettazione sostenibile. Attraverso un approccio multidisciplinare, lo studio indaga metodologie di retrofit ad alta efficienza energetica, garantendo che queste strutture possano essere reimmaginate senza compromettere la loro integrità storica. Analizzando casi studio e quadri architettonici che bilanciano le esigenze umane con la sostenibilità ambientale, questa ricerca mira a stabilire una base per ridefinire il ruolo delle strutture alpine abbandonate. Lo studio evidenzia le implicazioni più ampie del riutilizzo adattivo, compreso il suo potenziale per rivitalizzare le comunità rurali, sostenere iniziative ecologiche e contribuire al turismo sostenibile. In definitiva, questa ricerca sostiene un approccio ponderato e rigenerativo all'architettura, in cui le baite abbandonate possano passare da reliquie del passato a risorse significative per il futuro, creando un ponte tra il patrimonio, la natura e la vita sostenibile.