This research work is intended to reflect on the responsibility of the architect, understood as the capacity to respond and react to the circumstances of the polis. This responsive capacity of the architect is primarily conditioned by his ability to listen to a question that by its nature cannot have mono-disciplinary boundaries. The question to which we architects of the 21st century are called upon to respond is in regard to countering climate change. An issue to which it is not possible to remain indifferent since, now proven, more than 40 percent of CO2 emissions are attributable to the construction sector alone. It becomes clear that although it is not possible to completely neutralize such an impact, it is incumbent on us to contribute to its reduction. Looking back chronologically at global meetings and actions in the area of sustainability and decarbonization, the latest tool useful in combating carbon dioxide emissions into the atmosphere, and on which Europe is beginning to direct its environmental policies, is the Zero Energy Building. This tool aims to design buildings that are energy neutral in order to cut emissions. What still remains elusive today and cannot be traced to a single solution is how to achieve this ZEB certification and especially how in the case of existing buildings. The latter questions form the focus of this thesis, which aims to make an existing 1940s building ZEB through the adoption of bioclimatic strategies. The latter point turns out to be the body of this research work, proposing a rearguard attitude to a contemporary issue with the aim of rediscovering principles and systems that are based on maximizing the synergy between home and climate. This design approach is reflected in the reorganization of the building, design and adoption of passive strategies in order to minimize if not cancel the use of active systems (heat pumps, VMC, etc.), which are the main design trend. In order to demonstrate the actual reduction of impacts, thanks to the adopted strategies, the conclusion of this work is an energy diagnosis in dynamic regime. Finally, in addition to demonstrating the sustainability in use regime of the building the work is completed with an LCA analysis of the materials used, in order to show the lower environmental impact related to the adoption of alternative materials to the established building practice.

Questo lavoro di ricerca ha la volontà di riflettere sulla responsabilità dell’architetto, intesa come la capacità di rispondere e reagire alle circostanze della polis. Questa capacità responsiva dell’architetto è in primis condizionata dalla sua capacità di ascolto di una domanda che per sua natura non può avere confini mono disciplinari. La domanda a cui noi architetti del XXI secolo siamo chiamati a rispondere è in merito al contrasto del cambiamento climatico. Una tematica a cui non è possibile rimanere indifferenti poiché, ormai dimostrato, che oltre il 40% delle emissioni di CO2 è imputabile al solo settore delle costruzioni. Risulta chiaro che nonostante non sia possibile neutralizzare completamente un impatto simile è doveroso contribuire a una sua riduzione. Ripercorrendo cronologicamente gli incontri e le azioni mondiali in ambito di sostenibilità e decarbonizzazione l’ultima strategia utile a combattere le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera, e su cui l’Europa inizia ad orientare le proprie politiche ambientali, è lo Zero Energy Building. Questo strumento mira alla progettazione di edifici che siano energeticamente neutrali al fine di abbattere le emissioni. Ciò che tutt’oggi rimane ancora labile e che non può essere ricondotto ad un’unica soluzione è come raggiungere questa certificazione ZEB e soprattutto come nel caso di edifici esistenti. Quest’ultime domande costituiscono il fulcro di questa tesi che si pone l’obiettivo di rendere ZEB un edificio esistente degli anni ’40 del Novecento tramite l’adozione di strategie bioclimatiche. Quest’ultimo punto risulta il corpo di questo lavoro di ricerca, proponendo un atteggiamento di retroguardia ad una problematica contemporanea con la finalità di riscoprire principi e sistemi che si fondano sul massimizzare la sinergia tra casa e clima. Questo approccio progettuale si riflette nella riorganizzazione dell’edificio, nella progettazione e nell’adozione di strategie passive al fine di minimizzare se non annullare l’impiego di impianti attivi (pompe di calore, VMC, ecc.) che costituiscono la principale tendenza progettuale. Al fine di dimostrare l’effettiva riduzione degli impatti, grazie alle strategie adottate, la conclusione di questo lavoro è costituita da una diagnosi energetica in regime dinamico. Infine, oltre a dimostrare la sostenibilità in regime d’uso dell’edificio il lavoro si completa di un’analisi LCA dei materiali impiegati, al fine di mostrare il minore impatto ambientale legato all’adozione di materiali alternativi alla pratica edilizia consolidata.

Architettura ecologica

Fadini, Michele
2023/2024

Abstract

This research work is intended to reflect on the responsibility of the architect, understood as the capacity to respond and react to the circumstances of the polis. This responsive capacity of the architect is primarily conditioned by his ability to listen to a question that by its nature cannot have mono-disciplinary boundaries. The question to which we architects of the 21st century are called upon to respond is in regard to countering climate change. An issue to which it is not possible to remain indifferent since, now proven, more than 40 percent of CO2 emissions are attributable to the construction sector alone. It becomes clear that although it is not possible to completely neutralize such an impact, it is incumbent on us to contribute to its reduction. Looking back chronologically at global meetings and actions in the area of sustainability and decarbonization, the latest tool useful in combating carbon dioxide emissions into the atmosphere, and on which Europe is beginning to direct its environmental policies, is the Zero Energy Building. This tool aims to design buildings that are energy neutral in order to cut emissions. What still remains elusive today and cannot be traced to a single solution is how to achieve this ZEB certification and especially how in the case of existing buildings. The latter questions form the focus of this thesis, which aims to make an existing 1940s building ZEB through the adoption of bioclimatic strategies. The latter point turns out to be the body of this research work, proposing a rearguard attitude to a contemporary issue with the aim of rediscovering principles and systems that are based on maximizing the synergy between home and climate. This design approach is reflected in the reorganization of the building, design and adoption of passive strategies in order to minimize if not cancel the use of active systems (heat pumps, VMC, etc.), which are the main design trend. In order to demonstrate the actual reduction of impacts, thanks to the adopted strategies, the conclusion of this work is an energy diagnosis in dynamic regime. Finally, in addition to demonstrating the sustainability in use regime of the building the work is completed with an LCA analysis of the materials used, in order to show the lower environmental impact related to the adoption of alternative materials to the established building practice.
FERLA, GIULIO
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
3-apr-2025
2023/2024
Questo lavoro di ricerca ha la volontà di riflettere sulla responsabilità dell’architetto, intesa come la capacità di rispondere e reagire alle circostanze della polis. Questa capacità responsiva dell’architetto è in primis condizionata dalla sua capacità di ascolto di una domanda che per sua natura non può avere confini mono disciplinari. La domanda a cui noi architetti del XXI secolo siamo chiamati a rispondere è in merito al contrasto del cambiamento climatico. Una tematica a cui non è possibile rimanere indifferenti poiché, ormai dimostrato, che oltre il 40% delle emissioni di CO2 è imputabile al solo settore delle costruzioni. Risulta chiaro che nonostante non sia possibile neutralizzare completamente un impatto simile è doveroso contribuire a una sua riduzione. Ripercorrendo cronologicamente gli incontri e le azioni mondiali in ambito di sostenibilità e decarbonizzazione l’ultima strategia utile a combattere le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera, e su cui l’Europa inizia ad orientare le proprie politiche ambientali, è lo Zero Energy Building. Questo strumento mira alla progettazione di edifici che siano energeticamente neutrali al fine di abbattere le emissioni. Ciò che tutt’oggi rimane ancora labile e che non può essere ricondotto ad un’unica soluzione è come raggiungere questa certificazione ZEB e soprattutto come nel caso di edifici esistenti. Quest’ultime domande costituiscono il fulcro di questa tesi che si pone l’obiettivo di rendere ZEB un edificio esistente degli anni ’40 del Novecento tramite l’adozione di strategie bioclimatiche. Quest’ultimo punto risulta il corpo di questo lavoro di ricerca, proponendo un atteggiamento di retroguardia ad una problematica contemporanea con la finalità di riscoprire principi e sistemi che si fondano sul massimizzare la sinergia tra casa e clima. Questo approccio progettuale si riflette nella riorganizzazione dell’edificio, nella progettazione e nell’adozione di strategie passive al fine di minimizzare se non annullare l’impiego di impianti attivi (pompe di calore, VMC, ecc.) che costituiscono la principale tendenza progettuale. Al fine di dimostrare l’effettiva riduzione degli impatti, grazie alle strategie adottate, la conclusione di questo lavoro è costituita da una diagnosi energetica in regime dinamico. Infine, oltre a dimostrare la sostenibilità in regime d’uso dell’edificio il lavoro si completa di un’analisi LCA dei materiali impiegati, al fine di mostrare il minore impatto ambientale legato all’adozione di materiali alternativi alla pratica edilizia consolidata.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/234140