Intrecci : il potere relazionale degli spazi urbani

This thesis introduces the Intrecci project, an urban intervention designed for the Porta Genova square in Milan, intending to transform a space of transit into a place capable of welcoming and stimulating social connections. The project stems from the need to enhance the relational dynamics that already occur spontaneously in this urban context, designing not only physical spaces, but real Moments of interaction, capable of adapting to the different times and needs of users. The intervention is developed on several levels, combining three distinct design elements: the Traces, floor interventions that make the daily routes and rest areas visible; the Boundaries, green partitions that define more intimate environments, improving the quality of permanence; and finally, the Moments, meeting and relationship situations conceived within small design interventions. The metaphorical image of Intrecci is inspired by Italo Calvino's description of Ersilia's invisible city, drawing a parallelism between relational ties, often intangible, and the urban transport network, which daily connects different parts of the city. This semantic connection between relational links and the urban transport network highlights the often neglected value of spaces related to transportation: bus stops, stations, shelters and platforms become the new theatre of encounters in the contemporary city. The project is part of a broader reflection that explores the role of common space in the construction of the urban social fabric. Through numerous references, from the definition of third places to that of common (and not simply public) space; to the phenomena of urban reappropriation and participatory design models, the thesis analyzes how urban spaces can become true promoters of authentic relationships. The aim of Intrecci is thus to propose a design approach that goes beyond the simple physical definition of space to create a relational stage, in which the city becomes not only a place of passage but also of encounter and sharing.

Questa tesi introduce il progetto Intrecci, un intervento urbano pensato per il Piazzale di Porta Genova a Milano, con l’obiettivo di trasformare uno spazio di transito in un luogo capace di accogliere e stimolare connessioni sociali. Il progetto nasce dalla necessità di valorizzare le dinamiche relazionali che già avvengono spontaneamente in questo contesto urbano, progettando non solo spazi fisici, ma veri e propri Momenti di interazione, capaci di adattarsi ai diversi tempi e bisogni dei fruitori. L’intervento si sviluppa su più livelli, combinando tre elementi progettuali distinti: le Tracce, interventi a pavimento che rendono visibili i percorsi quotidiani e le aree di sosta; i Confini, partizioni di verde che definiscono ambienti più raccolti, migliorando la qualità della permanenza; e infine i Momenti, situazioni di incontro e relazione pensate all’interno di piccoli interventi progettuali. L’immagine metaforica di Intrecci si ispira alla descrizione della città invisibile di Ersilia di Italo Calvino, tracciando un parallelismo tra i legami relazionali, spesso intangibili nella realtà, e la rete di trasporti urbani, che quotidianamente collega le diverse parti della città. Questa connessione semantica tra gli intrecci relazionali e la rete di trasporti urbani evidenzia il valore spesso trascurato degli spazi legati agli spostamenti: fermate, stazioni, pensiline e banchine diventano il nuovo teatro di incontri della città contemporanea. Il progetto si inserisce in una riflessione più ampia, che esplora il ruolo dello spazio comune nella costruzione del tessuto sociale urbano. Attraverso numerosi riferimenti, dalla definizione di third places a quella di spazio comune (e non semplicemente pubblico); fino ai fenomeni di riappropriazione urbana e ai modelli di progettazione partecipata, la tesi analizza il modo in cui gli spazi urbani possano diventare veri e propri promotori di relazioni autentiche. L’obiettivo di Intrecci è quindi quello di proporre un approccio progettuale che superi la semplice definizione fisica dello spazio, per creare un palcoscenico relazionale, in cui la città diventa non solo un luogo di passaggio, ma anche di incontro e condivisione.