FRAMmEnti di logistica: la texture toscana

As an off-site student for the past five years, travelling by train has been part of my academic experience. During these long journeys, being enchanted by the fast succession of images framed by the window was quite impossible to avoid: like a favourite movie you would never stop watching – and which reveals new things every time you put your attention on it – what I could see from the train seat has raised several questions, some of whom are part of this degree thesis. So this journey is transformed into a sequence of stations, cities, fields, suburbs, houses, woods and tunnels. Sometimes the eyes are captivated by the mountains that stand out on the horizon, sometimes by the closest things which suddenly appear and almost frighten. These are the frames that brought the greatest curiosity: specifically, I have always wondered if there was a logic behind the apparent emergence of some structures that don’t share anything with the movie I was watching before. I am not talking about cities or houses, but rather about buildings that are often very tall, with large paved areas, few windows and an inapproriate length. It is during these repetitive frames that the movie seems to stop, to start again once left behind. My interest is definetely grown when, during the last year, a similar building has been built in my hometown; I have come to the conclusion that these buildings have a specific function: logistics. The aim of this thesis is to answer, through an atlas of images, to these main questions: what relationship do these buildings have with the territory? What is the logic that justifies their presence? The aim is to investigate the complex relationship between these poles and the territory through images – or frames – and schemes that analytically examine every aspect of this topic: from the impact on the environment to the related infrastructures, the latest forecasts and the characteristic large rest areas, as well as a comparison with urban planning laws that regulate their construction. This thesis is focused on the topic above in order to stimulate reflections on the urban and rural environment, as it is necessary to protect the environment both as architects and inhabitants. What I want to do with this work is a trip to the area I am most fond of - Tuscany – and like all the trips it consists of a preliminary phase in which to prepare the baggage with the foundamental concepts, then of a subsequent one in which to plan the route to be taken, and a third and last, the actual journey, in which to provide a snapshot of the current context.

Durante questi cinque anni di studio da fuori sede i viaggi sono stati una costante della mia routine settimanale. Viaggi spesso molto lunghi in cui è inevitabile farsi incantare dalla veloce successione di immagini inquadrate dalla cornice del finestrino che, come una macchina fotografica, sembra fermare un frame di una parte di territorio. Come i migliori film che non smetteresti mai di guardare – e in cui leggi sempre cose nuove ogni volta che li riguardi – quello che veniva proiettato dalla stazione di Arezzo fino alla conclusione nella stazione Centrale di Milano con il tempo ha suscitato in me numerose domande, alcune delle quali sono il motivo di questa tesi. Questo viaggio si trasforma così in un susseguirsi di stazioni, città, campi coltivati, periferie, case, boschi e tunnel. Talvolta l’inquadratura si allarga lasciando l’occhio correre fino alle montagne che si stagliano all’orizzonte, mentre altre volte si stringe su cose vicinissime che compaiono all’improvviso e quasi spaventano. Ecco, sono queste le inquadrature che mi hanno suscitato più curiosità. Nello specifico mi sono sempre chiesto se ci fosse una logica dietro a questo palesarsi, apparentemente all’improvviso, di alcune strutture del tutto fuori scala rispetto al film che stava andando in onda. Non mi riferisco ad abitazioni o all’avvicinarsi di una città, bensì a edifici spesso molto alti, con ampie aree pavimentate, poche finestre, una lunghezza sproporzionata che nel momento in cui vengono inquadrate il film sembra bloccarsi. Alcuni secondi di immagini tutte uguali e poi il film riparte. Durante l’ultimo anno la prospettiva di veder realizzato nel paese in cui abito uno di questi edifici, mi ha portato ad interessarmi di questo argomento facendomi comprendere che quelle strutture hanno una funzione ben precisa: logistica. Ecco quindi che questa tesi muove dall’idea di rispondere, attraverso un atlante di immagini, alle domande quale rapporto hanno queste strutture con il territorio? Qual è la logica che le governa? Lo scopo è quello di indagare la complessa relazione esistente tra i poli logistici e il territorio attraverso immagini – o fotogrammi – e schemi che esaminano in modo analitico ogni aspetto che costituisce questo tema: dall’impatto sull’ambiente alle infrastrutture ad esso correlate, dalle nuove previsioni alle ampie zone di sosta che li caratterizzano, fino ad un confronto con i vincoli e alle leggi urbanistiche che li governano. La tesi si interessa di tale argomento perché stimola riflessioni che riguardano l’ambiente costruito e non costruito, ed è necessario tutelare questo ambiente sia come architetti che come abitanti del territorio. Quello che vuole trasmettere questo lavoro è un viaggio all’interno del territorio a cui sono più legato – quello toscano – e come tutti i viaggi affronta una fase di preparazione in cui fissare il bagaglio dei concetti preliminari, una di individuazione e studio del percorso da intraprendere e il terzo, il viaggio vero e proprio, in cui fornire un’istantanea del contesto attuale.