Centri storici nel milanese: tre casi, una ricognizione. Fenomenologia evolutiva, procedura urbanistica e censimento fotografico

The thesis is born in response to the need of the author to make more personal his own work experience mapping the Nuclea of Ancient Formation at the Centro Studi PIM, proposing an observation on the metropolitan area of Milan with the interpretative filter identified in the minor historical centers located in the hinterland of the city (the north and east). The general aim is to understand how these centres relate to the condition of strong urbanization and metropolitan expansion or invasion, and where their territorial and normative and urban role lies in such a complex and fragmented territory. The research, with a meta-urbanistic attitude and as a methodological example, will present three case studies: Arcore (MB), Senago (MI) and Gorgonzola (MI), representative of different settlements in the Milan metropolitan area, as well as (and above all) of different components within the analytical procedure for the discipline of NAFs, which is the normative reference that accompanies all the work. Combining urban analysis, normative, photographic and cartographic, the thesis aims to strengthen the historical and urban awareness in the procedures of analysis and design in historic centers, especially in central and, at the same time peripheral as those of the Milanese hinterland. The work has five main chapters. The first chapter provides a theoretical orientation, defining the concepts of old town, minor old town and their specific morphology in the Milanese hinterland. The second chapter presents, instead, a survey on the technical-normative implications in terms of existing (and historical) settlement heritage, with reference to the Lombardy Regional Law 12/2005 and with particular attention to the cartographic description and analytical classification of NAF. With the third, the author calls into question the photographic tool, recognized as a powerful means of investigation and documentation: the author proposes to follow the example of Paolo Monti, to capture the essence and concrete contradictions of minor historical centers. In the fourth chapter, the cartography made by the author at the Centro Studi PIM is presented as the result of a collaborative work that integrates historical, urban, cartographic and partly also photographic data. Finally, the fifth chapter draws conclusions, calling for a greater professional awareness of the importance of a systemic and multi-scalar approach to honest design and analysis in smaller historic centres, by proposing the integration of photography into urban instrumentation. In the end, it will be seen that the smaller historical centres of the Milanese hinterland are not only a product of the capital, but have their own settlement identity, although exposed to becoming: in fact, the urban propagation of Milan has altered many aesthetic and functional connotations, making political, regulatory, design and cultural looks no longer able to capture the peculiarities and connote effectively these episodes settlement. Photography, in this context, proves to be a stronger tool of territorial and procedural changes, since it allows us to imagine and design space by appealing directly to the concrete and spatial fact portrayed thanks to this instrument.

La tesi nasce in risposta all’esigenza dell’autore di rendere più personale la propria esperienza lavorativa di mappatura dei Nuclei di Antica Formazione presso il Centro Studi PIM, proponendo una osservazione sul territorio metropolitano di Milano con il filtro interpretativo identificato nei centri storici minori situati nell’Hinterland della città (in particolare a Nord e a Est). Lo scopo generale consiste nel comprendere come questi centri si rapportano con la condizione di forte urbanizzazione e di espansione o invasione metropolitana, e dove il loro ruolo territoriale e normativo e urbanistico si colloca in un territorio così complesso e frammentato. La ricerca, con atteggiamento meta-urbanistico e a motivo di esempio metodologico, presenterà tre casi studio: Arcore (MB), Senago (MI) e Gorgonzola (MI), rappresentativi di diverse realtà insediative nell’area metropolitana milanese, nonché (e soprattutto) di differenti componenti nell’ambito della procedura analitica per la disciplina dei NAF, la quale costituisce il riferimento normativo che fa da contorno a tutto il lavoro. Combinando analisi urbanistiche, normative, fotografiche e cartografiche, la tesi vuole fortificare la consapevolezza storica e urbanistica nelle procedure di analisi e progetto nei centri storici, specialmente in territori centrali e, allo stesso tempo periferici come quelli dell’Hinterland milanese. Il lavoro ha cinque capitoli principali. Il primo capitolo fornisce un orientamento teorico, definendo i concetti di centro storico, centro storico minore e la loro morfologia specifica nell’Hinterland milanese. Il secondo capitolo presenta, invece, una ricognizione sulle implicazioni tecnico-normative in materia di patrimonio insediativo esistente (e storico), con riferimento alla Legge Regionale Lombarda 12/2005 e con particolare attenzione alla descrizione cartografica e alla classificazione analitica dei NAF. Con il terzo, l’autore chiama in causa lo strumento fotografico, riconosciuto come potente mezzo di indagine e documentazione: l’autore propone di seguire l’esempio di Paolo Monti, per catturare l’essenza e le contraddizioni concrete dei centri storici minori. Nel quarto capitolo viene esposta la cartografia realizzata dall’autore presso il Centro Studi PIM, frutto di un lavoro corale che integra dati storici, urbanistici, cartografici e, in parte anche fotografici. Infine, il quinto capitolo trae le conclusioni, auspicando una maggior consapevolezza professionale circa l’importanza di un approccio sistemico e multiscalare per una onesta progettazione e analisi nei centri storici minori, proponendo l’integrazione della fotografia nella strumentazione urbanistica. Alla fine, si constaterà che i centri storici minori dell’Hinterland milanese non sono solo un prodotto del capoluogo, ma presentano una propria identità insediativa, seppur esposta al divenire: infatti, la propagazione urbana di Milano ne ha alterato molte connotazioni estetiche e funzionali, rendendo gli sguardi politici, normativi, progettuali e culturali non più capaci di cogliere le peculiarità e connotare efficacemente questi episodi insediativi. La fotografia, in questo contesto, si rivela uno strumento più forte delle mutazioni territoriali e procedurali, dal momento che consente di immaginare e progettare lo spazio appellandosi direttamente al fatto concreto e spaziale ritratto grazie a tale strumento.