In seguito agli Accordi di Oslo e al crescente controllo israeliano sul territorio della West Bank e le sue risorse il problema della carenza di acqua per la popolazione palestinese si è aggravato. La presenza degli insediamenti israeliani e del Muro, le restrizioni sulla mobilità, gli accordi stipulati, i mancati investimenti palestinesi e la difficoltà nell’ottenere i permessi necessari per la realizzazione di nuove infrastrutture, rendono le prospettive di sviluppo più complicate, negando di fatto ai Palestinesi la possibilità di migliorare e costruire una rete idrica a larga scala. Durante i tre mesi trascorsi nel villaggio di Birzeit abbiamo soprattutto investigato gli usi e le abitudini legati all’acqua, a livello individuale e collettivo, prendendo in considerazione l’intero ciclo dell’acqua sotto le sue varie forme - raccolta, distribuzione, gestione, costi, usi, scarichi, ritorno nel terreno. L’analisi compiuta ha portato a domandarci quali elementi giochino un ruolo chiave dentro questo villaggio, cioè quali siano in grado di promuovere un cambiamento nell’uso degli spazi pubblici e domestici, sia esistenti che futuri, verso un ciclo delle acque più sostenibile. Il contenuto della nostra proposta vuole essere il ‘motore’ dello sviluppo per l’intera città, sostenendo un cambiamento nelle pratiche d’uso attuali, anche a livello del singolo. Possiamo immaginare uno sviluppo urbano che, a partire da un uso diverso dell’acqua, risponda alle aspettative delle persone? Quale contributo progettuale può essere davvero efficace? La risposta a queste domande è nata dal sottolineare l’importanza fondamentale che rivestono le risorse ‘alternative’ all’acqua della rete municipale: la pioggia, le sorgenti e gli scarichi domestici. Intervenendo a questo livello è possibile ottenere più acqua disponibile al di là delle circostanze politiche responsabili della mancata accessibilità dei Palestinesi alle loro risorse. Le conseguenze di un uso più attento di queste risorse sono molteplici: un sviluppo maggiore dell’agricoltura, un minore inquinamento della falda, un risparmio economico per le famiglie, l’uso di energie pulite, una maggiore qualità degli spazi pubblici.

Birzeit water report. Ripensare lo sviluppo di un villaggio palestinese a partire dall’uso sostenibile di una risorsa contesa

COGHI, PAOLA MARIA;REGGIORI, GIOVANNA;PIERI, CHIARA
2010/2011

Abstract

In seguito agli Accordi di Oslo e al crescente controllo israeliano sul territorio della West Bank e le sue risorse il problema della carenza di acqua per la popolazione palestinese si è aggravato. La presenza degli insediamenti israeliani e del Muro, le restrizioni sulla mobilità, gli accordi stipulati, i mancati investimenti palestinesi e la difficoltà nell’ottenere i permessi necessari per la realizzazione di nuove infrastrutture, rendono le prospettive di sviluppo più complicate, negando di fatto ai Palestinesi la possibilità di migliorare e costruire una rete idrica a larga scala. Durante i tre mesi trascorsi nel villaggio di Birzeit abbiamo soprattutto investigato gli usi e le abitudini legati all’acqua, a livello individuale e collettivo, prendendo in considerazione l’intero ciclo dell’acqua sotto le sue varie forme - raccolta, distribuzione, gestione, costi, usi, scarichi, ritorno nel terreno. L’analisi compiuta ha portato a domandarci quali elementi giochino un ruolo chiave dentro questo villaggio, cioè quali siano in grado di promuovere un cambiamento nell’uso degli spazi pubblici e domestici, sia esistenti che futuri, verso un ciclo delle acque più sostenibile. Il contenuto della nostra proposta vuole essere il ‘motore’ dello sviluppo per l’intera città, sostenendo un cambiamento nelle pratiche d’uso attuali, anche a livello del singolo. Possiamo immaginare uno sviluppo urbano che, a partire da un uso diverso dell’acqua, risponda alle aspettative delle persone? Quale contributo progettuale può essere davvero efficace? La risposta a queste domande è nata dal sottolineare l’importanza fondamentale che rivestono le risorse ‘alternative’ all’acqua della rete municipale: la pioggia, le sorgenti e gli scarichi domestici. Intervenendo a questo livello è possibile ottenere più acqua disponibile al di là delle circostanze politiche responsabili della mancata accessibilità dei Palestinesi alle loro risorse. Le conseguenze di un uso più attento di queste risorse sono molteplici: un sviluppo maggiore dell’agricoltura, un minore inquinamento della falda, un risparmio economico per le famiglie, l’uso di energie pulite, una maggiore qualità degli spazi pubblici.
ARC I - Scuola di Architettura e Società
20-lug-2011
2010/2011
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/23461