The main challenges of 21st century architecture and urban design regard their capability to respond to global phenomena including climate change, ecological transitions and sustainability, and socio-spatial inequalities. Borderlands are not merely geopolitical divisions; they are dynamic spaces where economic, socio-cultural, and environmental interests intertwine, making these challenges even more pronounced. However, borders also hold the potential to evolve into hubs of interaction in a globalized society, making them critical subjects for exploring sustainable future models. Korea’s Demilitarized Zone (DMZ) is a compelling case study for such research. This 250km long and 4km wide buffer zone is one of the world’s most militarized borders while also serving as a preserved ecological area. As the last remnant of the Cold War, and the result of 80 years of division, the DMZ raises significant questions about the potential for future cooperation between North and South Korea. The DMZ’s unique combination of geopolitical tensions, ecological values, and historical complexity makes it an ideal experimental space for exploring sustainable and collaborative border models. This thesis explore how architecture and urban design can contribute to sustainable coexistence border development using the DMZ as a case study. The research is structured into three stages: defining border design concept, analyzing the DMZ’s geographical and historical context, and conducting design experiment. As a result, this thesis introduces the Living Border concept, redefining borders as spaces of exchange and cooperation rather than rigid divisions. The shared concerns for both Koreas, Climate change and food security, could serve as catalysts for cross-border collaboration. The study proposes the Twin Village model, consisting of Smart Agriculture and Bug Farm Villages to promote interdependence through technology and resource exchange. Ultimately, this thesis demonstrates how architecture and urban design can reframe conflict zones like the DMZ into spaces of connection. The Living Border model provides a globally applicable framework for sustainable and cooperative border development.

Le principali sfide dell’architettura e della progettazione urbana del XXI secolo riguardano la capacità di rispondere a fenomeni globali come il cambiamento climatico, la sostenibilità ecologica e le disuguaglianze socio-spaziali. Le zone di confine non sono solo divisioni geopolitiche, ma spazi dinamici in cui si intrecciano interessi economici, socio-culturali e ambientali. Tuttavia, i confini possono trasformarsi in centri di interazione, rendendoli un tema chiave per esplorare modelli sostenibili per il futuro. La Zona Demilitarizzata Coreana (DMZ) rappresenta un caso di studio significativo. Questa fascia di sicurezza lunga 250 km e larga 4 km è una delle frontiere più militarizzate al mondo, ma anche un’area ecologicamente preservata. Come ultima eredità della Guerra Fredda e risultato di 80 anni di divisione, la DMZ solleva questioni cruciali sulla cooperazione futura tra Corea del Nord e Corea del Sud. La sua combinazione di tensioni geopolitiche, valore ecologico e complessità storiche la rende uno spazio ideale per sperimentare modelli di confine sostenibili e collaborativi. Questa tesi esplora come l’architettura e la progettazione urbana possano contribuire allo sviluppo sostenibile delle aree di confine, utilizzando la DMZ come caso di studio. La ricerca si articola in tre fasi: definizione del concetto di progettazione di confine, analisi del contesto geografico e storico ed esperimenti progettuali. Il concetto di Confine Vivente ridefinisce i confini come spazi di scambio e cooperazione piuttosto che divisioni rigide. Sfide condivise, come il cambiamento climatico e la sicurezza alimentare, possono favorire la collaborazione transfrontaliera. Il modello Twin Village propone un Villaggio di Agricoltura Intelligente e un Villaggio di Allevamento di Insetti per promuovere l’interdipendenza attraverso lo scambio di tecnologia e risorse. Questa tesi dimostra come l’architettura e la progettazione urbana possano trasformare le zone di conflitto in spazi di connessione, offrendo un modello globale per lo sviluppo sostenibile delle aree di confine.

A living border for sustainable coexistence: mutual twin villages across the korean DMZ

Kyum, Haelynn
2023/2024

Abstract

The main challenges of 21st century architecture and urban design regard their capability to respond to global phenomena including climate change, ecological transitions and sustainability, and socio-spatial inequalities. Borderlands are not merely geopolitical divisions; they are dynamic spaces where economic, socio-cultural, and environmental interests intertwine, making these challenges even more pronounced. However, borders also hold the potential to evolve into hubs of interaction in a globalized society, making them critical subjects for exploring sustainable future models. Korea’s Demilitarized Zone (DMZ) is a compelling case study for such research. This 250km long and 4km wide buffer zone is one of the world’s most militarized borders while also serving as a preserved ecological area. As the last remnant of the Cold War, and the result of 80 years of division, the DMZ raises significant questions about the potential for future cooperation between North and South Korea. The DMZ’s unique combination of geopolitical tensions, ecological values, and historical complexity makes it an ideal experimental space for exploring sustainable and collaborative border models. This thesis explore how architecture and urban design can contribute to sustainable coexistence border development using the DMZ as a case study. The research is structured into three stages: defining border design concept, analyzing the DMZ’s geographical and historical context, and conducting design experiment. As a result, this thesis introduces the Living Border concept, redefining borders as spaces of exchange and cooperation rather than rigid divisions. The shared concerns for both Koreas, Climate change and food security, could serve as catalysts for cross-border collaboration. The study proposes the Twin Village model, consisting of Smart Agriculture and Bug Farm Villages to promote interdependence through technology and resource exchange. Ultimately, this thesis demonstrates how architecture and urban design can reframe conflict zones like the DMZ into spaces of connection. The Living Border model provides a globally applicable framework for sustainable and cooperative border development.
KIM, DONGSEI
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
3-apr-2025
2023/2024
Le principali sfide dell’architettura e della progettazione urbana del XXI secolo riguardano la capacità di rispondere a fenomeni globali come il cambiamento climatico, la sostenibilità ecologica e le disuguaglianze socio-spaziali. Le zone di confine non sono solo divisioni geopolitiche, ma spazi dinamici in cui si intrecciano interessi economici, socio-culturali e ambientali. Tuttavia, i confini possono trasformarsi in centri di interazione, rendendoli un tema chiave per esplorare modelli sostenibili per il futuro. La Zona Demilitarizzata Coreana (DMZ) rappresenta un caso di studio significativo. Questa fascia di sicurezza lunga 250 km e larga 4 km è una delle frontiere più militarizzate al mondo, ma anche un’area ecologicamente preservata. Come ultima eredità della Guerra Fredda e risultato di 80 anni di divisione, la DMZ solleva questioni cruciali sulla cooperazione futura tra Corea del Nord e Corea del Sud. La sua combinazione di tensioni geopolitiche, valore ecologico e complessità storiche la rende uno spazio ideale per sperimentare modelli di confine sostenibili e collaborativi. Questa tesi esplora come l’architettura e la progettazione urbana possano contribuire allo sviluppo sostenibile delle aree di confine, utilizzando la DMZ come caso di studio. La ricerca si articola in tre fasi: definizione del concetto di progettazione di confine, analisi del contesto geografico e storico ed esperimenti progettuali. Il concetto di Confine Vivente ridefinisce i confini come spazi di scambio e cooperazione piuttosto che divisioni rigide. Sfide condivise, come il cambiamento climatico e la sicurezza alimentare, possono favorire la collaborazione transfrontaliera. Il modello Twin Village propone un Villaggio di Agricoltura Intelligente e un Villaggio di Allevamento di Insetti per promuovere l’interdipendenza attraverso lo scambio di tecnologia e risorse. Questa tesi dimostra come l’architettura e la progettazione urbana possano trasformare le zone di conflitto in spazi di connessione, offrendo un modello globale per lo sviluppo sostenibile delle aree di confine.
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