The summer of Italian children at the beginning of the last century was characterised by a certain type of facility with strict rules and spaces in relation to the daily summer routine. The ‘colonie di vacanza’, thanks to the curative quality of the chosen locations such as the sea or the mountains, were initially places of treatment for the widespread illnesses of the time. During Fascism this phenomenon spread further with the construction of buildings that could architecturally represent the values of the dictatorship. In fact, with careful propaganda, the party used every form of art and communication to reach the people. The colonie not only housed the children of workers in large companies and services, but above all formed their constitution, making them, as adults, good soldiers to defend the country. During the Second World War, these large buildings were used as hospitals or military bases and then demolished. The Colonia Montecatini, one of the many colonie built on the Romagna Riviera, was partially rebuilt after the war and returned to operation as its original function. Like many others, it remained in operation until the 1980s, a period when the structure of family holidays changed radically. These disused buildings, more or less large, more or less architecturally distinct, continue to make us wonder how they can coexist with the contemporary urban but above all social system. An attempt has therefore been made to propose a new function for the Colonia Montecatini - Monopoli di Stato, with an architectural project based on the initial principles conceived by its architect, Eugenio Faludi. The realisation of three macro interventions, based on the distinction of the tower as a relevant element of the composition, the raise in height of an existing block and, finally, the addition of a new building integrated into the connecting system of the existing porticoes, configure the new function as a new university campus.

L’estate dei bambini italiani all’inizio del secolo scorso è stata caratterizzata da una certa tipologia di strutture con regole e spazi rigidi rispetto alla routine giornaliera estiva. Le “colonie di vacanza” grazie alla qualità curativa dei luoghi prescelti come il mare o la montagna, erano inizialmente luoghi di cura dalle diffuse malattie dell’epoca. Durante il fascismo questo fenomeno si diffuse ulteriormente con la costruzione di edifici che potessero rappresentare dal punto di vista architettonico i valori della dittatura. Infatti, con un’attenta azione di propaganda, il partito, usava ogni forma d’arte e di comunicazione per arrivare al popolo. Le colonie non solo ospitavano i figli dei lavoratori delle grandi aziende e dei servizi, ma soprattutto ne formavano la costituzione, rendendoli, da adulti, buoni soldati a difesa del paese. Durante la Seconda Guerra Mondiale questi grandi edifici furono usati come ospedali o basi militari per poi essere demoliti. La Colonia Montecatini, una delle tante colonie costruite nella Riviera Romagnola, dopo la guerra fu ricostruita parzialmente e tornò in uso con la funzione originale. Come molte altre, rimase in attività fino agli anni 80, periodo in cui la struttura delle vacanze in famiglia cambia radicalmente. Con questi edifici dismessi, più o meno grandi, più o meno distinti dal punto di vista architettonico, ci si continua a chiedere come possano coesistere con il sistema urbano ma soprattutto sociale contemporaneo. Si è tentato dunque di proporre una nuova funzione alla Colonia Montecatini - Monopoli di stato, con un progetto architettonico basato sui principi iniziali ideati dal suo stesso architetto, Eugenio Faludi. La realizzazione di tre macro interventi basati sulla distinzione della torre come elemento rilevante della composizione, la sopraelevazione e infine l’aggiunta di un nuovo edificio integrato al sistema di connessione di porticati esistenti configurano la nuova funzione come nuovo campus universitario.

Colonia Montecatini - Monopoli di Stato : from a pedagogy function to a new University Campus

Pilar, Jonash
2024/2025

Abstract

The summer of Italian children at the beginning of the last century was characterised by a certain type of facility with strict rules and spaces in relation to the daily summer routine. The ‘colonie di vacanza’, thanks to the curative quality of the chosen locations such as the sea or the mountains, were initially places of treatment for the widespread illnesses of the time. During Fascism this phenomenon spread further with the construction of buildings that could architecturally represent the values of the dictatorship. In fact, with careful propaganda, the party used every form of art and communication to reach the people. The colonie not only housed the children of workers in large companies and services, but above all formed their constitution, making them, as adults, good soldiers to defend the country. During the Second World War, these large buildings were used as hospitals or military bases and then demolished. The Colonia Montecatini, one of the many colonie built on the Romagna Riviera, was partially rebuilt after the war and returned to operation as its original function. Like many others, it remained in operation until the 1980s, a period when the structure of family holidays changed radically. These disused buildings, more or less large, more or less architecturally distinct, continue to make us wonder how they can coexist with the contemporary urban but above all social system. An attempt has therefore been made to propose a new function for the Colonia Montecatini - Monopoli di Stato, with an architectural project based on the initial principles conceived by its architect, Eugenio Faludi. The realisation of three macro interventions, based on the distinction of the tower as a relevant element of the composition, the raise in height of an existing block and, finally, the addition of a new building integrated into the connecting system of the existing porticoes, configure the new function as a new university campus.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
3-apr-2025
2024/2025
L’estate dei bambini italiani all’inizio del secolo scorso è stata caratterizzata da una certa tipologia di strutture con regole e spazi rigidi rispetto alla routine giornaliera estiva. Le “colonie di vacanza” grazie alla qualità curativa dei luoghi prescelti come il mare o la montagna, erano inizialmente luoghi di cura dalle diffuse malattie dell’epoca. Durante il fascismo questo fenomeno si diffuse ulteriormente con la costruzione di edifici che potessero rappresentare dal punto di vista architettonico i valori della dittatura. Infatti, con un’attenta azione di propaganda, il partito, usava ogni forma d’arte e di comunicazione per arrivare al popolo. Le colonie non solo ospitavano i figli dei lavoratori delle grandi aziende e dei servizi, ma soprattutto ne formavano la costituzione, rendendoli, da adulti, buoni soldati a difesa del paese. Durante la Seconda Guerra Mondiale questi grandi edifici furono usati come ospedali o basi militari per poi essere demoliti. La Colonia Montecatini, una delle tante colonie costruite nella Riviera Romagnola, dopo la guerra fu ricostruita parzialmente e tornò in uso con la funzione originale. Come molte altre, rimase in attività fino agli anni 80, periodo in cui la struttura delle vacanze in famiglia cambia radicalmente. Con questi edifici dismessi, più o meno grandi, più o meno distinti dal punto di vista architettonico, ci si continua a chiedere come possano coesistere con il sistema urbano ma soprattutto sociale contemporaneo. Si è tentato dunque di proporre una nuova funzione alla Colonia Montecatini - Monopoli di stato, con un progetto architettonico basato sui principi iniziali ideati dal suo stesso architetto, Eugenio Faludi. La realizzazione di tre macro interventi basati sulla distinzione della torre come elemento rilevante della composizione, la sopraelevazione e infine l’aggiunta di un nuovo edificio integrato al sistema di connessione di porticati esistenti configurano la nuova funzione come nuovo campus universitario.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/234822