I collettivi d'architettura: ipotesi di un'alternativa

This thesis aims to investigate the phenomenon of participatory architecture, a design approach that emerged between the 1960s and 1970s, which has undergone significant evolution over time and has become a central theme in contemporary architecture. The work begins with the original definition of the concept, outlined by figures such as Giancarlo De Carlo, who identified participatory architecture as “the architecture of the future,” a means of democratizing design processes through the direct involvement of communities and end-users. The research then focuses on the transformations of the concept in the subsequent decades, analyzing how the principles of participation have been reinterpreted and integrated into different contexts. The historical, social, and political context in relation to architecture and design is also examined. Particular attention is given to architecture collectives that have embraced and renewed the participatory approach. These groups, often made up of young professionals, have developed new operational methods, emphasizing values such as horizontal relationships, shared responsibilities, and a greater focus on the social and cultural dynamics of the places in which they work. Through the analysis of significant case studies, this thesis aims to explore how participatory architecture, while maintaining its foundational principles, continues to serve as a guide for the approaches of architect collectives. This method has evolved, transforming into a tool for social and design innovation, capable of addressing the challenges of contemporary society and offering a new perspective on the role of the architect in society.

Questa tesi si propone di indagare il fenomeno dell’architettura partecipata, un approccio progettuale definito e nato tra gli anni ’60 e ’70 del Novecento, che ha visto un’evoluzione significativa nel corso del tempo fino a diventare un tema centrale nell’architettura contemporanea. Il lavoro prende avvio dalla definizione originaria del concetto, delineata da figure come Giancarlo De Carlo, che identificava l’architettura partecipata come “l’architettura del futuro”, un mezzo per democratizzare i processi progettuali attraverso il coinvolgimento diretto delle comunità e degli utenti finali. Successivamente, la ricerca si concentra sulle trasformazioni del concetto nei decenni successivi, analizzando come i principi della partecipazione siano stati reinterpretati e integrati in diversi contesti. Viene quindi analizzato il contesto storico sociale e politico in relazione all’architettura e alla progettazione. Particolare attenzione viene rivolta ai collettivi di architettura che hanno abbracciato e rinnovato l’approccio partecipativo. Questi gruppi, spesso formati da giovani professionisti, hanno dato vita a nuove modalità operative, mettendo in primo piano valori come l’orizzontalità nei rapporti, la condivisione delle responsabilità e una maggiore attenzione alle dinamiche sociali e culturali dei luoghi in cui operano. Attraverso l'analisi di alcuni casi studio significativi, questa tesi si propone di esplorare come l'architettura partecipata, pur mantenendo saldi i principi fondanti, sia a tutti gli effetti una guida per gli approcci dei collettivi di architetti. Questo metodo si è evoluto, trasformandosi in uno strumento di innovazione sociale e progettuale, capace di affrontare le sfide della contemporaneità e di proporre una visione diversa del ruolo dell'architetto nella società.