Relationships in architecture : exploring the connections between architecture, green spaces and people through the reactivation of Oscar Niemeyer's Fair in Tripoli

The Oscar Niemeyer International Fair in Tripoli, Lebanon, was conceived in the 1960s as a monumental project designed by renowned Brazilian architect Oscar Niemeyer. Located in Tripoli, the second-largest city in Lebanon, the fair was intended to serve as a cultural and commercial hub, symbolizing modernity and progress for both the city and the nation. However, due to the onset of the Lebanese Civil War in 1975, the site was abandoned before it could be completed or utilized for its intended purpose. The fairgrounds have remained an enigmatic void in Tripoli’s urban fabric, a symbol of unrealized potential. The city itself has long struggled with political instability, making it difficult to find a unified vision for its future. This thesis, titled Relationships in Architecture, seeks to explore and reimagine the fairgrounds as a new platform for connecting architecture, green spaces, and the residents of Tripoli. By focusing on the relationships fair - city and fair - citizens. The project aims to propose a revitalized space that encourages interaction, community, and engagement. The first part of this study provides an in-depth analysis of the Tripoli Metropolitan Area, including its socio-economic, political, and historical context. It sets the stage for understanding the challenges and opportunities surrounding the fairgrounds. The second section focuses on the design of the fair, exploring Niemeyer’s architectural intentions and vision, as well as the reasons for the project’s abandonment and the failed attempts to utilize the site. The third section examines the urban context of Tripoli, investigating the relationship between the city’s residents and the fairgrounds, as well as the ways in which the site could encourage social and cultural interaction. In the final section, the proposed intervention focuses on the grand abandoned cover of the fairgrounds and the surrounding green areas behind it. This work aims to enable the re-appropriation of the site by the citizens of Tripoli, transforming it into an urban space owned by the city, eliminating all existing physical and symbolic barriers. By fostering a renewed connection between the residents and the site, the project seeks to inspire a positive shift in their perception of this urban void. Moreover, it strives to fulfil the vision originally projected by Oscar Niemeyer and the Lebanese government in the 1960s, respecting Niemeyer’s original design while giving it new value. Realizing the site’s intended role as a hub for cultural, social, and urban development that was never brought to fruition, creating a place for gathering, relaxation, and social interaction while integrating green spaces into the urban fabric. This thesis ultimately demonstrates how the integration of architecture, green spaces, and local community needs can breathe new life into the Oscar Niemeyer International Fair, transforming it into a vital and meaningful platform for the relationships between the city, its residents, and their shared future.

La Fiera Internazionale di Oscar Niemeyer a Tripoli, in Libano, è stata concepita negli anni ’60 come un progetto monumentale progettato dal rinomato architetto brasiliano Oscar Niemeyer. Situata a Tripoli, la seconda città più grande del Libano, la fiera era destinata a fungere da polo culturale e commerciale, simboleggiando modernità e progresso per la città e per l’intera nazione. Tuttavia, a causa dello scoppio della guerra civile libanese nel 1975, il sito fu abbandonato prima che potesse essere completato o utilizzato per lo scopo previsto. I terreni della fiera sono rimasti un vuoto enigmatico nel tessuto urbano di Tripoli, un simbolo di potenziale non realizzato. La città stessa ha a lungo lottato con l’instabilità politica, rendendo difficile trovare una visione unificata per il suo futuro. Questa tesi, intitolata Relazioni in Architettura, si propone di esplorare e reimmaginare l’area della fiera come una nuova piattaforma che connetta l’architettura, gli spazi verdi e i residenti di Tripoli. Il progetto si concentra sulle relazioni tra la fiera e la città, nonché tra la fiera e i suoi cittadini, con l'obiettivo di proporre uno spazio rinnovato che favorisca l’interazione, la comunità e il coinvolgimento sociale. La prima parte di questo studio fornisce un’analisi approfondita dell’area metropolitana di Tripoli, includendo il contesto socio-economico, politico e storico, ponendo le basi per comprendere le sfide e le opportunità legate alla fiera. La seconda sezione si concentra sulla progettazione della fiera, esplorando le intenzioni e la visione architettonica di Niemeyer, nonché le ragioni dell’abbandono del progetto e i tentativi falliti di riutilizzare il sito. La terza sezione esamina il contesto urbano di Tripoli, indagando il rapporto tra i cittadini e la fiera e il potenziale del sito per favorire l’interazione sociale e culturale. Nell’ultima sezione, l’intervento proposto si concentra sulla grande copertura abbandonata della fiera e sulle aree verdi circostanti. Questo lavoro mira a consentire la riappropriazione del sito da parte dei cittadini di Tripoli, trasformandolo in uno spazio urbano integrato nella città ed eliminando tutte le barriere fisiche e simboliche esistenti. Favorendo un rinnovato legame tra i residenti e il sito, il progetto si propone di ispirare un cambiamento positivo nella loro percezione di questo vuoto urbano. Inoltre, intende realizzare la visione originariamente concepita da Oscar Niemeyer e dal governo libanese negli anni ’60, rispettando il progetto di Niemeyer e conferendogli un nuovo valore. L’obiettivo è quello di restituire alla fiera il ruolo di polo culturale, sociale e urbano che non è mai stato concretizzato, creando un luogo di aggregazione, relax e interazione sociale, integrando gli spazi verdi nel tessuto urbano. Questa tesi dimostra, infine, come l’integrazione tra architettura, spazi verdi e le esigenze della comunità locale possa ridare vita alla Fiera Internazionale di Oscar Niemeyer, trasformandola in una piattaforma vitale e significativa per le relazioni tra la città, i suoi abitanti e il loro futuro condiviso.