Like many other nations, Italy tends to be highly conservative about its cuisine, going so far as to speak of gastronationalism. Appealing to identity logic, it tries to crystallize it by considering it fixed and unchanging. Such an approach leads to a closure to contamination, exchange, and transformation. In reality, Italian cuisine is a cultural object situated in time and space that is highly dependent on who looks at it, where they look at it, and how they look at it. Inevitably, Italian cuisines, born within the context of the migration phenomenon, differ from those in Italy. The following thesis developed from theoretical research on these issues confirming Italian cuisine's dynamic and plural nature and its hybridizations. Subsequently, the research was framed within a specific field of communication design, independent publishing, which, due to its peculiar characteristics, is considered the most suitable to address these topics. Subsequently, the qualitative and quantitative analysis conducted on existing indie food magazines revealed a gap within independent publishing dedicated to food: no masthead explores hybrid Italian cuisines concerning the migration phenomenon. From this lack, the project proposal was formulated: Little Italies, an independent magazine that aims to enhance the plurality of Italian cuisine in the world and to recognize its hybridizations – born of the encounter between Italian immigrants and new contexts – as products of a continuous process of translation and cultural adaptation. In particular, the magazine's first issue is dedicated to Italian immigrants in New York, New Jersey, and Connecticut. Thanks to the involvement of numerous voices and the different points of view provided, it was possible to return a more layered and complex narrative of Italian culinary culture in this area of the United States, bringing out its plural and relational character.

L’Italia, come molte altre nazioni, tende ad essere estremamente conservatrice nei confronti della propria cucina, a tal punto di arrivare a parlare di gastronazionalismo. Appellandosi alla logica identitaria, cerca di cristallizzarla considerandola fissa e immutabile. Tale approccio porta alla chiusura nei confronti delle contaminazioni, degli scambi e delle trasformazioni. In realtà, la cucina italiana non è altro che un oggetto culturale situato nel tempo e nello spazio che dipende fortemente da chi la guarda, da dove la guarda e dal modo in cui la guarda. Inevitabilmente, le cucine italiane, nate all’interno del contesto del fenomeno migratorio, sono differenti rispetto a quella presente in Italia. La seguente tesi si è sviluppata a partire da una ricerca teorica su queste tematiche che ha confermato la natura dinamica e plurale della cucina italiana e delle sue ibridazioni. Successivamente la ricerca è stata inquadrata all’interno di un ambito specifico del design della comunicazione, l’editoria indipendente che, per le sue peculiari caratteristiche, è considerato il più adatto ad affrontare tali argomenti. In seguito, l’analisi qualitativa e quantitativa condotta sugli indie food magazine esistenti, ha fatto emergere una lacuna all’interno dell’editoria indipendente dedicata al tema cibo: non esistono testate che esplorano le cucine italiane ibride in relazione al fenomeno migratorio. Da questa mancanza è stata formulata la proposta progettuale: Little Italies, una rivista indipendente che ha come obiettivo la valorizzazione della pluralità della cucina italiana nel mondo e il riconoscimento delle sue ibridazioni – nate dall’incontro tra gli immigrati italiani e i nuovi contesti – come prodotti di un continuo processo di traduzione e adattamento culturale. In particolare, il primo issue della rivista è dedicato agli immigrati italiani presenti a New York, New Jersey e Connecticut. Grazie al coinvolgimento di numerose voci, e ai diversi punti di vista forniti, è stato possibile restituire una narrazione più stratificata e complessa della cultura culinaria italiana in quest’area degli Stati Uniti, facendo emergere il suo carattere plurale e relazionale.

Little Italies : tradurre la cultura del cibo italiano attraverso il fenomeno migratorio

Morelli, Sabrina
2023/2024

Abstract

Like many other nations, Italy tends to be highly conservative about its cuisine, going so far as to speak of gastronationalism. Appealing to identity logic, it tries to crystallize it by considering it fixed and unchanging. Such an approach leads to a closure to contamination, exchange, and transformation. In reality, Italian cuisine is a cultural object situated in time and space that is highly dependent on who looks at it, where they look at it, and how they look at it. Inevitably, Italian cuisines, born within the context of the migration phenomenon, differ from those in Italy. The following thesis developed from theoretical research on these issues confirming Italian cuisine's dynamic and plural nature and its hybridizations. Subsequently, the research was framed within a specific field of communication design, independent publishing, which, due to its peculiar characteristics, is considered the most suitable to address these topics. Subsequently, the qualitative and quantitative analysis conducted on existing indie food magazines revealed a gap within independent publishing dedicated to food: no masthead explores hybrid Italian cuisines concerning the migration phenomenon. From this lack, the project proposal was formulated: Little Italies, an independent magazine that aims to enhance the plurality of Italian cuisine in the world and to recognize its hybridizations – born of the encounter between Italian immigrants and new contexts – as products of a continuous process of translation and cultural adaptation. In particular, the magazine's first issue is dedicated to Italian immigrants in New York, New Jersey, and Connecticut. Thanks to the involvement of numerous voices and the different points of view provided, it was possible to return a more layered and complex narrative of Italian culinary culture in this area of the United States, bringing out its plural and relational character.
SCAGLIARINI, FRANCESCO
ARC III - Scuola del Design
3-apr-2025
2023/2024
L’Italia, come molte altre nazioni, tende ad essere estremamente conservatrice nei confronti della propria cucina, a tal punto di arrivare a parlare di gastronazionalismo. Appellandosi alla logica identitaria, cerca di cristallizzarla considerandola fissa e immutabile. Tale approccio porta alla chiusura nei confronti delle contaminazioni, degli scambi e delle trasformazioni. In realtà, la cucina italiana non è altro che un oggetto culturale situato nel tempo e nello spazio che dipende fortemente da chi la guarda, da dove la guarda e dal modo in cui la guarda. Inevitabilmente, le cucine italiane, nate all’interno del contesto del fenomeno migratorio, sono differenti rispetto a quella presente in Italia. La seguente tesi si è sviluppata a partire da una ricerca teorica su queste tematiche che ha confermato la natura dinamica e plurale della cucina italiana e delle sue ibridazioni. Successivamente la ricerca è stata inquadrata all’interno di un ambito specifico del design della comunicazione, l’editoria indipendente che, per le sue peculiari caratteristiche, è considerato il più adatto ad affrontare tali argomenti. In seguito, l’analisi qualitativa e quantitativa condotta sugli indie food magazine esistenti, ha fatto emergere una lacuna all’interno dell’editoria indipendente dedicata al tema cibo: non esistono testate che esplorano le cucine italiane ibride in relazione al fenomeno migratorio. Da questa mancanza è stata formulata la proposta progettuale: Little Italies, una rivista indipendente che ha come obiettivo la valorizzazione della pluralità della cucina italiana nel mondo e il riconoscimento delle sue ibridazioni – nate dall’incontro tra gli immigrati italiani e i nuovi contesti – come prodotti di un continuo processo di traduzione e adattamento culturale. In particolare, il primo issue della rivista è dedicato agli immigrati italiani presenti a New York, New Jersey e Connecticut. Grazie al coinvolgimento di numerose voci, e ai diversi punti di vista forniti, è stato possibile restituire una narrazione più stratificata e complessa della cultura culinaria italiana in quest’area degli Stati Uniti, facendo emergere il suo carattere plurale e relazionale.
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