Borgo Mezzanone’s Pista is one of the most emblematic cases of informality in Italy: today it counts more than 4,000 inhabitants and represents an ever-expanding reality. The nearby township, founded during the twenty-year fascist period with which it interacts, is now in a condition of neglect and institutional isolation. Although physically separated, the two realities share many similarities. This thesis explores the spatial relationships between them, with the aim of proposing a stitching approach and imagining scenarios for transformation. Rather than offering a definitive solution, the work aims to be part of the debate on how to intervene in similar contexts, opening the way to new perspectives for often neglected territories. The study is divided into two parts. The first analyzes the context through theoretical research and interviews with residents and scholars, to understand territorial dynamics by immersing oneself directly in the field. The second part is project-based and proposes interventions aimed at re-establishing spatial and social connections, starting from the concrete needs of local communities. The Pista and the township are thus considered as part of a single urban system, in which infrastructures and services can contribute to improving the quality of daily life and act as a springboard beyond the current situation. The project stems from the idea of an elevated infrastructure as tangible sign of connection. More than a simple crossing, this structure represents a generating principle for new shared spaces and essential services, becoming the starting point for a broader intervention in the area. The interventions are specular: in the Pista, an agricultural didactic center; in the hamlet, an Italian school. Around these are generated spaces for care, sports, collective cooking and essential services, designed to foster spontaneous interactions of those who pass through them. The entire project is based on a low environmental impact approach, using local and readily available materials. Raw earth and lime-hempulus blocks are used for the infill, while the glulam load-bearing structure rests on stone gabions used as foundations. Self-building, although scaled down from the initial conditions, remains a component of the project, concentrated in the final stages of the construction process. The study analyzing the details and techniques used has shown that, even without resorting to complex technologies, an intervention that is attentive to environmental challenges and respectful of the delicate context is possible.

La Pista di Borgo Mezzanone è uno dei casi più emblematici di informalità in Italia: oggi conta oltre 4000 abitanti e rappresenta una realtà in continua espansione. La vicina borgata di fondazione, da cui prende il nome e con cui interagisce, si trova oggi in una condizione di abbandono e isolamento istituzionale. Sebbene fisicamente separate, le due realtà condividono molte affinità. Questa tesi esplora le relazioni spaziali tra di esse, con l’obiettivo di proporre un approccio di ricucitura e immaginare scenari di trasformazione. Più che offrire una soluzione definitiva, il lavoro si inserisce nel dibattito su come intervenire in contesti analoghi, aprendo nuove prospettive per territori spesso trascurati. Lo studio si articola in due parti. La prima analizza il contesto attraverso la ricerca teorica e interviste con abitanti e studiosi, per comprendere le dinamiche territoriali immergendosi direttamente sul campo. La seconda parte propone interventi progettuali mirati a ristabilire connessioni spaziali e sociali, partendo dai bisogni concreti delle comunità locali. La Pista e la borgata vengono così considerate come un unico sistema urbano, in cui infrastrutture e servizi possano contribuire a migliorare la qualità della vita quotidiana e proporsi come un trampolino di lancio oltre la situazione attuale. Il progetto nasce dall’idea di un’infrastruttura sopraelevata, un segno tangibile di connessione tra la Pista e la borgata. Più che un semplice attraversamento, questa struttura rappresenta un principio generatore per nuovi spazi condivisi e servizi essenziali, punto di partenza per un intervento più ampio sul territorio. Gli interventi sono speculari: nella pista, un centro didattico agricolo; nella borgata, una scuola di italiano. Attorno a questi si generano spazi per l’assistenza, lo sport, la cucina collettiva e servizi essenziali, pensati per favorire interazioni spontanee di chi li attraversa. L’intero progetto si basa su un approccio a basso impatto ambientale, con l’uso di materiali locali e facilmente reperibili. Blocchi in terra cruda e in calce-canapulo formano i tamponamenti, separati dalla struttura portante in legno lamellare che poggia su gabbioni di pietra utilizzati come fondazioni a secco. L’autocostruzione, seppur ridimensionata, rimane una componente essenziale del progetto. Lo studio di analisi dei dettagli e delle tecniche impiegate ha dimostrato che, anche senza ricorrere a tecnologie complesse, è possibile un intervento attento alle sfide ambientali e rispettoso del delicato contesto.

Oltre la Pista : verso una geografia della connessione tra informale e consolidato: il caso di Borgo Mezzanone

Rapisarda, Giacomo;Tentori, Alessia;Albisetti, Olimpia
2024/2025

Abstract

Borgo Mezzanone’s Pista is one of the most emblematic cases of informality in Italy: today it counts more than 4,000 inhabitants and represents an ever-expanding reality. The nearby township, founded during the twenty-year fascist period with which it interacts, is now in a condition of neglect and institutional isolation. Although physically separated, the two realities share many similarities. This thesis explores the spatial relationships between them, with the aim of proposing a stitching approach and imagining scenarios for transformation. Rather than offering a definitive solution, the work aims to be part of the debate on how to intervene in similar contexts, opening the way to new perspectives for often neglected territories. The study is divided into two parts. The first analyzes the context through theoretical research and interviews with residents and scholars, to understand territorial dynamics by immersing oneself directly in the field. The second part is project-based and proposes interventions aimed at re-establishing spatial and social connections, starting from the concrete needs of local communities. The Pista and the township are thus considered as part of a single urban system, in which infrastructures and services can contribute to improving the quality of daily life and act as a springboard beyond the current situation. The project stems from the idea of an elevated infrastructure as tangible sign of connection. More than a simple crossing, this structure represents a generating principle for new shared spaces and essential services, becoming the starting point for a broader intervention in the area. The interventions are specular: in the Pista, an agricultural didactic center; in the hamlet, an Italian school. Around these are generated spaces for care, sports, collective cooking and essential services, designed to foster spontaneous interactions of those who pass through them. The entire project is based on a low environmental impact approach, using local and readily available materials. Raw earth and lime-hempulus blocks are used for the infill, while the glulam load-bearing structure rests on stone gabions used as foundations. Self-building, although scaled down from the initial conditions, remains a component of the project, concentrated in the final stages of the construction process. The study analyzing the details and techniques used has shown that, even without resorting to complex technologies, an intervention that is attentive to environmental challenges and respectful of the delicate context is possible.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
2-apr-2025
2024/2025
La Pista di Borgo Mezzanone è uno dei casi più emblematici di informalità in Italia: oggi conta oltre 4000 abitanti e rappresenta una realtà in continua espansione. La vicina borgata di fondazione, da cui prende il nome e con cui interagisce, si trova oggi in una condizione di abbandono e isolamento istituzionale. Sebbene fisicamente separate, le due realtà condividono molte affinità. Questa tesi esplora le relazioni spaziali tra di esse, con l’obiettivo di proporre un approccio di ricucitura e immaginare scenari di trasformazione. Più che offrire una soluzione definitiva, il lavoro si inserisce nel dibattito su come intervenire in contesti analoghi, aprendo nuove prospettive per territori spesso trascurati. Lo studio si articola in due parti. La prima analizza il contesto attraverso la ricerca teorica e interviste con abitanti e studiosi, per comprendere le dinamiche territoriali immergendosi direttamente sul campo. La seconda parte propone interventi progettuali mirati a ristabilire connessioni spaziali e sociali, partendo dai bisogni concreti delle comunità locali. La Pista e la borgata vengono così considerate come un unico sistema urbano, in cui infrastrutture e servizi possano contribuire a migliorare la qualità della vita quotidiana e proporsi come un trampolino di lancio oltre la situazione attuale. Il progetto nasce dall’idea di un’infrastruttura sopraelevata, un segno tangibile di connessione tra la Pista e la borgata. Più che un semplice attraversamento, questa struttura rappresenta un principio generatore per nuovi spazi condivisi e servizi essenziali, punto di partenza per un intervento più ampio sul territorio. Gli interventi sono speculari: nella pista, un centro didattico agricolo; nella borgata, una scuola di italiano. Attorno a questi si generano spazi per l’assistenza, lo sport, la cucina collettiva e servizi essenziali, pensati per favorire interazioni spontanee di chi li attraversa. L’intero progetto si basa su un approccio a basso impatto ambientale, con l’uso di materiali locali e facilmente reperibili. Blocchi in terra cruda e in calce-canapulo formano i tamponamenti, separati dalla struttura portante in legno lamellare che poggia su gabbioni di pietra utilizzati come fondazioni a secco. L’autocostruzione, seppur ridimensionata, rimane una componente essenziale del progetto. Lo studio di analisi dei dettagli e delle tecniche impiegate ha dimostrato che, anche senza ricorrere a tecnologie complesse, è possibile un intervento attento alle sfide ambientali e rispettoso del delicato contesto.
File allegati
File Dimensione Formato  
2025_04_Albisetti_Rapisarda_Tentori_Book.pdf

accessibile in internet per tutti

Descrizione: Book
Dimensione 120.53 MB
Formato Adobe PDF
120.53 MB Adobe PDF Visualizza/Apri
2025_04_Albisetti_Rapisarda_Tentori_Relazione.pdf

accessibile in internet per tutti

Descrizione: Relazione
Dimensione 184.67 MB
Formato Adobe PDF
184.67 MB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in POLITesi sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/235286