My visual playlist : fondamenti di strategia e narrazione visiva per il progetto musicale emergente

This thesis takes shape from my passion for music and visual design, two fields that have not only guided my path but are also intrinsically connected. Working closely with various emerging artists, I have realized how much their visibility and the perception of their project do not depend solely on their music but also on how it is conveyed through images. Yet, many artists find themselves disoriented by this need, lacking the tools and references to translate their music into a coherent and effective visual narrative. Many music projects, despite having a strong sonic identity, struggle to be translated into a consistent and impactful visual universe, compromising their recognizability and ability to position themselves in an increasingly competitive market. This awareness became particularly clear throughout my professional journey, where I had the opportunity to engage with this issue both editorially and in digital content management. Working with Rockit and the MI AMI Festival, I noticed that many artists lack adequate visual materials: incomplete press kits, imagery inconsistent with their identity, or simply unsuitable for publication. This limitation is not just a technical issue but also a cultural one: visual storytelling is not always perceived as an integral part of artistic planning, leading to a superficial approach to one’s image. This reflection pushed me to delve deeper into the topic, aiming to understand the essential elements for building an effective visual identity, especially for those at the beginning of their careers. To do so, I conducted research that involved different levels of analysis. First, I focused on visual storytelling, examining how image-based narratives have evolved in the music industry and which strategies have made certain aesthetics particularly iconic and recognizable. I then analyzed the current market and the dynamics of music distribution, observing how digital platforms influence the perception of artists and how algorithms reward well-crafted visual content while penalizing less structured ones. To gain a direct perspective, I decided to conduct a survey and interviews with emerging artists and industry professionals to gather data on their needs and challenges in shaping their visual narrative. The responses confirmed that image is considered a crucial element for a music project’s success but also highlighted the lack of concrete tools to manage it effectively. Additionally, it emerged that while many artists are aware of the importance of curating their image, they often struggle because they don’t know where to start, what references to follow, or how to translate their sonic identity into a coherent visual universe. This research revealed a clear need: to foster visual culture within the music industry. On one hand, it is necessary to inspire, providing examples and cultural references that can help artists navigate the vast landscape of musical aesthetics. On the other, it is essential to offer practical tools—clear guidelines on how to build an effective, adaptable, and authentic visual identity. The goal is not just to provide a set of rules but to encourage artists to read images, understand their narrative potential, stimulate their creative process, and explore new ways to visually represent themselves. This idea materialized in My Visual Playlist, a digital repository designed to offer emerging artists concrete support in managing their image. It does not merely collect and categorize visual artifacts but provides a structured system of guidelines, a selection of case studies, and a space for connecting with industry professionals. This enables artists to develop their visual narrative with greater awareness and autonomy. The objective is not only to help them build an effective image but also to equip them with the tools to imagine new ways of storytelling through visuals, crafting a language that is personal and distinctive. This thesis stems from a precise need and a genuine passion. Music and visual design are two forms of expression that strengthen each other, and the way an artist chooses to represent themselves visually can make a significant difference in their career. My Visual Playlist aims to be a valuable resource for those entering this world with strong ideas but without a clear direction on how to translate them into images. The goal is to make the process of building a visual identity more accessible and intentional, transforming it into something not only necessary but also creative and stimulating.

Questa tesi prende forma dalla mia passione per la musica e per il visual design, due ambiti che non solo hanno guidato il mio percorso, ma che sono anche intrinsecamente connessi. Lavorando inoltre anche a contatto con diversi artisti emergenti, mi sono resa conto di quanto la loro visibilità e la percezione del loro progetto non dipendano esclusivamente dal loro progetto musicale, ma anche dal modo in cui questa viene raccontata attraverso le immagini. Eppure, molti artisti si trovano spaesati di fronte a questa esigenza, privi di strumenti e riferimenti per tradurre la loro musica in una narrazione visiva coerente ed efficace. Molti progetti musicali, pur avendo una forte personalità sonora, faticano a tradursi in un immaginario visivo coerente ed efficace, compromettendo la loro riconoscibilità e la capacità di posizionarsi in un mercato sempre più competitivo. Questa consapevolezza è emersa in modo chiaro durante il mio percorso professionale, dove ho avuto modo di confrontarmi con il problema sia a livello editoriale che nella gestione dei contenuti digitali. Lavorando con Rockit e il MI AMI Festival, ho notato come molti artisti non dispongano di materiali visivi adeguati: press kit carenti, immagini incoerenti con la loro identità o semplicemente inadatte alla pubblicazione. Questo limite non è solo una questione tecnica, ma anche culturale: la narrazione visiva non è sempre percepita come parte integrante della progettualità artistica, e questo porta a una gestione approssimativa della propria immagine. Questa riflessione mi ha spinta a voler approfondire il tema, cercando di capire quali siano gli elementi essenziali per costruire un’identità visiva efficace, soprattutto per chi è agli inizi. Per farlo, ho condotto una ricerca che ha coinvolto diversi livelli di analisi. In primo luogo, mi sono concentrata sul visual storytelling, cercando di comprendere come il racconto per immagini si sia evoluto nell’industria musicale e quali strategie abbiano reso alcune estetiche particolarmente iconiche e riconoscibili, ho poi studiato il mercato attuale e le dinamiche di diffusione della musica, osservando come le piattaforme digitali influenzino la percezione degli artisti e come l’algoritmo stesso premi contenuti visivi curati e penalizzi quelli meno strutturati. Per ottenere una prospettiva diretta, ho deciso di condurre un questionario e delle interviste rivolte ad artisti emergenti e professionisti del settore, con l’obiettivo di raccogliere dati sulle loro esigenze e difficoltà nella costruzione della propria narrazione visiva. Le risposte hanno confermato quanto l’immagine sia considerata un elemento cruciale per il successo di un progetto musicale, ma anche quanto manchino strumenti concreti per gestirla in modo efficace. Inoltre è emerso che nonostante molti artisti siano consapevoli di dover curare la propria immagine, spesso si trovano in diffciltà in quanto non sanno da dove iniziare, quali riferimenti seguire o come tradurre la loro identità sonora in un universo visivo coerente. Da questa ricerca è emersa una necessità chiara: fare cultura visiva nel mondo della musica. Da un lato, alimentare l’ispirazione, fornendo esempi e riferimenti culturali che possano aiutare gli artisti a orientarsi nel vasto panorama delle estetiche musicali, dall’altro, offrire strumenti pratici, indicazioni chiare su come costruire una visual identity efficace, adattabile e autentica. Non si tratta solo di fornire delle linee guida, ma di stimolare gli artisti a leggere le immagini, per comprenderne il potenziale narrativo, per stimolare il processo creativo e per esplorare nuovi modi di rappresentarsi visivamente. Questa idea ha preso forma in My Visual Playlist, un raccoglitore digitale progettato per offrire agli artisti emergenti un supporto concreto nella gestione della propria immagine. Non si limita a raccogliere e catalogare artefatti visivi, ma fornisce un sistema di linee guida, una selezione di casi studio e uno spazio di connessione con professionisti del settore, in modo che gli artisti possano sviluppare la propria narrazione visiva con maggiore consapevolezza e autonomia. L’obiettivo non è solo aiutarli a costruire un’immagine efficace, ma dare loro gli strumenti per immaginare nuovi modi di raccontarsi attraverso le immagini, trovando un linguaggio visivo che sia personale e distintivo. Questa tesi nasce da un’esigenza precisa e da una passione autentica. La musica e il visual design sono due forme di espressione che si rafforzano a vicenda, e il modo in cui un artista sceglie di rappresentarsi visivamente può fare la differenza nel suo percorso. My Visual Playlist vuole essere una risorsa utile per chi si affaccia a questo mondo con idee forti, ma senza una direzione chiara su come tradurle in immagini. L’obiettivo è rendere più accessibile e consapevole la costruzione di un’identità visiva, trasformandola in un processo non solo necessario, ma anche creativo e stimolante.