A city whose ancient heritage tells a profound story of resilience and survival,Damascus — the oldest continuously inhabited city in the world — risks losing its identity and liveability due to unregulated urban sprawl. Rapid urbanization, conflicts, and socio-economic instability have driven the spread of informal settlements, particularly on the slopes of Mount Qasioun. These developments face infrastructural deficits, limited accessibility, social anomie, and a lack of public spaces and services, necessitating urgent intervention. While intervention is crucial across all informal settlements, this research focuses on Mount Qasioun for its symbolic value, historical significance and visual connection to the city. The project introduces a buffer system to restructure informal settlements by reducing density through expanded voids, integrating green corridors, improving circulation, and enhancing access to services and infrastructure. The research proposes three framework strategies for the buffer areas: the primal natural trip, the in-between agricultural strip, and the plug-in community intervention. While the strategy involves demolishing parts of the informal settlements to reduce overall density, it proposes an alternative solution: relocating displaced residents into habitable vertical structures overlooking the newly created voids, ensuring they remain within their original neighborhood clusters and improving their living conditions. In addition, the study focuses on the plug-in community center, redefining how services, community spaces, and circulation can be integrated within the buffer system while maintaining the informal fabric’s self-organized character. By balancing urban sustainability with social cohesion, the intervention fosters an inclusive urban fabric while safeguarding Damascus’s identity and supporting long-term resilience.

Una città la cui antica saggezza narra una complessa storia di resilienza e sostentamento, Damasco — la città abitata ininterrottamente più antica del mondo — rischia di perdere la propria identità e vivibilità a causa di uno sviluppo urbano incontrollato. La rapida urbanizzazione, i conflitti e l'instabilità socio-economica hanno favorito la diffusione di insediamenti informali, in particolare lungo i pendii del Monte Qasioun. Questi sviluppi affrontano carenze infrastrutturali, limitata accessibilità, alienazione sociale e una mancanza di spazi pubblici e servizi, rendendo necessaria un'intervento urgente. Sebbene l'intervento sia cruciale in tutti gli insediamenti informali, questa ricerca si concentra sul Monte Qasioun per il suo valore simbolico e la sua connessione visiva con la città. Il progetto introduce un sistema cuscinetto per ristrutturare gli insediamenti informali, riducendo la densità attraverso l'espansione dei vuoti, integrando corridoi verdi, migliorando la circolazione e potenziando l'accesso ai servizi e alle infrastrutture. La ricerca propone tre strategie quadro per le fasce cuscinetto: la fascia vegetale primaria, la fascia agricola intermedia e l'intervento del centro comunitario plug-in. Sebbene la strategia preveda la demolizione di alcune parti degli insediamenti informali per ridurre la densità complessiva, propone un'alternativa: ricollocare gli abitanti sfollati in strutture verticali che si affacciano sui vuoti creati, garantendo loro di rimanere all'interno dei propri cluster di quartiere originari. Lo studio si concentra poi sul centro comunitario plug-in, ridefinendo il modo in cui servizi, spazi comunitari e circolazione possono essere integrati all'interno del sistema cuscinetto, mantenendo al contempo la spontaneità auto-organizzata del tessuto informale. Bilanciando la sostenibilità urbana con la coesione sociale, l'intervento promuove un tessuto urbano inclusivo, tutelando l'identità di Damasco e sostenendone la resilienza a lungo termine.

Rebuilding resilience in Damascus: rethinking informality on Mountain Qasioun through a buffer strip framework for urban connectivity, community integration and liveability

Roufail, Maya
2024/2025

Abstract

A city whose ancient heritage tells a profound story of resilience and survival,Damascus — the oldest continuously inhabited city in the world — risks losing its identity and liveability due to unregulated urban sprawl. Rapid urbanization, conflicts, and socio-economic instability have driven the spread of informal settlements, particularly on the slopes of Mount Qasioun. These developments face infrastructural deficits, limited accessibility, social anomie, and a lack of public spaces and services, necessitating urgent intervention. While intervention is crucial across all informal settlements, this research focuses on Mount Qasioun for its symbolic value, historical significance and visual connection to the city. The project introduces a buffer system to restructure informal settlements by reducing density through expanded voids, integrating green corridors, improving circulation, and enhancing access to services and infrastructure. The research proposes three framework strategies for the buffer areas: the primal natural trip, the in-between agricultural strip, and the plug-in community intervention. While the strategy involves demolishing parts of the informal settlements to reduce overall density, it proposes an alternative solution: relocating displaced residents into habitable vertical structures overlooking the newly created voids, ensuring they remain within their original neighborhood clusters and improving their living conditions. In addition, the study focuses on the plug-in community center, redefining how services, community spaces, and circulation can be integrated within the buffer system while maintaining the informal fabric’s self-organized character. By balancing urban sustainability with social cohesion, the intervention fosters an inclusive urban fabric while safeguarding Damascus’s identity and supporting long-term resilience.
CHIZZONITI, DOMENICO
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
3-apr-2025
2024/2025
Una città la cui antica saggezza narra una complessa storia di resilienza e sostentamento, Damasco — la città abitata ininterrottamente più antica del mondo — rischia di perdere la propria identità e vivibilità a causa di uno sviluppo urbano incontrollato. La rapida urbanizzazione, i conflitti e l'instabilità socio-economica hanno favorito la diffusione di insediamenti informali, in particolare lungo i pendii del Monte Qasioun. Questi sviluppi affrontano carenze infrastrutturali, limitata accessibilità, alienazione sociale e una mancanza di spazi pubblici e servizi, rendendo necessaria un'intervento urgente. Sebbene l'intervento sia cruciale in tutti gli insediamenti informali, questa ricerca si concentra sul Monte Qasioun per il suo valore simbolico e la sua connessione visiva con la città. Il progetto introduce un sistema cuscinetto per ristrutturare gli insediamenti informali, riducendo la densità attraverso l'espansione dei vuoti, integrando corridoi verdi, migliorando la circolazione e potenziando l'accesso ai servizi e alle infrastrutture. La ricerca propone tre strategie quadro per le fasce cuscinetto: la fascia vegetale primaria, la fascia agricola intermedia e l'intervento del centro comunitario plug-in. Sebbene la strategia preveda la demolizione di alcune parti degli insediamenti informali per ridurre la densità complessiva, propone un'alternativa: ricollocare gli abitanti sfollati in strutture verticali che si affacciano sui vuoti creati, garantendo loro di rimanere all'interno dei propri cluster di quartiere originari. Lo studio si concentra poi sul centro comunitario plug-in, ridefinendo il modo in cui servizi, spazi comunitari e circolazione possono essere integrati all'interno del sistema cuscinetto, mantenendo al contempo la spontaneità auto-organizzata del tessuto informale. Bilanciando la sostenibilità urbana con la coesione sociale, l'intervento promuove un tessuto urbano inclusivo, tutelando l'identità di Damasco e sostenendone la resilienza a lungo termine.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/235623