This thesis addresses the phenomenon the disuse of ecclesiastical property abandoned by religious orders and congregations, exploring opportunities for reuse that reactivate its urban and social role. The analysis starts from an investigation on the Italian context, where, as in the rest of Europe, the abandonment of religious buildings is on the rise due to the decline in vocations. Although the debate is still limited in Italy, new forms of reuse have been experimented for some time, often treating these assets as mere ‘empty shells’. These buildings, strongly characterised from an architectural point of view, raise questions about their possible uses and current value. A key aspect of the research is the historical evolution of convents and monasteries, which highlights the continuity of an architectural type linked to community life. The Church has repeatedly emphasised that such assets should be used for hospitality rather than profit maximisation. In line with this vision, the research proposes an approach to reuse that favours social valorisation through an evolutionary process of mutual influence between society and heritage. The objective is to formulate guidelines for the reuse of these assets in Italy, with methodological and architectural indications. A fundamental step is the selection of a case study: the religious complex of the Sanctuary of Santa Maria delle Grazie in Rimini, comprising a recently abandoned convent, a seminary used as a rest home, a rectory and a museum in the process of relocation. Through a participatory method, the analysis identifies local needs and urgencies to develop an intervention programme. The project envisages a reuse of the interior spaces while respecting the original conformation and a more decisive intervention on the open spaces, connecting the different bodies through a new relational space that simplifies flows and access, improving the conditions of meeting between users.

Il presente lavoro di tesi affronta il fenomeno del disuso dei beni ecclesiastici abbandonati da ordini e congregazioni religiose, esplorando opportunità di riuso che ne riattivino il ruolo urbano e sociale. L’analisi parte da un’indagine sul contesto italiano, dove, come nel resto d’Europa, l’abbandono di edifici religiosi è in crescita a causa del calo delle vocazioni. Sebbene il dibattito sia ancora limitato in Italia, da tempo si sperimentano nuove forme di riuso, spesso trattando questi beni come semplici “gusci vuoti”. Questi edifici, fortemente caratterizzati dal punto di vista architettonico, pongono interrogativi sulle loro possibili destinazioni d’uso e sul loro valore attuale. Un aspetto chiave della ricerca è l’evoluzione storica di conventi e monasteri, che mette in evidenza la continuità di un tipo architettonico legato alla vita comunitaria. La Chiesa ha più volte ribadito che tali beni dovrebbero essere destinati all’accoglienza piuttosto che alla massimizzazione del profitto. In linea con questa visione, la ricerca propone un approccio al riuso che favorisca la valorizzazione sociale attraverso un processo evolutivo di reciproca influenza tra società e patrimonio. L’obiettivo è formulare linee guida per il riuso di questi beni in Italia, con indicazioni metodologiche e architettoniche. Un passaggio fondamentale è la selezione di un caso studio: il complesso religioso del Santuario di Santa Maria delle Grazie a Rimini, comprendente un convento recentemente abbandonato, un seminario adibito a casa di riposo, una canonica e un museo in fase di ricollocazione. Attraverso un metodo partecipativo, l’analisi individua bisogni e urgenze locali per sviluppare un programma di intervento. Il progetto prevede un riuso degli spazi interni nel rispetto della conformazione originaria e un intervento più deciso sugli spazi aperti, connettendo i diversi corpi attraverso un nuovo spazio di relazione che semplifica flussi e accessi, migliorando le condizioni di incontro tra gli utenti.

Pietre vive: case di comunita' : progetto di riuso sociale per un complesso conventuale a Rimini

Pagliarani, Martina;Bongiovanni, Andrea
2024/2025

Abstract

This thesis addresses the phenomenon the disuse of ecclesiastical property abandoned by religious orders and congregations, exploring opportunities for reuse that reactivate its urban and social role. The analysis starts from an investigation on the Italian context, where, as in the rest of Europe, the abandonment of religious buildings is on the rise due to the decline in vocations. Although the debate is still limited in Italy, new forms of reuse have been experimented for some time, often treating these assets as mere ‘empty shells’. These buildings, strongly characterised from an architectural point of view, raise questions about their possible uses and current value. A key aspect of the research is the historical evolution of convents and monasteries, which highlights the continuity of an architectural type linked to community life. The Church has repeatedly emphasised that such assets should be used for hospitality rather than profit maximisation. In line with this vision, the research proposes an approach to reuse that favours social valorisation through an evolutionary process of mutual influence between society and heritage. The objective is to formulate guidelines for the reuse of these assets in Italy, with methodological and architectural indications. A fundamental step is the selection of a case study: the religious complex of the Sanctuary of Santa Maria delle Grazie in Rimini, comprising a recently abandoned convent, a seminary used as a rest home, a rectory and a museum in the process of relocation. Through a participatory method, the analysis identifies local needs and urgencies to develop an intervention programme. The project envisages a reuse of the interior spaces while respecting the original conformation and a more decisive intervention on the open spaces, connecting the different bodies through a new relational space that simplifies flows and access, improving the conditions of meeting between users.
DECHAMPS, ANDREA
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
3-apr-2025
2024/2025
Il presente lavoro di tesi affronta il fenomeno del disuso dei beni ecclesiastici abbandonati da ordini e congregazioni religiose, esplorando opportunità di riuso che ne riattivino il ruolo urbano e sociale. L’analisi parte da un’indagine sul contesto italiano, dove, come nel resto d’Europa, l’abbandono di edifici religiosi è in crescita a causa del calo delle vocazioni. Sebbene il dibattito sia ancora limitato in Italia, da tempo si sperimentano nuove forme di riuso, spesso trattando questi beni come semplici “gusci vuoti”. Questi edifici, fortemente caratterizzati dal punto di vista architettonico, pongono interrogativi sulle loro possibili destinazioni d’uso e sul loro valore attuale. Un aspetto chiave della ricerca è l’evoluzione storica di conventi e monasteri, che mette in evidenza la continuità di un tipo architettonico legato alla vita comunitaria. La Chiesa ha più volte ribadito che tali beni dovrebbero essere destinati all’accoglienza piuttosto che alla massimizzazione del profitto. In linea con questa visione, la ricerca propone un approccio al riuso che favorisca la valorizzazione sociale attraverso un processo evolutivo di reciproca influenza tra società e patrimonio. L’obiettivo è formulare linee guida per il riuso di questi beni in Italia, con indicazioni metodologiche e architettoniche. Un passaggio fondamentale è la selezione di un caso studio: il complesso religioso del Santuario di Santa Maria delle Grazie a Rimini, comprendente un convento recentemente abbandonato, un seminario adibito a casa di riposo, una canonica e un museo in fase di ricollocazione. Attraverso un metodo partecipativo, l’analisi individua bisogni e urgenze locali per sviluppare un programma di intervento. Il progetto prevede un riuso degli spazi interni nel rispetto della conformazione originaria e un intervento più deciso sugli spazi aperti, connettendo i diversi corpi attraverso un nuovo spazio di relazione che semplifica flussi e accessi, migliorando le condizioni di incontro tra gli utenti.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/235743