Cities worldwide are redefining their urban visions, shifting from conventional transportation planning —focused on road expansion, speed, and capacity—toward sustainable mobility planning that prioritize reduced car use, enhanced accessibility, affordability, safety, sustainability, social equity, and quality of life. These planning visions, in line with the Right to the City, should emerge from participatory decision-making processes that define a city’s desired future, allowing diverse perspectives to shape what sustainability means for different social groups. However, in many cases, urban development continues to be shaped by entrenched power structures that often favor conventional approaches, resulting in serious environmental, economic, and social repercussions. Drawing on the case of Monterrey, this study examines how, in recent years, sustainable mobility approaches have been hampered by top-down urban planning centered on car-centric top-down planning and urban policies which have neglected other types of mobility investments. This situation has spurred the emergence of urban collectives that resist, oppose, and challenge these dynamics by contesting road design, resource allocation, and the actual beneficiaries of transportation investments. The study focuses on the alternative visions and distinctive features of grassroots proposals that address these challenges. Diverse movements were studied, from those demanding safer, more accessible pedestrian spaces, a full cycling network, an improved, affordable public transport system, to those demanding for better air quality; up to those the most recent movements, emerging in 2023, that oppose a 17-kilometer toll elevated viaduct over the Santa Catarina River. The findings highlight how citizens envision a livable, human-scale city that does not rely on cars for commuting, but rather fosters vibrant public spaces, encourages active mobility and participatory decision-making, and protects natural and cultural landmarks from disruptive development.

Le città di tutto il mondo stanno ridefinendo le loro visioni urbanistiche, passando dai modelli convenzionali di pianificazione dei trasporti—focalizzati sull’espansione delle strade, la velocità e la capacità—verso approcci di mobilità sostenibile che privilegiano la riduzione dell’uso dell’auto, una maggiore accessibilità, convenienza, sicurezza, sostenibilità, equità sociale e qualità della vita. Queste visioni, in linea con il Diritto alla Città, dovrebbero emergere da processi decisionali partecipativi che definiscono il futuro desiderato di una città, consentendo a prospettive diverse di plasmare il significato della sostenibilità per i vari gruppi sociali. Tuttavia, lo sviluppo urbano continua a essere influenzato da strutture di potere consolidate che spesso privilegiano approcci convenzionali, con gravi ripercussioni ambientali, economiche e sociali. Basandosi sul caso di Monterrey, questo studio esamina come, negli ultimi anni, gli approcci alla mobilità sostenibile siano stati ostacolati da una pianificazione urbana top-down, incentrata sull’automobile, e da politiche urbane che hanno trascurato gli altri tipi di investimenti in mobilità. Tanto ha determinato l’insorgenza di collettivi urbani che resistono, si oppongono e mettono in discussione tali dinamiche, contestando il design delle strade, l’allocazione delle risorse e i reali beneficiari degli investimenti nei trasporti. Lo studio si concentra sulle visioni alternative e sulle caratteristiche distintive delle proposte dal basso che affrontano queste sfide. Sono stati esaminati diversi movimenti: da quelli che richiedono spazi pedonali più sicuri e accessibili, una rete ciclabile completa e trasporti pubblici più efficienti, a quelli che lottano per una migliore qualità dell’aria, fino ai movimenti più recenti, sorti nel 2023, che si oppongono a un viadotto sopraelevato a pedaggio di 17 chilometri sul fiume Santa Catarina. I risultati evidenziano come i cittadini immaginino una città vivibile, su scala umana, che non dipenda dalle auto per gli spostamenti, ma favorisca spazi pubblici vibranti, incentivi la mobilità attiva e il processo decisionale partecipativo, e protegga i punti di riferimento naturali e culturali dallo sviluppo dirompente.

From the ground up: a new vision to urban mobility in Monterrey

Moreno Martinez, Airam Del Carmen
2024/2025

Abstract

Cities worldwide are redefining their urban visions, shifting from conventional transportation planning —focused on road expansion, speed, and capacity—toward sustainable mobility planning that prioritize reduced car use, enhanced accessibility, affordability, safety, sustainability, social equity, and quality of life. These planning visions, in line with the Right to the City, should emerge from participatory decision-making processes that define a city’s desired future, allowing diverse perspectives to shape what sustainability means for different social groups. However, in many cases, urban development continues to be shaped by entrenched power structures that often favor conventional approaches, resulting in serious environmental, economic, and social repercussions. Drawing on the case of Monterrey, this study examines how, in recent years, sustainable mobility approaches have been hampered by top-down urban planning centered on car-centric top-down planning and urban policies which have neglected other types of mobility investments. This situation has spurred the emergence of urban collectives that resist, oppose, and challenge these dynamics by contesting road design, resource allocation, and the actual beneficiaries of transportation investments. The study focuses on the alternative visions and distinctive features of grassroots proposals that address these challenges. Diverse movements were studied, from those demanding safer, more accessible pedestrian spaces, a full cycling network, an improved, affordable public transport system, to those demanding for better air quality; up to those the most recent movements, emerging in 2023, that oppose a 17-kilometer toll elevated viaduct over the Santa Catarina River. The findings highlight how citizens envision a livable, human-scale city that does not rely on cars for commuting, but rather fosters vibrant public spaces, encourages active mobility and participatory decision-making, and protects natural and cultural landmarks from disruptive development.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
3-apr-2025
2024/2025
Le città di tutto il mondo stanno ridefinendo le loro visioni urbanistiche, passando dai modelli convenzionali di pianificazione dei trasporti—focalizzati sull’espansione delle strade, la velocità e la capacità—verso approcci di mobilità sostenibile che privilegiano la riduzione dell’uso dell’auto, una maggiore accessibilità, convenienza, sicurezza, sostenibilità, equità sociale e qualità della vita. Queste visioni, in linea con il Diritto alla Città, dovrebbero emergere da processi decisionali partecipativi che definiscono il futuro desiderato di una città, consentendo a prospettive diverse di plasmare il significato della sostenibilità per i vari gruppi sociali. Tuttavia, lo sviluppo urbano continua a essere influenzato da strutture di potere consolidate che spesso privilegiano approcci convenzionali, con gravi ripercussioni ambientali, economiche e sociali. Basandosi sul caso di Monterrey, questo studio esamina come, negli ultimi anni, gli approcci alla mobilità sostenibile siano stati ostacolati da una pianificazione urbana top-down, incentrata sull’automobile, e da politiche urbane che hanno trascurato gli altri tipi di investimenti in mobilità. Tanto ha determinato l’insorgenza di collettivi urbani che resistono, si oppongono e mettono in discussione tali dinamiche, contestando il design delle strade, l’allocazione delle risorse e i reali beneficiari degli investimenti nei trasporti. Lo studio si concentra sulle visioni alternative e sulle caratteristiche distintive delle proposte dal basso che affrontano queste sfide. Sono stati esaminati diversi movimenti: da quelli che richiedono spazi pedonali più sicuri e accessibili, una rete ciclabile completa e trasporti pubblici più efficienti, a quelli che lottano per una migliore qualità dell’aria, fino ai movimenti più recenti, sorti nel 2023, che si oppongono a un viadotto sopraelevato a pedaggio di 17 chilometri sul fiume Santa Catarina. I risultati evidenziano come i cittadini immaginino una città vivibile, su scala umana, che non dipenda dalle auto per gli spostamenti, ma favorisca spazi pubblici vibranti, incentivi la mobilità attiva e il processo decisionale partecipativo, e protegga i punti di riferimento naturali e culturali dallo sviluppo dirompente.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/235763