Urban architecture develops within a specific context, contributing to shaping the form and character of a city throughout its process of growth and transformation. Buildings are not isolated entities but rather part of a fabric that reflects a shared culture and identity. The corner building represents the ultimate expression of urbanity in our cities. Situated at a key junction, it serves as a connective element, engaging with open space and playing an essential role in the vibrancy and functionality of urban environments. Corners are, in fact, the most dynamic and stressed parts of urban blocks, capable of accommodating, delineating, and interacting with the surrounding built environment while absorbing and projecting its tensions. Their configuration can activate new spatial dynamics, strengthening urban continuity and generating recognizable polarities as true landmarks within the cityscape. Throughout the twentieth century, Milan has maintained an ongoing dialogue with its context, striving to bestow both its historic and contemporary cityscapes with aesthetic and collective dignity. The compact city model has emphasized the public dimension of corners, yet some modern and contemporary interventions have emerged as self-referential, isolated, and heterogeneous objects, ultimately weakening the original cohesion of the urban fabric. Urban Corners examines the Piazzale Bologna area, a paradigmatic example of challenges that are increasingly common in peripheral areas, such as the presence of residual spaces, rigid residential blocks, invasive infrastructure, and the absence of corner buildings. Contemporary architecture often contributes to the fragmentation of the city into amorphous zones and sprawling peripheries that consume resources without generating meaningful benefits for urban development. It is therefore crucial to construct in a more durable, dense, and compact manner, as only buildings that withstand the passage of time can make efficient use of the resources invested in them. In this sense, the concept of the permanence of form can be understood as an idea of sustainability, a specific form that, while maintaining its identity, can adapt to changes in use and function, integrating itself into the cultural continuity of the city. Urban architecture cannot focus solely on an obsessive pursuit of novelty and individual expression; rather, it must promote the construction of a coherent whole, shaped by adaptations, reinterpretations, and shared cultural positions.

L’architettura urbana si sviluppa all’interno di un contesto specifico, contribuendo a definire la forma e il carattere di una città nel suo processo di crescita e trasformazione. Gli edifici non sono elementi isolati, ma parte di un tessuto che riflette una cultura e un’identità condivisa. L'edificio d’angolo rappresenta l’espressione massima dell’urbanità nelle nostre città. Situato in un punto di snodo funge da elemento di connessione, dialogando con lo spazio aperto e svolgendo un ruolo essenziale nella vivacità e nella funzionalità degli spazi urbani. Gli angoli, sono le parti più sollecitate degli isolati, capaci di accogliere, delimitare e relazionarsi con il costruito circostante, assorbendone e proiettandone le tensioni. La loro configurazione può attivare nuove dinamiche spaziali, rafforzando la continuità dell'ambiente cittadino e creando polarità riconoscibili, veri e propri punti di riferimento nella città. Nel corso del Novecento, Milano ha sviluppato un dialogo costante con il proprio contesto, cercando di conferire una dignità estetica e collettiva sia alla città storica che a quella contemporanea. La città compatta ha enfatizzato la dimensione pubblica degli angoli, ma alcuni interventi del periodo moderno e contemporaneo si sono sviluppati come oggetti autoreferenziali, isolati ed eterogenei, indebolendo la coesione originaria. Urban Corners prende in esame l'area di Piazzale Bologna, esempio paradigmatico di criticità oggi comuni a molte aree periferiche come la presenza di spazi residuali, rigidi blocchi residenziali, infrastrutture invasive e l'assenza di edifici ad angolo. L'architettura contemporanea, spesso, contribuisce alla frammentazione della città in parti informi e periferie diffuse che consumano risorse senza apportare benefici significativi allo sviluppo urbano. Diventa quindi fondamentale costruire in modo più duraturo, denso e compatto, poiché solo un edificio che resiste al passare del tempo utilizza efficacemente le risorse impiegate. In questo senso, il concetto di permanenza della forma può essere inteso come un'idea di sostenibilità: una forma specifica ma capace di adattarsi ai cambi di uso e funzione, inserendosi in una continuità culturale propria della città. L'architettura urbana non può concentrarsi unicamente sulla ricerca ossessiva della novità e sull'espressione individuale, ma deve promuovere la costruzione di un insieme coerente, fatto di adattamenti, reinterpretazioni e posizioni culturali condivise.

Urban corners : redefining boundaries towards continuity

Bellocchio, Gian Marco;Bari, Fabio;Mijatov, Daria
2023/2024

Abstract

Urban architecture develops within a specific context, contributing to shaping the form and character of a city throughout its process of growth and transformation. Buildings are not isolated entities but rather part of a fabric that reflects a shared culture and identity. The corner building represents the ultimate expression of urbanity in our cities. Situated at a key junction, it serves as a connective element, engaging with open space and playing an essential role in the vibrancy and functionality of urban environments. Corners are, in fact, the most dynamic and stressed parts of urban blocks, capable of accommodating, delineating, and interacting with the surrounding built environment while absorbing and projecting its tensions. Their configuration can activate new spatial dynamics, strengthening urban continuity and generating recognizable polarities as true landmarks within the cityscape. Throughout the twentieth century, Milan has maintained an ongoing dialogue with its context, striving to bestow both its historic and contemporary cityscapes with aesthetic and collective dignity. The compact city model has emphasized the public dimension of corners, yet some modern and contemporary interventions have emerged as self-referential, isolated, and heterogeneous objects, ultimately weakening the original cohesion of the urban fabric. Urban Corners examines the Piazzale Bologna area, a paradigmatic example of challenges that are increasingly common in peripheral areas, such as the presence of residual spaces, rigid residential blocks, invasive infrastructure, and the absence of corner buildings. Contemporary architecture often contributes to the fragmentation of the city into amorphous zones and sprawling peripheries that consume resources without generating meaningful benefits for urban development. It is therefore crucial to construct in a more durable, dense, and compact manner, as only buildings that withstand the passage of time can make efficient use of the resources invested in them. In this sense, the concept of the permanence of form can be understood as an idea of sustainability, a specific form that, while maintaining its identity, can adapt to changes in use and function, integrating itself into the cultural continuity of the city. Urban architecture cannot focus solely on an obsessive pursuit of novelty and individual expression; rather, it must promote the construction of a coherent whole, shaped by adaptations, reinterpretations, and shared cultural positions.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
3-apr-2025
2023/2024
L’architettura urbana si sviluppa all’interno di un contesto specifico, contribuendo a definire la forma e il carattere di una città nel suo processo di crescita e trasformazione. Gli edifici non sono elementi isolati, ma parte di un tessuto che riflette una cultura e un’identità condivisa. L'edificio d’angolo rappresenta l’espressione massima dell’urbanità nelle nostre città. Situato in un punto di snodo funge da elemento di connessione, dialogando con lo spazio aperto e svolgendo un ruolo essenziale nella vivacità e nella funzionalità degli spazi urbani. Gli angoli, sono le parti più sollecitate degli isolati, capaci di accogliere, delimitare e relazionarsi con il costruito circostante, assorbendone e proiettandone le tensioni. La loro configurazione può attivare nuove dinamiche spaziali, rafforzando la continuità dell'ambiente cittadino e creando polarità riconoscibili, veri e propri punti di riferimento nella città. Nel corso del Novecento, Milano ha sviluppato un dialogo costante con il proprio contesto, cercando di conferire una dignità estetica e collettiva sia alla città storica che a quella contemporanea. La città compatta ha enfatizzato la dimensione pubblica degli angoli, ma alcuni interventi del periodo moderno e contemporaneo si sono sviluppati come oggetti autoreferenziali, isolati ed eterogenei, indebolendo la coesione originaria. Urban Corners prende in esame l'area di Piazzale Bologna, esempio paradigmatico di criticità oggi comuni a molte aree periferiche come la presenza di spazi residuali, rigidi blocchi residenziali, infrastrutture invasive e l'assenza di edifici ad angolo. L'architettura contemporanea, spesso, contribuisce alla frammentazione della città in parti informi e periferie diffuse che consumano risorse senza apportare benefici significativi allo sviluppo urbano. Diventa quindi fondamentale costruire in modo più duraturo, denso e compatto, poiché solo un edificio che resiste al passare del tempo utilizza efficacemente le risorse impiegate. In questo senso, il concetto di permanenza della forma può essere inteso come un'idea di sostenibilità: una forma specifica ma capace di adattarsi ai cambi di uso e funzione, inserendosi in una continuità culturale propria della città. L'architettura urbana non può concentrarsi unicamente sulla ricerca ossessiva della novità e sull'espressione individuale, ma deve promuovere la costruzione di un insieme coerente, fatto di adattamenti, reinterpretazioni e posizioni culturali condivise.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/236092