Woolcoop: reactivation of Wallonia wool production chain throughout a material and architectural reuse

The construction sector is responsible for 38% of global CO₂ emissions, yet its supply chains remain predominantly transnational, treating natural resources as limitless commodities. This approach reinforces an exploitative relationship between humanity and nature, perpetuating modernist ideologies of human dominance over the environment, and promoting unethical labour practices. This thesis proposes an alternative that redefines supply chains through a bio-regional architectural exercise. Focusing on the regional context of Wallonia, this research examines agricultural and farming by-products, identifying wool as the most critical material in need of intervention. Every year, 180 tonnes of coarse wool fiber remain unexploited due to a fragmented supply chain, a lack of infrastructure, and the absence of a supporting community for processing. To address this, a cooperative wool-processing facility has been proposed for a specific site. The selected location is an abandoned tannery complex in Namur Province, situated on an island between two rivers. This unique setting is defined by frequent flooding, with water levels reaching up to 1.3 meters and expected to rise over time. The architectural development is structured around three themes: first, the movement of soil around the area and its shaping in different forms to allow water protection. Moreover, an infill parasite develops within existing buildings, exploiting them as a structural skeleton and as a protection against water that develops from the gateway of the site. Finally wool is not only revitalized through its supply chain but also repurposed as a construction material. Through this approach, the project aims to address various challenges that Anthropocene architecture will increasingly face, offering a critical yet respectful solution that integrates material availability with community necessity.

Il settore delle costruzioni è responsabile del 38% delle emissioni globali di CO₂, eppure le sue filiere rimangono prevalentemente transnazionali, trattando risorse naturali come beni illimitati. Questo approccio rafforza un rapporto di sfruttamento tra l’umanità e la natura, perpetuando ideologie moderniste di dominio umano sull’ambiente e promuovendo pratiche lavorative non etiche. Questa tesi propone un’alternativa, ridefinendo le filiere attraverso un approccio bio-regionale. Concentrandosi sulla realtà regionale belga della Vallonia, la ricerca analizza i sottoprodotti dell’agricoltura e dell’allevamento, individuando la lana come il materiale più critico da valorizzare. Ogni anno, 180 tonnellate di fibra di lana grossolana rimangono inutilizzate a causa di una filiera frammentata, della mancanza di infrastrutture e dell’assenza di una comunità di supporto per la lavorazione. Per affrontare questa problematica, il progetto propone una cooperativa per la lavorazione della lana in un sito specifico. Il sito scelto è un complesso industriale abbandonato di una conceria nella provincia di Namur, situato su un’isola tra due fiumi. Questo contesto unico è soggetto a inondazioni frequenti, con livelli d’acqua che raggiungono fino a 1,3 metri e che si prevede aumenteranno nel tempo. L’intervento architettonico si sviluppa attorno a tre strategie principali: in primo luogo, il rimodellamento e la ridistribuzione del suolo per migliorare la protezione dalle alluvioni; in secondo luogo, la creazione di un “parassita di riempimento” all’interno delle strutture esistenti, sfruttandole sia come struttura portante che come barriera protettiva contro l’acqua; infine, l’integrazione della lana non solo attraverso la sua filiera produttiva, ma anche come materiale costruttivo, impiegato nei tamponamenti interni e nelle balaustre. Attraverso questo approccio, il progetto mira ad affrontare le sfide che l’architettura dell’Antropocene si troverà sempre più a fronteggiare, offrendo una soluzione critica ma rispettosa, che integra la disponibilità dei materiali con la necessità funzionale.