Como: city of silk : regegeneration of the TICOSA area and reuse of the Santarella building for the new museum of silk

The complexity of the idea of requalification of the industrial buildings and its adjacent sites has been growing in popularity as an architectural concept in recent decades. Such is also the case of the area “Ex-Ticosa” in Como, Italy, where after the series of unfortunate events a factory has been closed and then razed to the ground, leaving behind hectares of empty abandoned land and two buildings, one of which, an old electrical generator, became symbolic to the city and thus, turned into a subject of debate for the citizens and administration. Nowadays, almost 20 years later, it still stays empty and plays no role in the life of the city. At the same time, there is a demand for the new spaces, cultural, educational, multifunctional, that stems from the impossibility of the reasonable further expansion of the city limits. Which is why the idea of reimagining the building of “Santarella” became adapted into the concept of the new museum of Silk, that would put the existing one in a more visible position and resolve its problems. A proposal for the silk museum relocation is not accidental. The industry of silk production has been playing an important role in the development of the city, however in the last 50 years due to the economic crises, the presence of the factories within city borders has depleted and it is now not so clear how big of a role it has one played. It was an initiative of the citizens to create a museum that would preserve physical memory, the artifacts of the past, but since then it has overgrown its confines and requires a new, bigger space. The choice of “Santarella” for this role can help resolve two issues at the same time and create a better connection between the city and the industry. The territory around the site is seen as a potential for the human-scaled and human-based urban intervention. The key proposition lies in the transformation of the once industrial site into the new green lung for the city which would introduce new functions and activities to the area.

La complessità dell’idea di riqualificazione degli edifici industriali e dei siti adiacenti è cresciuta in popolarità come concetto architettonico negli ultimi decenni. Questo è anche il caso dell’area “Ex-Ticosa” a Como, Italia, dove, dopo una serie di eventi sfortunati, una fabbrica è stata chiusa e poi abbattuta, lasciando dietro di sé ettari di terreno vuoto e abbandonato e due edifici, uno dei quali, un vecchio generatore elettrico, è diventato simbolico per la città e quindi oggetto di dibattito per i cittadini e l’amministrazione. Oggi, quasi 20 anni dopo, è ancora vuoto e non svolge alcun ruolo nella vita della città. Allo stesso tempo, c’è una richiesta di nuovi spazi, culturali, educativi, multifunzionali, che nasce dall’impossibilità di una ragionevole ulteriore espansione dei confini della città. Ecco perché l’idea di reinventare l’edificio di “Santarella” è stata adattata nel concetto del nuovo museo della Seta, che metterebbe quello esistente in una posizione più visibile e risolverebbe i suoi problemi. La proposta di rilocazione del museo della seta non è casuale. L’industria della produzione della seta ha svolto un ruolo importante nello sviluppo della città, ma negli ultimi 50 anni, a causa delle crisi economiche, la presenza delle fabbriche all’interno dei confini della città è diminuita e ora non è più così chiaro quanto grande ruolo abbia avuto in passato. È stata un’iniziativa dei cittadini creare un museo che preservasse la memoria fisica, gli artefatti del passato, ma da allora è cresciuto oltre i suoi confini e necessita di uno spazio nuovo e più grande. La scelta di “Santarella” per questo ruolo può aiutare a risolvere due problemi contemporaneamente e creare una connessione migliore tra la città e l’industria. Il territorio attorno al sito è visto come una potenzialità per un intervento urbano su scala umana e basato sull’uomo. La proposta chiave risiede nella trasformazione dell’ex sito industriale nel nuovo polmone verde per la città, che introdurrebbe nuove funzioni e attività nell’area.