The project stems from an idea of opposition to the dominant aesthetisation and commercialisation of culture, in particular of architecture and art, which are reduced to mere images aimed at spectacle and consumption. The project accordingly proposes the strategy of self-censorship, i.e. voluntary removal from the systems of commercialisation and communication channels. The strategy takes four fields of application (content, context, action and architecture), achieving a sociocultural project more than an architectural one. The project consists of an artistic production centre, a space dedicated to art but excluding all external visibility, unlike the museum, a place for the consumption of art par excellence. The chosen location is an abandoned building isolated from the city by the railway, conditions that already make it excluded from the mainstream. The centre is also an occupation, understood as a socio-political action capable of removing a building from real estate speculation and returning it to social benefit. Architecture contributes to the project through an act of space infrastructuralisation, that is, setting the conditions for the community to occupy the building and carry out its self-censored activity. Fundamental to this purpose is the element of the wall, which plays 3 roles. The wall is a censoring subject, in that it is a limit and barrier that excludes the outside world, but also a spatial subject, capable of defining spaces in its essentiality, and a serving subject, capable of providing ample potential for future use thanks to the instrumentation concealed within its volume. The materials consist of a realistic simulation of the socio-cultural project: a manifesto-contract of joining the project, a glossary for consultation of key concepts, technical drawings and a demolition-construction plan for constructing the project.

Il progetto nasce da un’idea di opposizione alla dominante estetizzazione e commercializzazione della cultura, in particolare di architettura e arte, che vengono ridotte a mera immagine finalizzata allo spettacolo e consumo. Il progetto propone quindi la strategia dell’auto-censura, ovvero la sottrazione volontaria dai sistemi di commercializzazione e canali di comunicazione. La strategia trova 4 campi di applicazione (contenuto, contesto, azione e architettura), realizzando un progetto socioculturale ancora prima che architettonico. Il progetto consiste dunque in un centro di produzione artistica, cioè uno spazio dedicato all’arte ma che esclude ogni visibilità esterna, a differenza del museo, luogo di consumo dell’arte per eccellenza. Il luogo scelto è un edificio abbandonato e isolato dalla città dalla ferrovia, condizioni che già lo rendono escluso dal mainstream. Il centro è inoltre un’occupazione, intesa come azione sociopolitica capace di sottrarre un immobile dalla speculazione edilizia per restituirlo a un’utilità sociale. L’architettura contribuisce al progetto attraverso un atto di infrastrutturizzazione dello spazio, cioè preparare le condizioni perché la comunità possa occupare l’edificio e attuare la sua attività auto-censurata. Fondamentale per questo scopo è l’elemento del muro, che si sfaccetta in 3 ruoli. Il muro è soggetto censurante, in quanto limite e barriera che esclude il mondo esterno, ma anche soggetto spaziale, capace di definire spazi nella sua essenzialità, e soggetto serviente, capace di dare ampio potenziale di utilizzo futuro grazie alla strumentazione celata dentro il suo volume. Gli elaborati consistono in una simulazione realistica del progetto socioculturale: manifesto-contratto di adesione al progetto, glossario per la consultazione di concetti chiave, tavole tecniche e piano di demolizione-costruzione per poter costruire il progetto.

Architettura auto-censurata

Oniki, Shotaro
2023/2024

Abstract

The project stems from an idea of opposition to the dominant aesthetisation and commercialisation of culture, in particular of architecture and art, which are reduced to mere images aimed at spectacle and consumption. The project accordingly proposes the strategy of self-censorship, i.e. voluntary removal from the systems of commercialisation and communication channels. The strategy takes four fields of application (content, context, action and architecture), achieving a sociocultural project more than an architectural one. The project consists of an artistic production centre, a space dedicated to art but excluding all external visibility, unlike the museum, a place for the consumption of art par excellence. The chosen location is an abandoned building isolated from the city by the railway, conditions that already make it excluded from the mainstream. The centre is also an occupation, understood as a socio-political action capable of removing a building from real estate speculation and returning it to social benefit. Architecture contributes to the project through an act of space infrastructuralisation, that is, setting the conditions for the community to occupy the building and carry out its self-censored activity. Fundamental to this purpose is the element of the wall, which plays 3 roles. The wall is a censoring subject, in that it is a limit and barrier that excludes the outside world, but also a spatial subject, capable of defining spaces in its essentiality, and a serving subject, capable of providing ample potential for future use thanks to the instrumentation concealed within its volume. The materials consist of a realistic simulation of the socio-cultural project: a manifesto-contract of joining the project, a glossary for consultation of key concepts, technical drawings and a demolition-construction plan for constructing the project.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
3-apr-2025
2023/2024
Il progetto nasce da un’idea di opposizione alla dominante estetizzazione e commercializzazione della cultura, in particolare di architettura e arte, che vengono ridotte a mera immagine finalizzata allo spettacolo e consumo. Il progetto propone quindi la strategia dell’auto-censura, ovvero la sottrazione volontaria dai sistemi di commercializzazione e canali di comunicazione. La strategia trova 4 campi di applicazione (contenuto, contesto, azione e architettura), realizzando un progetto socioculturale ancora prima che architettonico. Il progetto consiste dunque in un centro di produzione artistica, cioè uno spazio dedicato all’arte ma che esclude ogni visibilità esterna, a differenza del museo, luogo di consumo dell’arte per eccellenza. Il luogo scelto è un edificio abbandonato e isolato dalla città dalla ferrovia, condizioni che già lo rendono escluso dal mainstream. Il centro è inoltre un’occupazione, intesa come azione sociopolitica capace di sottrarre un immobile dalla speculazione edilizia per restituirlo a un’utilità sociale. L’architettura contribuisce al progetto attraverso un atto di infrastrutturizzazione dello spazio, cioè preparare le condizioni perché la comunità possa occupare l’edificio e attuare la sua attività auto-censurata. Fondamentale per questo scopo è l’elemento del muro, che si sfaccetta in 3 ruoli. Il muro è soggetto censurante, in quanto limite e barriera che esclude il mondo esterno, ma anche soggetto spaziale, capace di definire spazi nella sua essenzialità, e soggetto serviente, capace di dare ampio potenziale di utilizzo futuro grazie alla strumentazione celata dentro il suo volume. Gli elaborati consistono in una simulazione realistica del progetto socioculturale: manifesto-contratto di adesione al progetto, glossario per la consultazione di concetti chiave, tavole tecniche e piano di demolizione-costruzione per poter costruire il progetto.
File allegati
File Dimensione Formato  
2025_4_Oniki_Glossario.pdf

accessibile in internet per tutti

Dimensione 30.83 MB
Formato Adobe PDF
30.83 MB Adobe PDF Visualizza/Apri
2025_4_Oniki_Manifesto.pdf

accessibile in internet per tutti

Dimensione 163.22 kB
Formato Adobe PDF
163.22 kB Adobe PDF Visualizza/Apri
2025_4_Oniki_Stato di fatto e Piano di demolizione-costruzione.pdf

accessibile in internet per tutti

Dimensione 15.04 MB
Formato Adobe PDF
15.04 MB Adobe PDF Visualizza/Apri
2025_4_Oniki_Tavole.pdf

accessibile in internet per tutti

Dimensione 10.04 MB
Formato Adobe PDF
10.04 MB Adobe PDF Visualizza/Apri
2025_4_Oniki_Frontespizio.pdf

accessibile in internet per tutti

Dimensione 52.93 kB
Formato Adobe PDF
52.93 kB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in POLITesi sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/236317